In Italia il fenomeno della realizzazione di strutture abitative e servizi per i lavoratori ha avuto una lunga durata e si è snodato per alcuni secoli. Elemento caratterizzante è la precocità di esperienze di questo tipo ela larga diffusione nel primo Novecento, periodo in cui l’offerta di case e servizi sembra provenire non solo da grandi imprenditori paternalisti e illuminati i Rossi di Schio, i Crespi d’Adda, i Solvay a Rosignano, i Piaggio a Pontedera, i Ginori a Firenze, il Conte Lombardo a Forno di Massa ecc.), ma anche da realtà imprenditoriali piccole o medio-piccole. La Toscana, caratterizzata da questa particolare organizzazione industriale, può costituire un esempio significativo. Nell'articolo si esamina la peculiare vicenda del villaggio industriale di Larderello, definito a due fasi. In questa località produttiva, infatti, il primo villaggio industriale, fatto costruire ai primi dell'Ottocento dall'imprenditore Larderel, coesiste con quello fatto costruire alla metà dagli anni 50 del Niovecento da Enel, che sfruttò i soffioni boraciferi a fini energetici, e la cui costruzione fu affidata alla mano dell'architetto Michelucci. Pur essendo identico il fine (assicurare benessere ai lavoratori e garantire migliore funzionalità alla fabbrica), opposto è il criterio che ha guidato la costruzione: il primo villaggio era dominato dalla presenza imponente del castello che fungeva da abitazione al proprietario e ne interpretava il suo occhio onnipresente. Nel secondo, costruito 130 anni più tardi, si separò decisamente casa e lavoro, per assicurare privacy e distanza ai lavoratori, seguendo anche i dettami del cattolicesimo sociale.

La lunga esperienza dei villaggi industriali in Italia: il caso di Larderello in Toscana, due villaggi in due fasi

TORTI, CRISTIANA
2015-01-01

Abstract

In Italia il fenomeno della realizzazione di strutture abitative e servizi per i lavoratori ha avuto una lunga durata e si è snodato per alcuni secoli. Elemento caratterizzante è la precocità di esperienze di questo tipo ela larga diffusione nel primo Novecento, periodo in cui l’offerta di case e servizi sembra provenire non solo da grandi imprenditori paternalisti e illuminati i Rossi di Schio, i Crespi d’Adda, i Solvay a Rosignano, i Piaggio a Pontedera, i Ginori a Firenze, il Conte Lombardo a Forno di Massa ecc.), ma anche da realtà imprenditoriali piccole o medio-piccole. La Toscana, caratterizzata da questa particolare organizzazione industriale, può costituire un esempio significativo. Nell'articolo si esamina la peculiare vicenda del villaggio industriale di Larderello, definito a due fasi. In questa località produttiva, infatti, il primo villaggio industriale, fatto costruire ai primi dell'Ottocento dall'imprenditore Larderel, coesiste con quello fatto costruire alla metà dagli anni 50 del Niovecento da Enel, che sfruttò i soffioni boraciferi a fini energetici, e la cui costruzione fu affidata alla mano dell'architetto Michelucci. Pur essendo identico il fine (assicurare benessere ai lavoratori e garantire migliore funzionalità alla fabbrica), opposto è il criterio che ha guidato la costruzione: il primo villaggio era dominato dalla presenza imponente del castello che fungeva da abitazione al proprietario e ne interpretava il suo occhio onnipresente. Nel secondo, costruito 130 anni più tardi, si separò decisamente casa e lavoro, per assicurare privacy e distanza ai lavoratori, seguendo anche i dettami del cattolicesimo sociale.
2015
Torti, Cristiana
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