Introduzione: Il maggior rischio per la sicurezza di una protesi, che determina necessariamente al momento dell’impianto un’alterazione della distribuzione dei carichi a livello articolare con conseguente adattamento dell’osso, è il riassorbimento osseo periprotesico che si realizza a medio-lungo termine dopo impianto di PTA, risultato di una complessa interazione tra fattori intrinseci, estrinseci (materiali, design, rivestimenti e fissazione) e fisiologici e principalmente concentrato nella metafisi femorale prossimale. Lo studio delle cause del fallimento dell’impianto, così come l’interesse verso la Tissue Sparing Surgery (tecniche mini-invasive ed impianti con design conservativo), ha sviluppato un crescente interesse negli ultimi anni, soprattutto in ragione della necessità di intervenire su soggetti sempre più giovani, con maggiori richieste funzionali post-operatoire e aspettativa di vita più lunga. Per lo studio in vivo dei fenomeni di rimodellamento periprotesico la DEXA viene descritta come la metodica più sensibile nel rilevare minime variazioni di densità ossea già in fase precoce, al contrario della RX. Scopo di questo studio è confrontare gli effetti esercitati dal diverso design di due steli protesici sul riassorbimento osseo periprotesico, al fine di valutare se lo stelo corto Metha® rappresenti una scelta qualitativamente superiore rispetto ad altri steli, più lunghi ma pur sempre a presa meta-metadiafisaria come lo stelo Accolade® TMZF, in relazione al fenomeno di riassorbimento osseo periprotesico e indirettamente alla longevità dell’impianto. Materiali e Metodi: Il confronto dei 2 steli nasce dai trend densitometrici osservati in 2 diversi studi eseguiti presso la nostra clinica in collaborazione col Centro di Fisiologia Clinica (CNR G.Monasterio) di Pisa. In accordo coi criteri di inclusione/esclusione prestabiliti, sono stati reclutati 40 pazienti, sottoposti ad artroprotesi totale d’anca: 20 con impianto di stelo Accolade® TMZF (età media 66), appartenenti al gruppo 1; 20 con stelo Metha® (età media 59), appartenenti al gruppo 2. Tutti sono stati valutati clinicamente (Harris Hip e Womac score) e radiograficamente in fase pre-operatoria, nonchè clinicamente, radiograficamente e con esame dexa entro 6 mesi e a 12, 24 e 36 mesi dall’impianto. È opportuno sottolineare che i due studi hanno mostrato risultati statisticamente significativi solo se presi sin golarmente, in quanto non analiticamente paragonabili (Aree di Gruen non omogenee); la nostra analisi conclusiva quindi si è basata esclusivamente sul confronto dei due Trend osservati. Risultati: I risultati a 36 mesi indicano un aumento statisticamente significativo (p< 0.001) dei punteggi dell’HHS all’interno di entrambi i gruppi di studio. Nessun paziente ha subito reimpianto chirurgico. In nessun controllo Rx abbiamo evidenziato aree di radiolucenza. All’analisi DEXA le variazioni del BMD nelle 7 aree di Gruen a 36 mesi di follow-up hanno evidenziato: per il gruppo 1 un decremento esclusivamente nella zona del Calcar (R7) con valore del 2,9%, un modesto aumento in R1, R2 e R3 ed un incremento del BMD statisticamente significativo (p<0,05) a 24 e 36 mesi dall’impianto in R4(6,2%), R5(7,2%) e R6(8,15%); anche per il gruppo 2 abbiamo riscontrato un trend di valore del BMD periprotesico positivo in tutte le aree, con valori statisticamente significativi in R5(10,5%) e R6(17,8%) ad eccezione di R1 che è rimasta costante nel tempo e R7 che ha mostrato un decremento del 4,7%. Discussione: Entrambi gli steli analizzati garantiscono, dopo un f-u di 36 mesi, una sicurezza in termini di riassorbimento osseo, mostrando un trend del BMD positivo in tutte le aree di Gruen ad eccezione della R7 dove osserviamo un lieve decrremento (da 1,03 ad 1,00 per il gruppo 1; da 1,07 a 1,02 per il gruppo 2). L’analisi Dexa mostra quindi, per entrambi i design, un trasferimento dei carichi prevalentemente sul comparto meta-diafisario mediale (R5, R6), paramentro essenziale nel garantire la sopravvivenza dell’impianto a lungo termine. Conclusioni: Nonostante entrambi si siano dimostrati stabili, dal confronto dei risultati con la letteratura è emerso che il diverso posizionamento (varo/valgo) può influenzare significativamente i valori del BMD per lo stelo Metha® specialmente nelle aree prossimali (R1, R7). Nasce quindi il dubbio se effettivamente lo stelo corto Metha®, che presenta una maggior variabilità di orientamento e quindi necessita di maggior esperienza da parte dell’operatore, offra vantaggi rispetto ad uno stelo leggermente più lungo e meno operatore dipendente.

