In questo saggio, che costituisce una prima ricognizione sull’arte dello spettatore e sui dispositivi di attivazione della memoria creativa, argomenti di grande interesse negli ultimi anni in ambito teatrologico, si cercherà di affrontare questioni fondanti per il rapporto tra culture/pratiche teatrali e saperi condivisi. Tale riflessione, che sonda il rapporto tra corpo-memoria dell’attore/autore e corpo memoria dello spettatore/testimone, s’inserisce all’interno di un percorso ben più ampio riguardante il teatro contemporaneo, nei suoi processi identitari e dinamiche di fruizione. Si tratta di un primo esito teorico del Progetto di ricerca italo-francese che sto coordinando come responsabile scientifico italiano, assieme a Erica Magris dell’Université Paris VIII Saint Denis e a un’équipe composta da studiosi delle forme sceniche, delle scienze sociali, dell’economia dello spettacolo. Il progetto si prefigge lo scopo di indagare le dinamiche di aggregazione di tipo familiare e parafamiliare, nell’ambito delle organizzazioni teatrali contemporanee (in particolare italiane e francesi) dalla duplice prospettiva dei processi creativi e ricettivi, strettamente connessi tra loro. Due sono, quindi, i presupposti fondamentali per questa iniziale riflessione: il primo è costituito dall’interesse per lo spettatore “in carne e ossa”, nella consapevolezza che i processi attivatori di creatività artistica e di memoria passano dalla percezione corporea, dunque da esperienze vissute “in presenza”. Il secondo riguarda il concetto di “famiglia” e di "compagnia" (troupe) all’interno del contesto teatrale post-drammatico – e del contesto sociale contemporaneo come macroinsieme –, categoria che si riferisce a un sistema di relazioni non necessariamente coincidente con legami di consaguineità o vincoli matrimoniali, bensì associata alla possibilità di stabilire alleanze che permettano supporto reciproco e rapporti di scambio tra individualità.
Corpi im-memori. L'utopia dello spettatore partecipante
MARINAI, EVA
2016-01-01
Abstract
In questo saggio, che costituisce una prima ricognizione sull’arte dello spettatore e sui dispositivi di attivazione della memoria creativa, argomenti di grande interesse negli ultimi anni in ambito teatrologico, si cercherà di affrontare questioni fondanti per il rapporto tra culture/pratiche teatrali e saperi condivisi. Tale riflessione, che sonda il rapporto tra corpo-memoria dell’attore/autore e corpo memoria dello spettatore/testimone, s’inserisce all’interno di un percorso ben più ampio riguardante il teatro contemporaneo, nei suoi processi identitari e dinamiche di fruizione. Si tratta di un primo esito teorico del Progetto di ricerca italo-francese che sto coordinando come responsabile scientifico italiano, assieme a Erica Magris dell’Université Paris VIII Saint Denis e a un’équipe composta da studiosi delle forme sceniche, delle scienze sociali, dell’economia dello spettacolo. Il progetto si prefigge lo scopo di indagare le dinamiche di aggregazione di tipo familiare e parafamiliare, nell’ambito delle organizzazioni teatrali contemporanee (in particolare italiane e francesi) dalla duplice prospettiva dei processi creativi e ricettivi, strettamente connessi tra loro. Due sono, quindi, i presupposti fondamentali per questa iniziale riflessione: il primo è costituito dall’interesse per lo spettatore “in carne e ossa”, nella consapevolezza che i processi attivatori di creatività artistica e di memoria passano dalla percezione corporea, dunque da esperienze vissute “in presenza”. Il secondo riguarda il concetto di “famiglia” e di "compagnia" (troupe) all’interno del contesto teatrale post-drammatico – e del contesto sociale contemporaneo come macroinsieme –, categoria che si riferisce a un sistema di relazioni non necessariamente coincidente con legami di consaguineità o vincoli matrimoniali, bensì associata alla possibilità di stabilire alleanze che permettano supporto reciproco e rapporti di scambio tra individualità.File | Dimensione | Formato | |
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