Le malattie autoimmuni della tiroide (Autoimmune Thyroid Diseases, ATD) rappresentano il prototipo delle patologie autoimmuni organo specifiche. Le ATD sono comuni nella popolazione generale (4% in Gran Bretagna) e colpiscono prevalentemente il sesso femminile (1). Si distinguono due forme principali di ATD: il morbo di Basedow e la tiroidite cronica autoimmune (TCA). Queste malattie costituiscono gli estremi di uno spettro di patologie in cui è possibile talvolta osservare l’evoluzione di una forma clinica in un’altra durante il decorso della malattia nello stesso paziente. La prima descrizione della tiroidite cronica autoimmune risale al 1912 (2), quando Hakaru Hashimoto riportò i casi di 4 donne, tutte di etá superioare ai 40 anni e di cui almeno una clinicamente ipotiroidea, che erano state sottoposte a tiroidectomia per gozzo. All’esame istologico le tiroidi di queste pazienti non presentavano le peculiarità tipiche del gozzo colloide, ma erano caratterizzate dalla presenza di un infiltrato linfocitario diffuso, fibrosi ed atrofia parenchimale. Dopo l’iniziale descrizione di Hashimoto, sono stati riportatati altri casi di questa patologia tiroidea ritenuta inizialmente rara e poi di riscontro sempre più frequente, soprattutto dopo l’introduzione della citologia su agoaspirato. Negli anni 50 è stata dimostrata una patogenesi autoimmunitaria per questa malattia. Nel 1956 Rose and Witebsky (3) dimostrarono che immunizzando conigli con estratti tiroidei si inducevano nelle loro tiroidi alterazioni istologiche simili a quelle osservate nei pazienti descritti da Hashimoto. Successivamente Roitt (4) osservò che incubando il siero di pazienti con tiroidite di Hashimoto con estratti di tiroide umana si formavano precipati, dimostrando la presenza di anticorpi anti tiroide nel siero di questi pazienti. La tiroidite cronica autoimmune è oramai riconosciuta come il modello delle malattie atuimmuni organo specifiche e può associarsi ad altre patologie autoimmuni organo specifiche (come il morbo di Addison autoimmune, il diabete mellito tipo I, la vitiligine, la gastrite atrofica, l’anemia perniciosa, la miastenia grave) o anche non organo specifiche (come l’artrite reumatoide e il LES). Le diverse forme di TCA sono indicate nella tabella 1. La tiroidite cronica autoimmune può essere distinta in due forme: la tiroidite di Hashimoto e la variante atrofica. Sul piano clinico la tiroidite di Hashimoto è caratterizzata dalla presenza di un gozzo, di consistenza aumentata alla palpazione, mentre nella variante atrofica la tiroide non è palpabile. La funzione tiroidea può essere conservata (specie nella tiroidite di Hashimoto) o può essere presente ipotiroidismo. La tiroidite focale rappresenta una forma particolare di tiroidite caratterizzata sul piano istologico dalla presenza di infiltrati linfocitari focali, riscontrati spesso in patologie tiroidee non autoimmuni come il gozzo nodulare o il carcinoma tiroideo. La tiroidite post-partum e la tiroidite silente costituiscono due forme transitorie di tiroidite. Si manifestano in soggetti predisposti allo sviluppo di autoimmunità tiroidea ed hanno una durata limitata nel tempo, anche se possono evolvere nella tiroidite cronica autoimmune. Le diverse possibili manifestazioni cliniche generano spesso confusione nella definizione stessa di tiroidite cronica autoimmune. La presenza di anticorpi anti-tiroide non è sufficiente per la diagnosi di TCA, poiché questi autoanticorpi possono essere presenti in una minoranza di pazienti con malattie tiroidee non autoimmuni e di soggetti normali. In alcuni studi, vengono considerati affetti da TCA solo i pazienti con anticorpi anti tiroide che presentano una disfunzione tiroidea. Tuttavia, anche tale criterio non è completamente corretto, perché vengono esclusi quei pazienti con tiroidite di Hashimoto con una normale funzione tiroidea. Una definizione più corretta di TCA include la presenza di anticorpi anti tiroide associata ad un pattern ecografico ipoecogeno, tipico delle tireopatie autoimmuni, indipendentemente dalla funzione tiroidea. I diversi criteri utilizzati nella definizione di TCA sono responsabili delle differenze epidemiologiche riscontrate in diversi studi e dei risultati discrepanti sul ruolo di fattori genetici ed ambientali nella patogensi di questa malattia.

