L’istituzione dei primi Orti botanici accademici, straordinari strumenti di osservazione dei vegetali, ha rivoluzionato lo studio delle piante e posto le basi per la fondazione delle moderne scienze botaniche. Dopo quasi cinque secoli di storia, gli Orti botanici mantengono un fortissimo potenziale per la ricerca scientifica e la divulgazione che hanno un naturale punto d’incontro proprio nelle collezioni vive, ordinate secondo criteri di classificazione che in alcuni casi rispecchiano tuttora i paradigmi tardo-rinascimentali, mentre in altri si sono adeguati alle profonde innovazioni prodotte nel frattempo dal-la scienza botanica. Indipendentemente dai criteri adottati, le collezioni presentano una visione ordinata della diversità vegetale, nella quale le piante sono collocate secondo una sequenza logica che, come il filo di una collana, lega in modo prevedibile un elemento a quelli adiacenti. È proprio nelle collezioni così strutturate che un visitatore prende coscienza di affinità e differenze che non sarebbero così ovvie se la collocazione delle piante fosse casuale. La collezione dunque trasmette un messaggio, divulga visivamente e sintetizza nello spazio e nel tempo le osservazioni frutto d’intense indagini scientifiche in diverse parti del mondo. In periodi diversi, la ricerca scientifica ha suggeri- to diversi criteri di ordinamento delle collezioni: le affinità morfologiche, la sequenza evolutiva, l’appartenenza al medesimo tipo di vegetazione. La combinazione di diversi criteri, diversi gruppi sistematici e diverse aree geografiche ha dato vita a collezioni uniche, di straordinario interesse scientifico e divulgativo, che rendono la visita agli Orti botanici un’esperienza emotivamente coinvolgente. Gli Orti botanici più antichi, inoltre, custodiscono anche alberi secolari, maestosi patriarchi vegetali, quali non è possibile trovare altrove.

Collezioni botaniche uniche in Italia

BEDINI, GIANNI
2016-01-01

Abstract

L’istituzione dei primi Orti botanici accademici, straordinari strumenti di osservazione dei vegetali, ha rivoluzionato lo studio delle piante e posto le basi per la fondazione delle moderne scienze botaniche. Dopo quasi cinque secoli di storia, gli Orti botanici mantengono un fortissimo potenziale per la ricerca scientifica e la divulgazione che hanno un naturale punto d’incontro proprio nelle collezioni vive, ordinate secondo criteri di classificazione che in alcuni casi rispecchiano tuttora i paradigmi tardo-rinascimentali, mentre in altri si sono adeguati alle profonde innovazioni prodotte nel frattempo dal-la scienza botanica. Indipendentemente dai criteri adottati, le collezioni presentano una visione ordinata della diversità vegetale, nella quale le piante sono collocate secondo una sequenza logica che, come il filo di una collana, lega in modo prevedibile un elemento a quelli adiacenti. È proprio nelle collezioni così strutturate che un visitatore prende coscienza di affinità e differenze che non sarebbero così ovvie se la collocazione delle piante fosse casuale. La collezione dunque trasmette un messaggio, divulga visivamente e sintetizza nello spazio e nel tempo le osservazioni frutto d’intense indagini scientifiche in diverse parti del mondo. In periodi diversi, la ricerca scientifica ha suggeri- to diversi criteri di ordinamento delle collezioni: le affinità morfologiche, la sequenza evolutiva, l’appartenenza al medesimo tipo di vegetazione. La combinazione di diversi criteri, diversi gruppi sistematici e diverse aree geografiche ha dato vita a collezioni uniche, di straordinario interesse scientifico e divulgativo, che rendono la visita agli Orti botanici un’esperienza emotivamente coinvolgente. Gli Orti botanici più antichi, inoltre, custodiscono anche alberi secolari, maestosi patriarchi vegetali, quali non è possibile trovare altrove.
2016
Bedini, Gianni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/799373
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