LIVORNO CONTEMPORANEA: DAL “PIANO DI RICOSTRUZIONE” AL “PIANO DELLE QUALITÀ” (1947-1977)

Only through studies aiming at identification of contemporary cities and the reconstruction of urban development processes, future actions could be carried out. To this effect it will be useful to describe some decisive events of the last few decades and start a journey through contemporary world in order to retrace the evolution of the city of Livorno. The post-war period began with the incredible story of a reconstruction project signed by engineer Carlo Roccatelli and approved in 1947. The project did not give value to a destroyed city, reconstructing it in something completely different. The reconstructive strategy of Livorno city centre takes place by following a pre-war project designed by Marcello Piacentini. In 1952, Edoardo Detti, together with other architects, draw up the general plan of Livorno, and, among the main purposes of the plan, indicated "the city’s functional development as a port and an industrial centre." But, the new 1958 draft of the project was never signed by Detti, nor by other members of the group. In the seventies, Livorno appears as "a vast architectural expanse from the 50's, 60's and 70’, fractured by the strip of still-standing city quarters." Italo Insolera, architect appointed to the new plan of the city, in 1973, promoted "the quality plan", the main goal of which was quality realization "through provision of services which would be both adequate and proportional to the population". The Insolera plan, strongly marked by studies connected to transformations of cities, has, however, found "a partial implementation in comparison to important transformation operations the plan had in view."

Solo attraverso studi mirati al riconoscimento della città contemporanea e alla ricostruzione dei processi di sviluppo dell’impianto urbano si possono guidare gli interventi futuri. In tal senso è utile raccontare gli avvenimenti decisivi di questi ultimi decenni e intraprendere un viaggio attraverso la contemporaneità per ripercorrere il divenire della città labronica. Il dopoguerra si apre con la rocambolesca vicenda del piano di ricostruzione firmato dall’ingegnere Carlo Roccatelli, approvato nel 1947, che non riconosce l’effettivo valore della città distrutta e ricostruisce tutta un’altra cosa. La strategia ricostruttiva del centro di Livorno avviene seguendo palesemente l’ordito del Piano prebellico disegnato da Marcello Piacentini. Nel 1952 Edoardo Detti insieme ad altri progettisti redige il Piano Regolatore Generale di Livorno e indica tra gli scopi principali del Piano «il potenziamento funzionale della città come centro industriale e portuale». Ma la nuova stesura del piano del 1958 non verrà mai firmata né da Detti, né dagli altri membri del gruppo. Negli anni Settanta Livorno appare come «un'ampia distesa di architettura degli anni '50, '60, '70 interrotta dalla striscia dei Borghi superstiti». Italo Insolera, architetto incaricato, nel 1973, del nuovo Piano regolatore della città, promuove il “Piano delle qualità” che ha come obiettivo principale il raggiungimento qualitativo «attraverso la dotazione di servizi adeguati e proporzionati alla popolazione». Il “Piano Insolera”, fortemente caratterizzato dallo studio delle trasformazioni della città, ha, però, trovato «una attuazione parziale rispetto alle grandi operazioni di trasformazione urbanistica da esso impostate».