La recente crisi finanziaria ed economica ha aumentato il numero di coloro che ritengono che le distorsioni prodotte dal “mercato” non siano meno severe di quelle prodotte (potenzialmente) dall’intervento statale, una osservazione che solo alcuni anni fa avrebbe trovato pochi sostenitori. Tale conclusione tuttavia, non vale solo per quanto riguarda il dilemma stato-mercato (un dilemma inappropriato e mal posto secondo molti autori), ma anche per quanto riguarda il confronto fra approcci economici basati sul paradigma dell’homo oeconomicus, comunemente adottati nella teoria economica prevalente, e quelli basati sull’homo reciprocans o animal civile. Questi ultimi, che fino ad ora venivano sostanzialmente ignorati a causa del loro presunto velleitarismo e la loro presunta naiveté “buonista”, possono essere sintetizzati dalle diverse espressioni dell’”economia civile”, alle quali il mondo accademico sta dedicando attenzione crescente. In effetti, né il mercato né lo stato possono operare efficientemente e correttamente nell’assenza di codici etici e morali comunemente accettati e condivisi. Società civile, associazioni di volontariato, ONG, gruppi di acquisto solidale, associazioni religiose, possono fare molto in questa direzione..

Nuovi e vecchi paradigmi economici alla luce della crisi finanziaria ed economica

DELLA POSTA, POMPEO
2011-01-01

Abstract

La recente crisi finanziaria ed economica ha aumentato il numero di coloro che ritengono che le distorsioni prodotte dal “mercato” non siano meno severe di quelle prodotte (potenzialmente) dall’intervento statale, una osservazione che solo alcuni anni fa avrebbe trovato pochi sostenitori. Tale conclusione tuttavia, non vale solo per quanto riguarda il dilemma stato-mercato (un dilemma inappropriato e mal posto secondo molti autori), ma anche per quanto riguarda il confronto fra approcci economici basati sul paradigma dell’homo oeconomicus, comunemente adottati nella teoria economica prevalente, e quelli basati sull’homo reciprocans o animal civile. Questi ultimi, che fino ad ora venivano sostanzialmente ignorati a causa del loro presunto velleitarismo e la loro presunta naiveté “buonista”, possono essere sintetizzati dalle diverse espressioni dell’”economia civile”, alle quali il mondo accademico sta dedicando attenzione crescente. In effetti, né il mercato né lo stato possono operare efficientemente e correttamente nell’assenza di codici etici e morali comunemente accettati e condivisi. Società civile, associazioni di volontariato, ONG, gruppi di acquisto solidale, associazioni religiose, possono fare molto in questa direzione..
2011
DELLA POSTA, Pompeo
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