Obiettivo di questo lavoro è di verificare se è vero che «il male più grave che af igge il nostro sistema di governo non è la mancanza dei poteri di indirizzo, ma la cattiva direzione». e se, quindi, il contenuto dell’art. 95 Cost. ed il potere di direzione del Presidente del Consiglio sia stato alterato dal prevalere di una democrazia maggioritaria che ha sostanzialmente ridotto in modo signi cativo il carattere collegiale delle decisioni governative, con il pre- valere della volontà di uno o di pochi sui molti. Se, ancora, è vero che occorrerebbe porre un «argine contro la tendenza, più volte rilevata, alla commistione tra motivazioni “tecniche” e motivazioni politiche di determinate scelte, contribuendo a “smascherare” la politicità sottesa a scelte governative contrabbandate come osservanza di mere regole “tecniche”». Occorre in altre parole domandarsi se l’evoluzione dei rapporti con gli altri Stati dell’Unione europea, la significativa esposizione nanziaria dell’Italia per debiti pregressi, la fondamentale instabilità dei governi e la difficoltà di questi di rappresentare la volontà dei cittadini, portino ad un modo diverso di dover concepire l’organizzazione governativa dello Stato. La fase storica vissuta dall’Italia in questi ultimi anni presenta caratteri sicuramente anomali rispetto alla situazione preesistente e che hanno richiesto risposte particolari al ne di risolvere avvenimenti contingenti: nel momento massimo della crisi economica e nell’incapacità del governo di svolgere la propria funzione d’indirizzo politico e più che altro di poter avere un riconoscimento internazionale, ciò ha comportato l’affidamento del potere esecutivo ad un governo non espressione della politica, ma ad un soggetto caratterizzato solo da una forte competenza tecnica in materia economica e finanziaria.
POLITICA E TECNICA: PRESUPPOSTI INSCINDIBILI DEL BUON GOVERNO
CATELANI, ELISABETTA
2016-01-01
Abstract
Obiettivo di questo lavoro è di verificare se è vero che «il male più grave che af igge il nostro sistema di governo non è la mancanza dei poteri di indirizzo, ma la cattiva direzione». e se, quindi, il contenuto dell’art. 95 Cost. ed il potere di direzione del Presidente del Consiglio sia stato alterato dal prevalere di una democrazia maggioritaria che ha sostanzialmente ridotto in modo signi cativo il carattere collegiale delle decisioni governative, con il pre- valere della volontà di uno o di pochi sui molti. Se, ancora, è vero che occorrerebbe porre un «argine contro la tendenza, più volte rilevata, alla commistione tra motivazioni “tecniche” e motivazioni politiche di determinate scelte, contribuendo a “smascherare” la politicità sottesa a scelte governative contrabbandate come osservanza di mere regole “tecniche”». Occorre in altre parole domandarsi se l’evoluzione dei rapporti con gli altri Stati dell’Unione europea, la significativa esposizione nanziaria dell’Italia per debiti pregressi, la fondamentale instabilità dei governi e la difficoltà di questi di rappresentare la volontà dei cittadini, portino ad un modo diverso di dover concepire l’organizzazione governativa dello Stato. La fase storica vissuta dall’Italia in questi ultimi anni presenta caratteri sicuramente anomali rispetto alla situazione preesistente e che hanno richiesto risposte particolari al ne di risolvere avvenimenti contingenti: nel momento massimo della crisi economica e nell’incapacità del governo di svolgere la propria funzione d’indirizzo politico e più che altro di poter avere un riconoscimento internazionale, ciò ha comportato l’affidamento del potere esecutivo ad un governo non espressione della politica, ma ad un soggetto caratterizzato solo da una forte competenza tecnica in materia economica e finanziaria.File | Dimensione | Formato | |
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