Il presente lavoro riguarda le misure restrittive individuali a carattere economico dell'Unione europea, in particolare quelle adottate per fini diversi dalla lotta al terrorismo internazionale. Concentra l’attenzione sulle quelle adottate, indipendente dalle Nazioni Unite, contro i regimi governativi; evidenzia le mutazioni che hanno caratterizzato le sanzioni quanto ai motivi che le supportano (i cosiddetti “criteri di designazione”) e alla qualità dei destinatari, avendo particolare riguardo alle misure autonomamente adottate dall’Unione. Si rivolge poi al contenzioso insorto in relazione a questi particolari atti di politica estera le forme di controllo giurisdizionale consentite (ricorso di annullamento oppure anche rinvio pregiudiziale sulla validità e sull’interpretazione), accenna alla legittimazione ad agire delle persone colpite dalle sanzioni, nonché la portata del sindacato giurisdizionale della Corte di Giustizia (nel senso di Corte-giurisdizione) rispetto a tali atti. Cerca di identificare nella giurisprudenza degli ultimi tre-quattro anni possano delle vere e proprie tendenze giurisprudenziali in base alle quali è in qualche modo possibile prevedere l’esito dei ricorsi, a seconda della categoria a cui appartengono i ricorrenti (individui-organi di Stati terzi e loro familiari, uomini d’affari e altre categorie di privati). In aggiunta, esamina se la Corte di Giustizia abbia effettivamente salvaguardato i diritti procedurali e sostanziali delle persone inserite nelle liste― limitando così la discrezionalità del Consiglio nell’adozione delle sanzioni economiche e allo stesso tempo condizionando il modus operandi di tale istituzione―ovvero sia stata deferente nei confronti di quest’ultima in considerazione dei limiti della competenza giurisdizionale in materia di PESC.
Le misure restrittive individuali a carattere economico: tendenze del quadro normativo e giurisprudenziale
POLI, SARA
2016-01-01
Abstract
Il presente lavoro riguarda le misure restrittive individuali a carattere economico dell'Unione europea, in particolare quelle adottate per fini diversi dalla lotta al terrorismo internazionale. Concentra l’attenzione sulle quelle adottate, indipendente dalle Nazioni Unite, contro i regimi governativi; evidenzia le mutazioni che hanno caratterizzato le sanzioni quanto ai motivi che le supportano (i cosiddetti “criteri di designazione”) e alla qualità dei destinatari, avendo particolare riguardo alle misure autonomamente adottate dall’Unione. Si rivolge poi al contenzioso insorto in relazione a questi particolari atti di politica estera le forme di controllo giurisdizionale consentite (ricorso di annullamento oppure anche rinvio pregiudiziale sulla validità e sull’interpretazione), accenna alla legittimazione ad agire delle persone colpite dalle sanzioni, nonché la portata del sindacato giurisdizionale della Corte di Giustizia (nel senso di Corte-giurisdizione) rispetto a tali atti. Cerca di identificare nella giurisprudenza degli ultimi tre-quattro anni possano delle vere e proprie tendenze giurisprudenziali in base alle quali è in qualche modo possibile prevedere l’esito dei ricorsi, a seconda della categoria a cui appartengono i ricorrenti (individui-organi di Stati terzi e loro familiari, uomini d’affari e altre categorie di privati). In aggiunta, esamina se la Corte di Giustizia abbia effettivamente salvaguardato i diritti procedurali e sostanziali delle persone inserite nelle liste― limitando così la discrezionalità del Consiglio nell’adozione delle sanzioni economiche e allo stesso tempo condizionando il modus operandi di tale istituzione―ovvero sia stata deferente nei confronti di quest’ultima in considerazione dei limiti della competenza giurisdizionale in materia di PESC.File | Dimensione | Formato | |
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