L‟obiettivo di questo capitolo è quello di favorire l‟incontro intellettuale e scientifico tra il lettore e l‟Interazionismo Simbolico come prospettiva sociologica. Alla base di questo incontro c‟è la constatazione che l‟Interazionismo Simbolico è conosciuto in Italia solo in minima parte, per ragioni che approfondiremo nelle pagine che seguono; gli studenti in sociologia, in psicologia sociale o in servizio sociale hanno avuto e in gran parte continuano ad avere una conoscenza piuttosto scarsa e limitata di questa prospettiva. Infatti, nei manuali introduttivi di Sociolo- gia generale o di Storia del pensiero sociologico essa è solo rapidamente tratteg- giata e limitatamente ai contributi di Herbert Blumer e George Herbert Mead (nei manuali più “specializzati”, si aggiungono Erving Goffman e Howard Becker), che potremmo definire sinteticamente esponenti della versione “classica” dell‟Interazionismo Simbolico (da ora, IS)1. Questo capitolo sarà dedicato a tratteggiare una linea di continuità tra la ver- sione “classica” – la più conosciuta nel nostro Paese – e quella “contemporane- a”, i cui esponenti e i cui contributi teorici ed empirici sono poco noti, se non per un gruppo di cultori simpatetici rispetto alla prospettiva. In particolare, attraver- so una rapida esplorazione di autori e temi che oggi contribuiscono al consoli- damento e alla diffusione della prospettiva un po‟ in tutte le parti del mondo, le prossime pagine si pongono l‟obiettivo di favorire l‟avvicinamento delle giovani generazioni di studenti e studiosi all‟IS, ai suoi quadri concettuali e ai suoi stru- menti metodologici, in modo che se ne possa valutare l‟efficacia e l‟utilità all‟interno dei propri processi di ricerca e di studio – ma anche nelle attività di intervento sociale per coloro che, come gli assistenti sociali, i formatori, gli edu- catori, siano disponibili a prendere in considerazione, anche solo in parte, quei quadri e quegli strumenti all‟interno della propria attività professionale.
Incontro con l'Interazionismo Simbolico contemporaneo
SALVINI, ANDREA
2016-01-01
Abstract
L‟obiettivo di questo capitolo è quello di favorire l‟incontro intellettuale e scientifico tra il lettore e l‟Interazionismo Simbolico come prospettiva sociologica. Alla base di questo incontro c‟è la constatazione che l‟Interazionismo Simbolico è conosciuto in Italia solo in minima parte, per ragioni che approfondiremo nelle pagine che seguono; gli studenti in sociologia, in psicologia sociale o in servizio sociale hanno avuto e in gran parte continuano ad avere una conoscenza piuttosto scarsa e limitata di questa prospettiva. Infatti, nei manuali introduttivi di Sociolo- gia generale o di Storia del pensiero sociologico essa è solo rapidamente tratteg- giata e limitatamente ai contributi di Herbert Blumer e George Herbert Mead (nei manuali più “specializzati”, si aggiungono Erving Goffman e Howard Becker), che potremmo definire sinteticamente esponenti della versione “classica” dell‟Interazionismo Simbolico (da ora, IS)1. Questo capitolo sarà dedicato a tratteggiare una linea di continuità tra la ver- sione “classica” – la più conosciuta nel nostro Paese – e quella “contemporane- a”, i cui esponenti e i cui contributi teorici ed empirici sono poco noti, se non per un gruppo di cultori simpatetici rispetto alla prospettiva. In particolare, attraver- so una rapida esplorazione di autori e temi che oggi contribuiscono al consoli- damento e alla diffusione della prospettiva un po‟ in tutte le parti del mondo, le prossime pagine si pongono l‟obiettivo di favorire l‟avvicinamento delle giovani generazioni di studenti e studiosi all‟IS, ai suoi quadri concettuali e ai suoi stru- menti metodologici, in modo che se ne possa valutare l‟efficacia e l‟utilità all‟interno dei propri processi di ricerca e di studio – ma anche nelle attività di intervento sociale per coloro che, come gli assistenti sociali, i formatori, gli edu- catori, siano disponibili a prendere in considerazione, anche solo in parte, quei quadri e quegli strumenti all‟interno della propria attività professionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.