I grandi progressi della medicina negli ultimi 40 anni sono legati fortemente all’utilizzo sempre più importante di strumenti tecnologici, sia con fini diagnostici che terapeutici. Ciò ha consentito di aumentare l’accuratezza di una diagnosi, passando dalla soggettività dell’anamnesi e della sensibilità del medico, all’oggettività di misure quantitative ottenute ad esempio dalla tomografia computerizzata o dalla risonanza magnetica. Si è ottenuto, di conseguenza, un miglioramento nella terapia, che oggi può fornire delle soluzioni mirate sul singolo paziente nonché avvalersi di strumentazioni chirurgiche minimamente invasive. Nello sviluppo di dispositivi medici il fine ultimo è quello di ottenere una misura o fornire un trattamento garantendo accuratezza nel risultato, e massima protezione sia al paziente che all’operatore sanitario. A titolo di esempio, dopo la scoperta dei raggi X, furono evidenti i benefici che questi potevano apportare alla medicina, sintetizzati dalla radiografia della mano della moglie del Prof. W. Roentgen. Ciò nonostante, gli effetti dannosi di alte dosi di radiazioni erano così visibili (eritemi e desquamazioni della cute) che risultò non facile, oltre che non etico, trovare dei volontari disposti ad esporsi a dosi di radiazioni per la sperimentazione di nuovi dispositivi. Per rispondere a questa carenza furono inventati dei “simulatori” di paziente, i phantom. Nell’ambito della bioingegneria, un phantom (in italiano fantoccio, anche se l’uso del termine inglese è invalso) può essere definito come oggetto fatto ad imitazione della figura umana, o di una parte, utilizzando materiali non viventi per simulare una sua particolare proprietà fisica e o chimica, per lo sviluppo, la verifica di sicurezza, la calibrazione, e la formazione all’uso di dispositivi, diagnostici, terapeutici o con altro scopo, che entrano in contatto con l’essere umano.

Utilizzo di phantom in oftalmologia

VOZZI, GIOVANNI;DE MARIA, CARMELO;MONTEMURRO, FRANCESCA
2015-01-01

Abstract

I grandi progressi della medicina negli ultimi 40 anni sono legati fortemente all’utilizzo sempre più importante di strumenti tecnologici, sia con fini diagnostici che terapeutici. Ciò ha consentito di aumentare l’accuratezza di una diagnosi, passando dalla soggettività dell’anamnesi e della sensibilità del medico, all’oggettività di misure quantitative ottenute ad esempio dalla tomografia computerizzata o dalla risonanza magnetica. Si è ottenuto, di conseguenza, un miglioramento nella terapia, che oggi può fornire delle soluzioni mirate sul singolo paziente nonché avvalersi di strumentazioni chirurgiche minimamente invasive. Nello sviluppo di dispositivi medici il fine ultimo è quello di ottenere una misura o fornire un trattamento garantendo accuratezza nel risultato, e massima protezione sia al paziente che all’operatore sanitario. A titolo di esempio, dopo la scoperta dei raggi X, furono evidenti i benefici che questi potevano apportare alla medicina, sintetizzati dalla radiografia della mano della moglie del Prof. W. Roentgen. Ciò nonostante, gli effetti dannosi di alte dosi di radiazioni erano così visibili (eritemi e desquamazioni della cute) che risultò non facile, oltre che non etico, trovare dei volontari disposti ad esporsi a dosi di radiazioni per la sperimentazione di nuovi dispositivi. Per rispondere a questa carenza furono inventati dei “simulatori” di paziente, i phantom. Nell’ambito della bioingegneria, un phantom (in italiano fantoccio, anche se l’uso del termine inglese è invalso) può essere definito come oggetto fatto ad imitazione della figura umana, o di una parte, utilizzando materiali non viventi per simulare una sua particolare proprietà fisica e o chimica, per lo sviluppo, la verifica di sicurezza, la calibrazione, e la formazione all’uso di dispositivi, diagnostici, terapeutici o con altro scopo, che entrano in contatto con l’essere umano.
2015
Vozzi, Giovanni; DE MARIA, Carmelo; Montemurro, Francesca
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