Il numero d’esordio della rivista Nordic Perspectives on Open Science ospita un dialogo sulla scienza aperta nelle discipline umanistiche fra Jean-Claude Guédon e Thomas Wiben Jensen. Secondo The Open Access Citation Advantage Service di SPARC Europe la maggioranza degli studi finora condotti indica che la pubblicazione ad accesso aperto produce un vantaggio non irrilevante per quanto concerne il numero di citazioni. L’accesso aperto, dunque, dovrebbe essere molto appetibile per ricercatori che i sistemi di valutazione stanno trasformando in massimizzatori – razionali? – di citazioni: ma la percentuale di pubblicazioni scientifiche ad accesso aperto sembra essere al di sotto del 50%. Come mai, specie in campo umanistico, questo tipo di pubblicazione è ancora percepito come l’alternativa oscura, piuttosto che come la strada maestra? Molte riviste di scienze umane, pur avendo un numero di abbonati “di nicchia” che deve essere soccorso dal finanziamento pubblico, non passano all’accesso aperto perché temono di sparire. Come mai questa convinzione è così diffusa? Secondo Guédon, per rispondere a queste domande dobbiamo smettere di costringere la discussione nella prospettiva dell’emulazione, nel mondo della rete, di forme elaborate nel mondo della stampa quali le riviste e gli articoli.

Dopo le riviste: il futuro dell’accesso aperto

PIEVATOLO, MARIA CHIARA
2015-01-01

Abstract

Il numero d’esordio della rivista Nordic Perspectives on Open Science ospita un dialogo sulla scienza aperta nelle discipline umanistiche fra Jean-Claude Guédon e Thomas Wiben Jensen. Secondo The Open Access Citation Advantage Service di SPARC Europe la maggioranza degli studi finora condotti indica che la pubblicazione ad accesso aperto produce un vantaggio non irrilevante per quanto concerne il numero di citazioni. L’accesso aperto, dunque, dovrebbe essere molto appetibile per ricercatori che i sistemi di valutazione stanno trasformando in massimizzatori – razionali? – di citazioni: ma la percentuale di pubblicazioni scientifiche ad accesso aperto sembra essere al di sotto del 50%. Come mai, specie in campo umanistico, questo tipo di pubblicazione è ancora percepito come l’alternativa oscura, piuttosto che come la strada maestra? Molte riviste di scienze umane, pur avendo un numero di abbonati “di nicchia” che deve essere soccorso dal finanziamento pubblico, non passano all’accesso aperto perché temono di sparire. Come mai questa convinzione è così diffusa? Secondo Guédon, per rispondere a queste domande dobbiamo smettere di costringere la discussione nella prospettiva dell’emulazione, nel mondo della rete, di forme elaborate nel mondo della stampa quali le riviste e gli articoli.
2015
Pievatolo, MARIA CHIARA
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