VALUTAZIONE DEL DANNO PRIMARIO ED OSSIDATIVO AL DNA IN LINFOCITI SALIVARI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI BIOLOGICI PRECOCI CAUSATI DALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO NEI BAMBINI: STUDIO MAPEC Samuele Vannini (1) - Sara Levorato (1) - Elisabetta Ceretti (2) - Milena Villarini (1) - Silvia Bonetta (3) - Cristina Fatigoni(1) - Annalaura Carducci (4) - Tania Salvatori (1) - Maria Rosaria Tumolo (5) - Alessio Perotti (6) - Silvia Bonizzoni (7) - Alberto Bonetti (8) - Massimo Moretti (1) - Umberto Gelatti (2) Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Perugia, Perugia, Italia (1) - Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Scienze Radiologiche e Sanità Pubblica, Università degli Studi di Brescia, Brescia, Italia (2) - Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Università degli Studi di Torino, Torino, Italia (3) - Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Pisa, Pisa, Italia (4) - Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Università del Salento, Lecce, Italia (5) - Dipartimento di Bioscienze, Università del Studi di Parma, Parma, Italia (6) - Ufficio Minori, Comune di Brescia, Brescia, Italia (7) - Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico, Csmt Gestione S.c.a.r.l., Brescia, Italia (8) Il particolato è l’inquinante atmosferico che provoca i maggiori danni alla salute umana in Europa (Agenzia Europea dell’Ambiente; www.eea.europa.eu). Tra le prime 30 città più inquinate del continente, oltre la metà sono italiane, in particolare quelle situate nella pianura Padana, con concentrazioni di PM10, PM2,5 e NOx ben al di sopra dei valori di riferimento europei. Studi epidemiologici hanno rilevato un’associazione positiva tra esposizione ad inquinamento atmosferico, soprattutto al PM, ed incidenza e mortalità per diverse malattie cronico-degenerative, come cancro al polmone, malattie cardiovascolari e diabete. I bambini, in particolar modo, risultano esposti ad un elevato rischio per quanto riguarda gli effetti a breve e lungo termine dell’inquinamento atmosferico. Dati recenti suggeriscono che alcune alterazioni genetiche che si verificano nella prima infanzia posso incrementare il rischio di malattie cronico-degenerative in età adulta. L’obiettivo dello studio MAPEC (Monitoring Air Pollution Effects on Children for supporting Public Health policy) è quello di valutare l’associazione tra inquinamento atmosferico e biomarcatori di effetti genotossici precoci nei bambini, e di proporre un modello per la stima del rischio globale causato dagli inquinanti atmosferici. Lo studio ha previsto il reclutamento di circa 1.000 bambini, di età compresa tra 6-8 anni, in cinque città italiane (200 bambini per città) caratterizzate da diverse concentrazioni di inquinanti atmosferici: Brescia, Torino, Pisa, Perugia e Lecce. Campioni di saliva sono stati raccolti in due differenti stagioni, inverno e primavera, caratterizzate da differenze qualitative e quantitative degli inquinanti atmosferici (1.000 × 2 = 2.000 campioni). Nei linfociti salivari è stato valutato il danno primario e ossidativo al DNA mediante il test della microgel elettroforesi su singole cellule (comet assay). Alla conferenza verranno presentati i risultati preliminari relativi al campionamento invernale.

VALUTAZIONE DEL DANNO PRIMARIO ED OSSIDATIVO AL DNA IN LINFOCITI SALIVARI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI BIOLOGICI PRECOCI CAUSATI DALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO NEI BAMBINI: STUDIO MAPEC

CARDUCCI, ANNALAURA;
2015-01-01

Abstract

VALUTAZIONE DEL DANNO PRIMARIO ED OSSIDATIVO AL DNA IN LINFOCITI SALIVARI PER IL MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI BIOLOGICI PRECOCI CAUSATI DALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO NEI BAMBINI: STUDIO MAPEC Samuele Vannini (1) - Sara Levorato (1) - Elisabetta Ceretti (2) - Milena Villarini (1) - Silvia Bonetta (3) - Cristina Fatigoni(1) - Annalaura Carducci (4) - Tania Salvatori (1) - Maria Rosaria Tumolo (5) - Alessio Perotti (6) - Silvia Bonizzoni (7) - Alberto Bonetti (8) - Massimo Moretti (1) - Umberto Gelatti (2) Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Perugia, Perugia, Italia (1) - Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Scienze Radiologiche e Sanità Pubblica, Università degli Studi di Brescia, Brescia, Italia (2) - Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Università degli Studi di Torino, Torino, Italia (3) - Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Pisa, Pisa, Italia (4) - Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Università del Salento, Lecce, Italia (5) - Dipartimento di Bioscienze, Università del Studi di Parma, Parma, Italia (6) - Ufficio Minori, Comune di Brescia, Brescia, Italia (7) - Centro Servizi Multisettoriale e Tecnologico, Csmt Gestione S.c.a.r.l., Brescia, Italia (8) Il particolato è l’inquinante atmosferico che provoca i maggiori danni alla salute umana in Europa (Agenzia Europea dell’Ambiente; www.eea.europa.eu). Tra le prime 30 città più inquinate del continente, oltre la metà sono italiane, in particolare quelle situate nella pianura Padana, con concentrazioni di PM10, PM2,5 e NOx ben al di sopra dei valori di riferimento europei. Studi epidemiologici hanno rilevato un’associazione positiva tra esposizione ad inquinamento atmosferico, soprattutto al PM, ed incidenza e mortalità per diverse malattie cronico-degenerative, come cancro al polmone, malattie cardiovascolari e diabete. I bambini, in particolar modo, risultano esposti ad un elevato rischio per quanto riguarda gli effetti a breve e lungo termine dell’inquinamento atmosferico. Dati recenti suggeriscono che alcune alterazioni genetiche che si verificano nella prima infanzia posso incrementare il rischio di malattie cronico-degenerative in età adulta. L’obiettivo dello studio MAPEC (Monitoring Air Pollution Effects on Children for supporting Public Health policy) è quello di valutare l’associazione tra inquinamento atmosferico e biomarcatori di effetti genotossici precoci nei bambini, e di proporre un modello per la stima del rischio globale causato dagli inquinanti atmosferici. Lo studio ha previsto il reclutamento di circa 1.000 bambini, di età compresa tra 6-8 anni, in cinque città italiane (200 bambini per città) caratterizzate da diverse concentrazioni di inquinanti atmosferici: Brescia, Torino, Pisa, Perugia e Lecce. Campioni di saliva sono stati raccolti in due differenti stagioni, inverno e primavera, caratterizzate da differenze qualitative e quantitative degli inquinanti atmosferici (1.000 × 2 = 2.000 campioni). Nei linfociti salivari è stato valutato il danno primario e ossidativo al DNA mediante il test della microgel elettroforesi su singole cellule (comet assay). Alla conferenza verranno presentati i risultati preliminari relativi al campionamento invernale.
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