Il tempo parziale è stato rappresentato dalla retorica istituzionale quale strumento ideale per sostenere l’espansione del mercato del lavoro (European Commission, 2004) in virtù della sua funzionalità alle trasformazioni in atto. Dal lato dell’offerta consentirebbe infatti di far fronte alle fluttuazioni del mercato e dal lato della domanda di aumentare la stessa consentendo l’ingresso nel mercato del lavoro delle fasce di popolazione inattiva: in particolare donne e giovani (Oecd, 1999). La ricerca si colloca nell’alveo della letteratura critica che si è proposta di evidenziare le criticità del ricorso a tale forma contrattuale quale strategia di work-life balance evidenziando l’effetto di ‘misconoscimento’ che tale fraintendimento genera. Il radicamento e la conseguente vischiosità dei processi di cambiamento tendono a riprodurre i principi organizzativi dell’ordine sociale fondato sul “dominio maschile” (Bourdieu, 1998) secondo “l’archetipo della separatezza tra ciò che è maschile e ciò che è femminile e la subordinazione ‘simbolica’ del secondo rispetto al primo” (Gherardi, 1998 p. 169). Dopo un’analisi gender-oriented dei dati secondari relativi alle motivazioni di ricorso al part-time in Italia e in Europa, il contributo restituisce i risultati di un percorso di ricerca gender-sensitive realizzato nell’Università di Pisa sul personale tecnico-amministrativo in regime di part-time (volontario). I risultati delle interviste e dei focus hanno permesso di evidenziare le dinamiche perverse di rafforzamento degli stereotipi di genere innescate dai meccanismi di giustificazione delle scelte compiute da uomini e donne.
Il genere della flessibilità. Un’indagine sul part-time nell’Università di Pisa
CERVIA, SILVIA
2008-01-01
Abstract
Il tempo parziale è stato rappresentato dalla retorica istituzionale quale strumento ideale per sostenere l’espansione del mercato del lavoro (European Commission, 2004) in virtù della sua funzionalità alle trasformazioni in atto. Dal lato dell’offerta consentirebbe infatti di far fronte alle fluttuazioni del mercato e dal lato della domanda di aumentare la stessa consentendo l’ingresso nel mercato del lavoro delle fasce di popolazione inattiva: in particolare donne e giovani (Oecd, 1999). La ricerca si colloca nell’alveo della letteratura critica che si è proposta di evidenziare le criticità del ricorso a tale forma contrattuale quale strategia di work-life balance evidenziando l’effetto di ‘misconoscimento’ che tale fraintendimento genera. Il radicamento e la conseguente vischiosità dei processi di cambiamento tendono a riprodurre i principi organizzativi dell’ordine sociale fondato sul “dominio maschile” (Bourdieu, 1998) secondo “l’archetipo della separatezza tra ciò che è maschile e ciò che è femminile e la subordinazione ‘simbolica’ del secondo rispetto al primo” (Gherardi, 1998 p. 169). Dopo un’analisi gender-oriented dei dati secondari relativi alle motivazioni di ricorso al part-time in Italia e in Europa, il contributo restituisce i risultati di un percorso di ricerca gender-sensitive realizzato nell’Università di Pisa sul personale tecnico-amministrativo in regime di part-time (volontario). I risultati delle interviste e dei focus hanno permesso di evidenziare le dinamiche perverse di rafforzamento degli stereotipi di genere innescate dai meccanismi di giustificazione delle scelte compiute da uomini e donne.File | Dimensione | Formato | |
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