Il saggio è dedicato alla complessa gestazione del testo drammatico e scenico “De Pretore Vincenzo” di Eduardo De Filippo, che comprende non solo manoscritti, copioni ed edizioni a stampa, ma anche rappresentazioni teatrali ed edizioni televisive. Uno dei capitolo più strani del “romanzo teatrale” eduardiano, esemplare nella sua drammaturgica mobilità, è "De Pretore Vincenzo", in cui si ricorre allo schermo fiabesco per travestire una polemica sociale, rovesciandone sintomaticamente la conclusione canonica. Un’anti-fiaba, dal finale tragico; perché la fiaba (d’una magia religiosa) si svolge solo nel mondo dell’io del protagonista, mentre gli antagonisti sono sempre in agguato nel mondo esterno. Ma la vicenda dell’opera è appunto complessa, attraversando e perfino travalicando la cornice della "Cantata dei giorni dispari" (che con la "Cantata dei giorni pari" costituisce l'edizione a stampa del teatro di Eduardo). Il testo della commedia entra nella prima edizione Einaudi del secondo volume della "Dispari" nel 1958, e si mantiene inalterato nell’edizione 1971 (riveduta) dello stesso volume (fino alla ristampa del 1975); invece, a partire dall’edizione riveduta del 1979, mostra varianti strutturali e linguistiche che si conserveranno nelle successive ristampe o edizioni della "Cantata". Dunque le trasformazioni di rilievo riguardano il passaggio fra la tappa del suo esordio nella "Dispari" (’58) e quella pressoché definitiva nello stesso volume del ’79. E, non a caso, il più trasfigurato appare il quadro del “Paradiso visto in delirio” dal protagonista, che nell’edizione iniziale è ambientato nel Salone di un Castello, dove avviene e si esprime in prosa pseudo-italiana l’incontro fra il ladro ed il Signore, che finirà per accoglierlo nel suo regno; invece, nell’ultima edizione, il dialogo si svolge in una piazzetta (doppio onirico di quella napoletana che contiene i quadri precedenti) attraverso un linguaggio pseudo-dialettale e in versi, che offre del Paradiso una visione più lirica e meno evidentemente politica. Partendo dall’osservazione di tali varianti editoriali, se ne possono cercare le motivazioni anche in rapporto alla vicenda (ad esse intrecciata) delle diverse messinscene. Attraverso materiali conservati presso l’Archivio del Gabinetto Vieusseux di Firenze e presso la Biblioteca Teatrale del Burcardo di Roma, si ricostruisce un percorso che inizia dal poemetto "Vincenzo De Pretore", manoscritto del 1949 (ma pubblicato nella raccolta "Il paese di Pulcinella" del 1951), continua con la stesura originale, ma incompleta, del dramma "De Pretore Vincenzo", e con la trascrizione dattiloscritta della “Discussione con Lucignani” dell’autore (in vista dell’allestimento della commedia) che risale al 27 gennaio 1957. Si arriva quindi al copione dello spettacolo dato per la prima volta il 26 aprile 1957 al Teatro de’ Servi di Roma, con Lucignani aiuto regista, per la regia di Eduardo (che non recita, mentre le parti principali sono affidate ai giovani Achille Millo e Valeria Moriconi). Si prosegue con i testi editi della commedia, tutti sostanzialmente fedeli al copione del ’57, approdando finalmente alla differente versione dell’opera: in occasione dell’edizione televisiva del 1975, per la regia di Eduardo, che stavolta recita la doppia parte di Don Peppino il Tabaccaio-San Giuseppe, mentre Vincenzo è Luca De Filippo e Ninuccia è Angelica Ippolito (Rai Due 1976); alla quale corrisponde l’ultima pubblicazione autonoma del testo nel ’77 e poi la sua ultima edizione nella "Dispari" del 1979. L’excursus attraverso le diverse (per qualità e materia espressiva) versioni dell’opera consente di coglierne il versante della maturazione non solo artistica ma anche etica, che la trasforma alla fine in un teatrale romanzo di formazione, sia pure (ma inevitabilmente) in chiave onirica.

