La tautologia, elemento base della logica classica e figura retorica, è stata spesso stigmatizzata come pleonasmo e vuoto concettuale. A partire dal XIX sec. vari poeti e filosofi (tra cui Heidegger) hanno cominciato a intravedervi un richiamo alla concre-tezza e a una certa positiva staticità mentale. In Polonia dopo il Disgelo essa è apparsa ai poeti come un approdo saldo, una sorta di "armatura logica" per la realtà (definizione di Wittgenstein) in funzione antimetaforica, che forniva una via di salvezza da un mondo senza più certezze. La poesia di Szymborska oppone insistentemente apparenza e realtà, ricorrendo a figure basate sulla contrapposi-zione: accanto alla tautologia, il doppio senso, il paradosso, l'antifrasi e l'ossimoro: come il paradosso, anche le tautologie costitui-scono dei casi limite, sebbene non abbiano "condizione di verità" e siano vuote di significato, sono sempre incondizionatamente vere. Simili ambivalenze costituiscono la materia prima della poetica szymborskiana, in cui le allusioni tautologiche possono coabitare con la consapevolezza opposta, secondo cui la molteplicità si trasforma in unità. La tautologia si fa così portatrice di una valenza os-simorica: racchiude in sé identità e diversità, ovvietà e profondità: eco del pensiero, lo stimola ad andare oltre, a cercare una molte-plicità in un'identità solo apparente. Giocosa e paradossale, ma al tempo stesso rigorosa e geometrica, la poesia di Szymborska, si basa su meccanismi in cui corrispondenze apparentemente perfette si metamorfizzano in qualcosa d’altro, quasi ai limiti dell'assurdo. La realtà prende la forma di una concatenazione amplificatrice, basata su tassellazioni solo apparentemente simmetriche, ma connes-se a un continuo scarto logico, in cui l'amplificazione tautologica viene a un tempo accettata e contestata

Le tautologie della Szymborska

TOMASSUCCI, GIOVANNA
In corso di stampa

Abstract

La tautologia, elemento base della logica classica e figura retorica, è stata spesso stigmatizzata come pleonasmo e vuoto concettuale. A partire dal XIX sec. vari poeti e filosofi (tra cui Heidegger) hanno cominciato a intravedervi un richiamo alla concre-tezza e a una certa positiva staticità mentale. In Polonia dopo il Disgelo essa è apparsa ai poeti come un approdo saldo, una sorta di "armatura logica" per la realtà (definizione di Wittgenstein) in funzione antimetaforica, che forniva una via di salvezza da un mondo senza più certezze. La poesia di Szymborska oppone insistentemente apparenza e realtà, ricorrendo a figure basate sulla contrapposi-zione: accanto alla tautologia, il doppio senso, il paradosso, l'antifrasi e l'ossimoro: come il paradosso, anche le tautologie costitui-scono dei casi limite, sebbene non abbiano "condizione di verità" e siano vuote di significato, sono sempre incondizionatamente vere. Simili ambivalenze costituiscono la materia prima della poetica szymborskiana, in cui le allusioni tautologiche possono coabitare con la consapevolezza opposta, secondo cui la molteplicità si trasforma in unità. La tautologia si fa così portatrice di una valenza os-simorica: racchiude in sé identità e diversità, ovvietà e profondità: eco del pensiero, lo stimola ad andare oltre, a cercare una molte-plicità in un'identità solo apparente. Giocosa e paradossale, ma al tempo stesso rigorosa e geometrica, la poesia di Szymborska, si basa su meccanismi in cui corrispondenze apparentemente perfette si metamorfizzano in qualcosa d’altro, quasi ai limiti dell'assurdo. La realtà prende la forma di una concatenazione amplificatrice, basata su tassellazioni solo apparentemente simmetriche, ma connes-se a un continuo scarto logico, in cui l'amplificazione tautologica viene a un tempo accettata e contestata
In corso di stampa
Tomassucci, Giovanna
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