Tiroidite cronica autoimmune

FIORE, EMILIO;LATROFA, FRANCESCO;VITTI, PAOLO
2009-01-01

Abstract

Le malattie autoimmuni della tiroide (Autoimmune Thyroid Diseases, ATD) rappresentano il prototipo delle patologie autoimmuni organo specifiche. Le ATD sono comuni nella popolazione generale (4% in Gran Bretagna) e colpiscono prevalentemente il sesso femminile (1). Si distinguono due forme principali di ATD: il morbo di Basedow e la tiroidite cronica autoimmune (TCA). Queste malattie costituiscono gli estremi di uno spettro di patologie in cui è possibile talvolta osservare l’evoluzione di una forma clinica in un’altra durante il decorso della malattia nello stesso paziente. La prima descrizione della tiroidite cronica autoimmune risale al 1912 (2), quando Hakaru Hashimoto riportò i casi di 4 donne, tutte di etá superioare ai 40 anni e di cui almeno una clinicamente ipotiroidea, che erano state sottoposte a tiroidectomia per gozzo. All’esame istologico le tiroidi di queste pazienti non presentavano le peculiarità tipiche del gozzo colloide, ma erano caratterizzate dalla presenza di un infiltrato linfocitario diffuso, fibrosi ed atrofia parenchimale. Dopo l’iniziale descrizione di Hashimoto, sono stati riportatati altri casi di questa patologia tiroidea ritenuta inizialmente rara e poi di riscontro sempre più frequente, soprattutto dopo l’introduzione della citologia su agoaspirato. Negli anni 50 è stata dimostrata una patogenesi autoimmunitaria per questa malattia. Nel 1956 Rose and Witebsky (3) dimostrarono che immunizzando conigli con estratti tiroidei si inducevano nelle loro tiroidi alterazioni istologiche simili a quelle osservate nei pazienti descritti da Hashimoto. Successivamente Roitt (4) osservò che incubando il siero di pazienti con tiroidite di Hashimoto con estratti di tiroide umana si formavano precipati, dimostrando la presenza di anticorpi anti tiroide nel siero di questi pazienti. La tiroidite cronica autoimmune è oramai riconosciuta come il modello delle malattie atuimmuni organo specifiche e può associarsi ad altre patologie autoimmuni organo specifiche (come il morbo di Addison autoimmune, il diabete mellito tipo I, la vitiligine, la gastrite atrofica, l’anemia perniciosa, la miastenia grave) o anche non organo specifiche (come l’artrite reumatoide e il LES). Le diverse forme di TCA sono indicate nella tabella 1. La tiroidite cronica autoimmune può essere distinta in due forme: la tiroidite di Hashimoto e la variante atrofica. Sul piano clinico la tiroidite di Hashimoto è caratterizzata dalla presenza di un gozzo, di consistenza aumentata alla palpazione, mentre nella variante atrofica la tiroide non è palpabile. La funzione tiroidea può essere conservata (specie nella tiroidite di Hashimoto) o può essere presente ipotiroidismo. La tiroidite focale rappresenta una forma particolare di tiroidite caratterizzata sul piano istologico dalla presenza di infiltrati linfocitari focali, riscontrati spesso in patologie tiroidee non autoimmuni come il gozzo nodulare o il carcinoma tiroideo. La tiroidite post-partum e la tiroidite silente costituiscono due forme transitorie di tiroidite. Si manifestano in soggetti predisposti allo sviluppo di autoimmunità tiroidea ed hanno una durata limitata nel tempo, anche se possono evolvere nella tiroidite cronica autoimmune. Le diverse possibili manifestazioni cliniche generano spesso confusione nella definizione stessa di tiroidite cronica autoimmune. La presenza di anticorpi anti-tiroide non è sufficiente per la diagnosi di TCA, poiché questi autoanticorpi possono essere presenti in una minoranza di pazienti con malattie tiroidee non autoimmuni e di soggetti normali. In alcuni studi, vengono considerati affetti da TCA solo i pazienti con anticorpi anti tiroide che presentano una disfunzione tiroidea. Tuttavia, anche tale criterio non è completamente corretto, perché vengono esclusi quei pazienti con tiroidite di Hashimoto con una normale funzione tiroidea. Una definizione più corretta di TCA include la presenza di anticorpi anti tiroide associata ad un pattern ecografico ipoecogeno, tipico delle tireopatie autoimmuni, indipendentemente dalla funzione tiroidea. I diversi criteri utilizzati nella definizione di TCA sono responsabili delle differenze epidemiologiche riscontrate in diversi studi e dei risultati discrepanti sul ruolo di fattori genetici ed ambientali nella patogensi di questa malattia.
2009
Fiore, Emilio; Latrofa, Francesco; Vitti, Paolo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/788288
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