L’opera di Terragni, almeno prima dei capolavori della «maturità», quelle che vanno dall’Asilo Sant’Elia in poi (se mai si può parlare di maturità per un architetto scomparso a trentanove anni), si costruisce come un progetto «onnivoro» ed inclusivo di tutti i linguaggi dell’avanguardia radicale europea. In quei pochi anni di carriera si accumulano in maniera leggibile nella sua opera: Gropius e le sue piante centrifughe, gli scatti volumetrici e gli aggetti del primo Mies, la scomposizione tetradimensionale di De Stijl, l’incontro decisivo con l’architettura di Le Corbusier e, appunto, il Costruttivismo e la sua tecnica del “montaggio analitico”, che come il «Razionalismo» italiano, vanta una discendenza diretta dal Futurismo.
L'ultimo costruttivista
LANINI, LUCA
2016-01-01
Abstract
L’opera di Terragni, almeno prima dei capolavori della «maturità», quelle che vanno dall’Asilo Sant’Elia in poi (se mai si può parlare di maturità per un architetto scomparso a trentanove anni), si costruisce come un progetto «onnivoro» ed inclusivo di tutti i linguaggi dell’avanguardia radicale europea. In quei pochi anni di carriera si accumulano in maniera leggibile nella sua opera: Gropius e le sue piante centrifughe, gli scatti volumetrici e gli aggetti del primo Mies, la scomposizione tetradimensionale di De Stijl, l’incontro decisivo con l’architettura di Le Corbusier e, appunto, il Costruttivismo e la sua tecnica del “montaggio analitico”, che come il «Razionalismo» italiano, vanta una discendenza diretta dal Futurismo.File | Dimensione | Formato | |
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