Tra gli inquinanti prodotti dall'attività umana sono particolarmente tossici per la maggior parte degli organismi i metalli pesanti - come cadmio, cromo, piombo, nichel, ma anche argento, manganese, rame e arsenico - che si accumulano nelle acque e nel terreno. Vi sono però alcune piante che, comportandosi come "pompe a energia solare", accumulano e sequestrano in particolari strutture cellulari i metalli tossici rendendoli inoffensivi. Il meccanismo biochimico che consente questa efficace forma di difesa da parte delle piante è basato su particolari proteine, le fitochelatine, che sono in grado di formare complessi molecolari con i metalli stessi sottraendoli alla libera circolazione all'interno del citoplasma cellulare e confinandoli in vacuoli. Non tutte le piante, però, si comportano allo stesso modo nei confronti dei metalli pesanti. Alcune non li tollerano affatto, altre hanno evoluto meccanismi di difesa più o meno efficienti riuscendo così a colonizzare ambienti invivibili per altre piante, altre ancora non solo li tollerano ma addirittura li iperaccumulano nei loro tessuti con meccanismi diversi da quelli messi in atto dalle fitochelatine. Sono in particolare queste ultime - tra cui si trovano specie comuni come il cavolo, la colza, la felce - a essere prese in considerazione come decontaminatrici di suoli.

Le difese delle piante dai metalli pesanti

SANITA' di TOPPI, LUIGI
2002-01-01

Abstract

Tra gli inquinanti prodotti dall'attività umana sono particolarmente tossici per la maggior parte degli organismi i metalli pesanti - come cadmio, cromo, piombo, nichel, ma anche argento, manganese, rame e arsenico - che si accumulano nelle acque e nel terreno. Vi sono però alcune piante che, comportandosi come "pompe a energia solare", accumulano e sequestrano in particolari strutture cellulari i metalli tossici rendendoli inoffensivi. Il meccanismo biochimico che consente questa efficace forma di difesa da parte delle piante è basato su particolari proteine, le fitochelatine, che sono in grado di formare complessi molecolari con i metalli stessi sottraendoli alla libera circolazione all'interno del citoplasma cellulare e confinandoli in vacuoli. Non tutte le piante, però, si comportano allo stesso modo nei confronti dei metalli pesanti. Alcune non li tollerano affatto, altre hanno evoluto meccanismi di difesa più o meno efficienti riuscendo così a colonizzare ambienti invivibili per altre piante, altre ancora non solo li tollerano ma addirittura li iperaccumulano nei loro tessuti con meccanismi diversi da quelli messi in atto dalle fitochelatine. Sono in particolare queste ultime - tra cui si trovano specie comuni come il cavolo, la colza, la felce - a essere prese in considerazione come decontaminatrici di suoli.
2002
SANITA' di TOPPI, Luigi
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