Tecnico e teorico dell’amministrazione locale, intellettuale vicino ai socialisti-rivoluzionari russi (PS-R), G.I. Šrejder si era già guadagnato una fama di esperto con i suoi studi sul sistema comunale russo e europeo quando nel 1906, con la fine della prima ondata rivoluzionaria, decise di emigrare in Italia. Trascorse qui più di un decennio, prima a Napoli poi nella colonia russa di Roma, studiando il mondo politico italiano e in particolare il partito repubblicano, il gruppo intermedio (tra radicali e socialisti) dell’alleanza di sinistra che proprio in quegli anni aveva portato alla guida del Campidoglio Ernesto Nathan. Politicamente, anche all’interno del mondo russo egli aspirava soprattutto a avvicinare gli elementi socialisti a quelli liberal-democratici, stimolando il PS-R sulla via della legalizzazione. L’aspetto più diretto e più tecnico del suo democratismo si manifestò allora attraverso interessanti analisi del sistema politico-amministrativo italiano, e in particolare del suo autogoverno comunale, che considerava un fondamentale elemento di costruzione dal basso di ogni ideale spontanea libertà popolare. I suoi contemporanei studi sull’autogoverno e sulla storia dell’amministrazione municipale russa lo portarono nel 1917 a farsi eleggere sindaco di Pietrogrado, la capitale dello stato russo e della rivoluzione, ma dopo il colpo bolscevico di fine anno riprese la via dell’opposizione e dell’esilio, tornando nel 1919 in Italia.
Tra neopopulismo e repubblicanesimo. Grigorij Šrejder e l’autogoverno comunale italiano, 1912-1914.
VENTURI, ANTONELLO LIVIO
2012-01-01
Abstract
Tecnico e teorico dell’amministrazione locale, intellettuale vicino ai socialisti-rivoluzionari russi (PS-R), G.I. Šrejder si era già guadagnato una fama di esperto con i suoi studi sul sistema comunale russo e europeo quando nel 1906, con la fine della prima ondata rivoluzionaria, decise di emigrare in Italia. Trascorse qui più di un decennio, prima a Napoli poi nella colonia russa di Roma, studiando il mondo politico italiano e in particolare il partito repubblicano, il gruppo intermedio (tra radicali e socialisti) dell’alleanza di sinistra che proprio in quegli anni aveva portato alla guida del Campidoglio Ernesto Nathan. Politicamente, anche all’interno del mondo russo egli aspirava soprattutto a avvicinare gli elementi socialisti a quelli liberal-democratici, stimolando il PS-R sulla via della legalizzazione. L’aspetto più diretto e più tecnico del suo democratismo si manifestò allora attraverso interessanti analisi del sistema politico-amministrativo italiano, e in particolare del suo autogoverno comunale, che considerava un fondamentale elemento di costruzione dal basso di ogni ideale spontanea libertà popolare. I suoi contemporanei studi sull’autogoverno e sulla storia dell’amministrazione municipale russa lo portarono nel 1917 a farsi eleggere sindaco di Pietrogrado, la capitale dello stato russo e della rivoluzione, ma dopo il colpo bolscevico di fine anno riprese la via dell’opposizione e dell’esilio, tornando nel 1919 in Italia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.