INTRODUZIONE L’attività virucida del 6-isobornil-3-4-xilenolo (xibornolo) sui patogeni del cavo orale è nota sin dagli anni ‘70 ed è stata documentata per circa un decennio, tuttavia la sua determinazione è basata prevalentemente su pochi dati clinici. La stima sperimentale in vitro quantitativa è limitata dal fatto che né la farmacopea europea né quella americana prevedono test appropriati, tuttavia alcune norme recenti, che riguardano gli antisettici, possono essere adattati a tale scopo. METODI Le prove in vitro sono state effettuate seguendo, per quanto possibile, le indicazioni della norma europea UNI EN 14476 che prevedono: - Test di contatto tra virus e 3 concentrazioni diverse del principio attivo, opportunamente diluite per evitare effetti tossici; - Condizioni sperimentali differenti (pulito e contaminato); - Stima del titolo virale su colture cellulari con metodo di Karber (log DCP50/ml). I virus testati sono stati scelti tra quelli più strettamente responsabili di infezioni delle alte vie respiratorie: Human Adenovirus, Human Rhinovirus e Human Coronavirus. RISULTATI Complessivamente, per la concentrazione commercializzata (3%), i RISULTATI ottenuti mostrano un andamento comune per tutti i virus con un titolo medio, pari a 4,1 ± 0,7 log DCP50/ml, che si annulla dopo i test di contatto in ogni condizione. L’abbattimento medio è risultato maggiore nelle condizioni di pulito con valore medio di 4 log, rispetto ai test in condizioni di contaminazione (3 log). CONCLUSIONI I dati confermano l’azione virucida dello xibornolo ed evidenziano, per la prima volta, un dato quantitativo indicante una diversa efficienza in relazione alla presenza di contaminanti nella matrice. È ipotizzabile estendere lo studio anche in ottica di una eventuale sperimentazione clinica del prodotto per verificarne l’efficacia anche sulle mucose del cavo orale.

Stima dell’attività virucida dello Xibornolo nei confronti di virus patogeni del cavo orale

VERANI, MARCO;CARDUCCI, ANNALAURA
2016-01-01

Abstract

INTRODUZIONE L’attività virucida del 6-isobornil-3-4-xilenolo (xibornolo) sui patogeni del cavo orale è nota sin dagli anni ‘70 ed è stata documentata per circa un decennio, tuttavia la sua determinazione è basata prevalentemente su pochi dati clinici. La stima sperimentale in vitro quantitativa è limitata dal fatto che né la farmacopea europea né quella americana prevedono test appropriati, tuttavia alcune norme recenti, che riguardano gli antisettici, possono essere adattati a tale scopo. METODI Le prove in vitro sono state effettuate seguendo, per quanto possibile, le indicazioni della norma europea UNI EN 14476 che prevedono: - Test di contatto tra virus e 3 concentrazioni diverse del principio attivo, opportunamente diluite per evitare effetti tossici; - Condizioni sperimentali differenti (pulito e contaminato); - Stima del titolo virale su colture cellulari con metodo di Karber (log DCP50/ml). I virus testati sono stati scelti tra quelli più strettamente responsabili di infezioni delle alte vie respiratorie: Human Adenovirus, Human Rhinovirus e Human Coronavirus. RISULTATI Complessivamente, per la concentrazione commercializzata (3%), i RISULTATI ottenuti mostrano un andamento comune per tutti i virus con un titolo medio, pari a 4,1 ± 0,7 log DCP50/ml, che si annulla dopo i test di contatto in ogni condizione. L’abbattimento medio è risultato maggiore nelle condizioni di pulito con valore medio di 4 log, rispetto ai test in condizioni di contaminazione (3 log). CONCLUSIONI I dati confermano l’azione virucida dello xibornolo ed evidenziano, per la prima volta, un dato quantitativo indicante una diversa efficienza in relazione alla presenza di contaminanti nella matrice. È ipotizzabile estendere lo studio anche in ottica di una eventuale sperimentazione clinica del prodotto per verificarne l’efficacia anche sulle mucose del cavo orale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/825905
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