Libertà e sicurezza è stato il tema scelto da Giuseppe de Vergottini per inaugurare la nuova rivista Percorsi costituzionali giustificando questa sua decisione nel fatto che la drammaticità di attentati terroristici ricorrenti aveva da un po' di anni giustificato a livello interno, internazionale e comunitario l'intervento con "misure intese a elidere e prevenire le situazioni di pericolo", tali da comprimere in modo stabile i diritti costituzionalmente garantiti in base al principio della sicurezza. Si domandava tuttavia se "i rapporti fra diritti di libertà e sicurezza vanno affrontati e risolti in termini di bilanciamento o di cedevolezza" e quale fosse il modo per "ottenere sicurezza senza compromettere i diritti". Gli avvenimenti più recenti dell'uso o meglio dell'abuso delle intercettazioni telefoniche a livello internazionale giustificate da motivi di prevenzione del terrorismo, tali da andare a ledere anche la privacy dei rappresentanti e più in generale degli organi di governo degli altri Stati, richiede un ripensamento sulle modalità per garantire in modo adeguato sia la sicurezza che i diritti, senza che la prevalenza dell'una possa determinare la forte riduzione degli altri. Questa strada ovviamente deve seguire in particolare politiche e provvedimenti di carattere internazionale, trattandosi di comportamenti criminosi transfrontalieri, che richiedono l'intervento con misure preventive e repressive realizzabili (e più che altro efficaci) solo se operanti a livello mondiale. Il limite degli strumenti di carattere internazionale è tuttavia evidente e nello stesso tempo in molti Stati non vi è il riconoscimento di quei valori e di quei principi di libertà considerati come primari nell'organizzazione sociale europea, cosicché più che perseguire un bilanciamento ci si indirizza prevalentemente verso la "cedevolezza" delle libertà per un generico motivo di sicurezza nazionale. La strada comunitaria può invece costituire un percorso preferibile e sicuramente da privilegiare, sia perché i valori europei di tutela delle libertà, che da sempre costituiscono la chiave di lettura per ogni tipo di intervento comunitario, possono e devono essere esportati a livello internazionale, sia perché una collaborazione ed una cooperazione fra Stati, proprio per prevenire determinate categorie di reati può essere raggiunta attraverso una fiducia reciproca e nello stesso tempo un adattamento fra ordinamenti giuridici.

“LIBERTÀ E SICUREZZA” ANCHE ATTRAVERSO UNA “GIUSTIZIA” COMUNE. L’ARMONIZZAZIONE E LA COOPERAZIONE NELLO SPAZIO DI LIBERTA’, SICUREZZA E GIUSTIZIA

CATELANI, ELISABETTA
2015-01-01

Abstract

Libertà e sicurezza è stato il tema scelto da Giuseppe de Vergottini per inaugurare la nuova rivista Percorsi costituzionali giustificando questa sua decisione nel fatto che la drammaticità di attentati terroristici ricorrenti aveva da un po' di anni giustificato a livello interno, internazionale e comunitario l'intervento con "misure intese a elidere e prevenire le situazioni di pericolo", tali da comprimere in modo stabile i diritti costituzionalmente garantiti in base al principio della sicurezza. Si domandava tuttavia se "i rapporti fra diritti di libertà e sicurezza vanno affrontati e risolti in termini di bilanciamento o di cedevolezza" e quale fosse il modo per "ottenere sicurezza senza compromettere i diritti". Gli avvenimenti più recenti dell'uso o meglio dell'abuso delle intercettazioni telefoniche a livello internazionale giustificate da motivi di prevenzione del terrorismo, tali da andare a ledere anche la privacy dei rappresentanti e più in generale degli organi di governo degli altri Stati, richiede un ripensamento sulle modalità per garantire in modo adeguato sia la sicurezza che i diritti, senza che la prevalenza dell'una possa determinare la forte riduzione degli altri. Questa strada ovviamente deve seguire in particolare politiche e provvedimenti di carattere internazionale, trattandosi di comportamenti criminosi transfrontalieri, che richiedono l'intervento con misure preventive e repressive realizzabili (e più che altro efficaci) solo se operanti a livello mondiale. Il limite degli strumenti di carattere internazionale è tuttavia evidente e nello stesso tempo in molti Stati non vi è il riconoscimento di quei valori e di quei principi di libertà considerati come primari nell'organizzazione sociale europea, cosicché più che perseguire un bilanciamento ci si indirizza prevalentemente verso la "cedevolezza" delle libertà per un generico motivo di sicurezza nazionale. La strada comunitaria può invece costituire un percorso preferibile e sicuramente da privilegiare, sia perché i valori europei di tutela delle libertà, che da sempre costituiscono la chiave di lettura per ogni tipo di intervento comunitario, possono e devono essere esportati a livello internazionale, sia perché una collaborazione ed una cooperazione fra Stati, proprio per prevenire determinate categorie di reati può essere raggiunta attraverso una fiducia reciproca e nello stesso tempo un adattamento fra ordinamenti giuridici.
2015
Catelani, Elisabetta
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