Nella seconda metà degli anni Trenta, dopo la campagna etiopica, Mussolini puntò ad un'accelerazione totalitaria del regime. Il mito dell'«uomo nuovo» e l'antiborghesismo giocarono un ruolo cruciale nella cosiddetta lotta al «vecchio mondo» e alle «vecchie istituzioni» del prefascismo, accusati di ostacolare la fascistizzazione integrale degli italiani e la risoluzione altrettanto integrale della società nello Stato. Pure il razzismo e l'antisemitismo furono parte di questo disegno, votato allo scontro di civiltà con il liberalismo e la democrazia, oltreché con il comunismo sovietico (e talora persino più contro i primi, che non contro il secondo).
Lo spirito antiborghese e il mito dell'«uomo nuovo» del fascismo nella seconda metà degli anni Trenta
NELLO, PAOLO
2015-01-01
Abstract
Nella seconda metà degli anni Trenta, dopo la campagna etiopica, Mussolini puntò ad un'accelerazione totalitaria del regime. Il mito dell'«uomo nuovo» e l'antiborghesismo giocarono un ruolo cruciale nella cosiddetta lotta al «vecchio mondo» e alle «vecchie istituzioni» del prefascismo, accusati di ostacolare la fascistizzazione integrale degli italiani e la risoluzione altrettanto integrale della società nello Stato. Pure il razzismo e l'antisemitismo furono parte di questo disegno, votato allo scontro di civiltà con il liberalismo e la democrazia, oltreché con il comunismo sovietico (e talora persino più contro i primi, che non contro il secondo).File | Dimensione | Formato | |
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