Le pratiche e le teorie del riso hanno un ruolo centrale, in Italia, fra avanguardia e modernismo. L’umorismo di Pirandello è solo il più illustre degli esempi; una stessa funzione di disgregazione, contestazione e riduzione dell’umano al disumano può essere riconosciuta nel Controdolore e nei Buffi di Palazzeschi e in molte pagine di Gadda, tanto restio a una riflessione generale sul riso quanto prodigo di scritture ispirate ad esso. È però sull’umorismo che conviene soffermarsi, poiché esso incrina nei modi più radicali le nozioni di verità, di io, di adesione al mondo degli altri, di serietà del quotidiano, di fungibilità dei codici rappresentativi, di utilità della letteratura, spesso in un perturbante scivolamento nichilista. Perciò l’umorismo, che è la più filosofica delle forme del riso appare come una maschera della violenza. È questo che tutte le narrazioni rivelano, ma che il saggio di Pirandello occulta, il manifesto di Palazzeschi esorcizza a metà con un’allegria spavalda, Gadda tace (e che, invece, emerge in modi diversi da Hegel o da Nietzsche, da Bergson o da Freud). Le dichiarazioni di pietà e di accordo simpatetico non riescono a nascondere la furia empia della distruzione e dell’annullamento: l’umorismo rivela il volto nero, inconciliato di avanguardia e modernismo.
Maschere della violenza. Teorie e pratiche dell'umorismo fra modernismo e avanguardia: Pirandello, Gadda, Palazzeschi
DONNARUMMA, RAFFAELE
2015-01-01
Abstract
Le pratiche e le teorie del riso hanno un ruolo centrale, in Italia, fra avanguardia e modernismo. L’umorismo di Pirandello è solo il più illustre degli esempi; una stessa funzione di disgregazione, contestazione e riduzione dell’umano al disumano può essere riconosciuta nel Controdolore e nei Buffi di Palazzeschi e in molte pagine di Gadda, tanto restio a una riflessione generale sul riso quanto prodigo di scritture ispirate ad esso. È però sull’umorismo che conviene soffermarsi, poiché esso incrina nei modi più radicali le nozioni di verità, di io, di adesione al mondo degli altri, di serietà del quotidiano, di fungibilità dei codici rappresentativi, di utilità della letteratura, spesso in un perturbante scivolamento nichilista. Perciò l’umorismo, che è la più filosofica delle forme del riso appare come una maschera della violenza. È questo che tutte le narrazioni rivelano, ma che il saggio di Pirandello occulta, il manifesto di Palazzeschi esorcizza a metà con un’allegria spavalda, Gadda tace (e che, invece, emerge in modi diversi da Hegel o da Nietzsche, da Bergson o da Freud). Le dichiarazioni di pietà e di accordo simpatetico non riescono a nascondere la furia empia della distruzione e dell’annullamento: l’umorismo rivela il volto nero, inconciliato di avanguardia e modernismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.