VALUTA ZIONE DEL RIASSORBIMENTO OSSEO PERIPROTESICO DOPO IMPIANTO DI PTA . CONFRONTO DEL TREND DENSITOMETRICO TRA DUE DIVERSI DESIGN DI STELO: ACCOLADE(STRYKER) VS METHA(BBRAUN)

CIAPINI, GIANLUCA;PARCHI, PAOLO DOMENICO;LISANTI, MICHELE
2015-01-01

Abstract

Introduzione: Il maggior rischio per la sicurezza di una protesi, che determina necessariamente al momento dell’impianto un’alterazione della distribuzione dei carichi a livello articolare con conseguente adattamento dell’osso, è il riassorbimento osseo periprotesico che si realizza a medio-lungo termine dopo impianto di PTA, risultato di una complessa interazione tra fattori intrinseci, estrinseci (materiali, design, rivestimenti e fissazione) e fisiologici e principalmente concentrato nella metafisi femorale prossimale. Lo studio delle cause del fallimento dell’impianto, così come l’interesse verso la Tissue Sparing Surgery (tecniche mini-invasive ed impianti con design conservativo), ha sviluppato un crescente interesse negli ultimi anni, soprattutto in ragione della necessità di intervenire su soggetti sempre più giovani, con maggiori richieste funzionali post-operatoire e aspettativa di vita più lunga. Per lo studio in vivo dei fenomeni di rimodellamento periprotesico la DEXA viene descritta come la metodica più sensibile nel rilevare minime variazioni di densità ossea già in fase precoce, al contrario della RX. Scopo di questo studio è confrontare gli effetti esercitati dal diverso design di due steli protesici sul riassorbimento osseo periprotesico, al fine di valutare se lo stelo corto Metha® rappresenti una scelta qualitativamente superiore rispetto ad altri steli, più lunghi ma pur sempre a presa meta-metadiafisaria come lo stelo Accolade® TMZF, in relazione al fenomeno di riassorbimento osseo periprotesico e indirettamente alla longevità dell’impianto. Materiali e Metodi: Il confronto dei 2 steli nasce dai trend densitometrici osservati in 2 diversi studi eseguiti presso la nostra clinica in collaborazione col Centro di Fisiologia Clinica (CNR G.Monasterio) di Pisa. In accordo coi criteri di inclusione/esclusione prestabiliti, sono stati reclutati 40 pazienti, sottoposti ad artroprotesi totale d’anca: 20 con impianto di stelo Accolade® TMZF (età media 66), appartenenti al gruppo 1; 20 con stelo Metha® (età media 59), appartenenti al gruppo 2. Tutti sono stati valutati clinicamente (Harris Hip e Womac score) e radiograficamente in fase pre-operatoria, nonchè clinicamente, radiograficamente e con esame dexa entro 6 mesi e a 12, 24 e 36 mesi dall’impianto. È opportuno sottolineare che i due studi hanno mostrato risultati statisticamente significativi solo se presi sin golarmente, in quanto non analiticamente paragonabili (Aree di Gruen non omogenee); la nostra analisi conclusiva quindi si è basata esclusivamente sul confronto dei due Trend osservati. Risultati: I risultati a 36 mesi indicano un aumento statisticamente significativo (p< 0.001) dei punteggi dell’HHS all’interno di entrambi i gruppi di studio. Nessun paziente ha subito reimpianto chirurgico. In nessun controllo Rx abbiamo evidenziato aree di radiolucenza. All’analisi DEXA le variazioni del BMD nelle 7 aree di Gruen a 36 mesi di follow-up hanno evidenziato: per il gruppo 1 un decremento esclusivamente nella zona del Calcar (R7) con valore del 2,9%, un modesto aumento in R1, R2 e R3 ed un incremento del BMD statisticamente significativo (p<0,05) a 24 e 36 mesi dall’impianto in R4(6,2%), R5(7,2%) e R6(8,15%); anche per il gruppo 2 abbiamo riscontrato un trend di valore del BMD periprotesico positivo in tutte le aree, con valori statisticamente significativi in R5(10,5%) e R6(17,8%) ad eccezione di R1 che è rimasta costante nel tempo e R7 che ha mostrato un decremento del 4,7%. Discussione: Entrambi gli steli analizzati garantiscono, dopo un f-u di 36 mesi, una sicurezza in termini di riassorbimento osseo, mostrando un trend del BMD positivo in tutte le aree di Gruen ad eccezione della R7 dove osserviamo un lieve decrremento (da 1,03 ad 1,00 per il gruppo 1; da 1,07 a 1,02 per il gruppo 2). L’analisi Dexa mostra quindi, per entrambi i design, un trasferimento dei carichi prevalentemente sul comparto meta-diafisario mediale (R5, R6), paramentro essenziale nel garantire la sopravvivenza dell’impianto a lungo termine. Conclusioni: Nonostante entrambi si siano dimostrati stabili, dal confronto dei risultati con la letteratura è emerso che il diverso posizionamento (varo/valgo) può influenzare significativamente i valori del BMD per lo stelo Metha® specialmente nelle aree prossimali (R1, R7). Nasce quindi il dubbio se effettivamente lo stelo corto Metha®, che presenta una maggior variabilità di orientamento e quindi necessita di maggior esperienza da parte dell’operatore, offra vantaggi rispetto ad uno stelo leggermente più lungo e meno operatore dipendente.
2015
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