"Il 'romanzo teatrale' di Eduardo e il capitolo 'De Pretore' "

BARSOTTI, ANNA
2004-01-01

Abstract

Il saggio è dedicato alla complessa gestazione del testo drammatico e scenico “De Pretore Vincenzo” di Eduardo De Filippo, che comprende non solo manoscritti, copioni ed edizioni a stampa, ma anche rappresentazioni teatrali ed edizioni televisive. Uno dei capitolo più strani del “romanzo teatrale” eduardiano, esemplare nella sua drammaturgica mobilità, è "De Pretore Vincenzo", in cui si ricorre allo schermo fiabesco per travestire una polemica sociale, rovesciandone sintomaticamente la conclusione canonica. Un’anti-fiaba, dal finale tragico; perché la fiaba (d’una magia religiosa) si svolge solo nel mondo dell’io del protagonista, mentre gli antagonisti sono sempre in agguato nel mondo esterno. Ma la vicenda dell’opera è appunto complessa, attraversando e perfino travalicando la cornice della "Cantata dei giorni dispari" (che con la "Cantata dei giorni pari" costituisce l'edizione a stampa del teatro di Eduardo). Il testo della commedia entra nella prima edizione Einaudi del secondo volume della "Dispari" nel 1958, e si mantiene inalterato nell’edizione 1971 (riveduta) dello stesso volume (fino alla ristampa del 1975); invece, a partire dall’edizione riveduta del 1979, mostra varianti strutturali e linguistiche che si conserveranno nelle successive ristampe o edizioni della "Cantata". Dunque le trasformazioni di rilievo riguardano il passaggio fra la tappa del suo esordio nella "Dispari" (’58) e quella pressoché definitiva nello stesso volume del ’79. E, non a caso, il più trasfigurato appare il quadro del “Paradiso visto in delirio” dal protagonista, che nell’edizione iniziale è ambientato nel Salone di un Castello, dove avviene e si esprime in prosa pseudo-italiana l’incontro fra il ladro ed il Signore, che finirà per accoglierlo nel suo regno; invece, nell’ultima edizione, il dialogo si svolge in una piazzetta (doppio onirico di quella napoletana che contiene i quadri precedenti) attraverso un linguaggio pseudo-dialettale e in versi, che offre del Paradiso una visione più lirica e meno evidentemente politica. Partendo dall’osservazione di tali varianti editoriali, se ne possono cercare le motivazioni anche in rapporto alla vicenda (ad esse intrecciata) delle diverse messinscene. Attraverso materiali conservati presso l’Archivio del Gabinetto Vieusseux di Firenze e presso la Biblioteca Teatrale del Burcardo di Roma, si ricostruisce un percorso che inizia dal poemetto "Vincenzo De Pretore", manoscritto del 1949 (ma pubblicato nella raccolta "Il paese di Pulcinella" del 1951), continua con la stesura originale, ma incompleta, del dramma "De Pretore Vincenzo", e con la trascrizione dattiloscritta della “Discussione con Lucignani” dell’autore (in vista dell’allestimento della commedia) che risale al 27 gennaio 1957. Si arriva quindi al copione dello spettacolo dato per la prima volta il 26 aprile 1957 al Teatro de’ Servi di Roma, con Lucignani aiuto regista, per la regia di Eduardo (che non recita, mentre le parti principali sono affidate ai giovani Achille Millo e Valeria Moriconi). Si prosegue con i testi editi della commedia, tutti sostanzialmente fedeli al copione del ’57, approdando finalmente alla differente versione dell’opera: in occasione dell’edizione televisiva del 1975, per la regia di Eduardo, che stavolta recita la doppia parte di Don Peppino il Tabaccaio-San Giuseppe, mentre Vincenzo è Luca De Filippo e Ninuccia è Angelica Ippolito (Rai Due 1976); alla quale corrisponde l’ultima pubblicazione autonoma del testo nel ’77 e poi la sua ultima edizione nella "Dispari" del 1979. L’excursus attraverso le diverse (per qualità e materia espressiva) versioni dell’opera consente di coglierne il versante della maturazione non solo artistica ma anche etica, che la trasforma alla fine in un teatrale romanzo di formazione, sia pure (ma inevitabilmente) in chiave onirica.
2004
Barsotti, Anna
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/83657
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact