L’articolo propone una ricostruzione delle caratteristiche assunte dal sistema bancario toscano nel corso del XIX secolo. All’indomani della Restaurazione il Granducato di Toscana fu il primo Stato italiano a dotarsi di Casse di Sconto autorizzate ad emettere biglietti; nel medesimo periodo fu riorganizzato il Monte dei Paschi di Siena e furono aperte numerose casse di risparmio. L’intensificazione finanziaria avvenne in un contesto di crescita lenta dell’economia interna, ma in uno più ampio di sviluppo dei traffici commerciali su scala europea. Il credito, individuato come trait-d’union fra agricoltura e commercio, fu inteso come lo strumento attraverso il quale consolidare la proprietà fondiaria e controllare l’indebitamento dei proprietari terrieri. Nel ventennio successivo all’unificazione della Penisola, il comparto bancario toscano conobbe una repentina espansione, trainata dalla proliferazione degli istituti fondati a Firenze. Le ragioni del progressivo ampliamento del tessuto bancario regionale attengono sia alle dinamiche che, sul piano nazionale, interessarono il settore creditizio e i processi monetari, sia ad alcune “anomalie” che affondano le radici nel particolare contesto storico regionale, vale a dire l’esistenza di ben due istituti di emissione: la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito per l’Industria e il Commercio. Le due banche, per la capacità intrinseca che avevano di creare liquidità monetaria e, contestualmente, di erogare credito, costituirono il perno intorno al quale negli anni ’60-’70 si sviluppò il comparto bancario. Salvo alcune eccezioni, gli istituti creditizi nati dopo l’Unità erano caratterizzati da un basso livello di capitalizzazione e la loro genesi era spesso riconducibile al finanziamento di singole iniziative speculative, circostanza che vincolò le loro sorti alla fortuna delle intraprese ai quali erano legati. Le criticità congenite ad un modello creditizio così configurato si manifestarono in modo palese in seguito al dissesto in cui incorsero i due istituti di emissione agli inizi degli anni ’90, causando un ridimensionamento del comparto a livello regionale.

Lo sviluppo bancario nella Toscana dell’800

CINI, MARCO;CONTI, GIUSEPPE
2016-01-01

Abstract

L’articolo propone una ricostruzione delle caratteristiche assunte dal sistema bancario toscano nel corso del XIX secolo. All’indomani della Restaurazione il Granducato di Toscana fu il primo Stato italiano a dotarsi di Casse di Sconto autorizzate ad emettere biglietti; nel medesimo periodo fu riorganizzato il Monte dei Paschi di Siena e furono aperte numerose casse di risparmio. L’intensificazione finanziaria avvenne in un contesto di crescita lenta dell’economia interna, ma in uno più ampio di sviluppo dei traffici commerciali su scala europea. Il credito, individuato come trait-d’union fra agricoltura e commercio, fu inteso come lo strumento attraverso il quale consolidare la proprietà fondiaria e controllare l’indebitamento dei proprietari terrieri. Nel ventennio successivo all’unificazione della Penisola, il comparto bancario toscano conobbe una repentina espansione, trainata dalla proliferazione degli istituti fondati a Firenze. Le ragioni del progressivo ampliamento del tessuto bancario regionale attengono sia alle dinamiche che, sul piano nazionale, interessarono il settore creditizio e i processi monetari, sia ad alcune “anomalie” che affondano le radici nel particolare contesto storico regionale, vale a dire l’esistenza di ben due istituti di emissione: la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito per l’Industria e il Commercio. Le due banche, per la capacità intrinseca che avevano di creare liquidità monetaria e, contestualmente, di erogare credito, costituirono il perno intorno al quale negli anni ’60-’70 si sviluppò il comparto bancario. Salvo alcune eccezioni, gli istituti creditizi nati dopo l’Unità erano caratterizzati da un basso livello di capitalizzazione e la loro genesi era spesso riconducibile al finanziamento di singole iniziative speculative, circostanza che vincolò le loro sorti alla fortuna delle intraprese ai quali erano legati. Le criticità congenite ad un modello creditizio così configurato si manifestarono in modo palese in seguito al dissesto in cui incorsero i due istituti di emissione agli inizi degli anni ’90, causando un ridimensionamento del comparto a livello regionale.
2016
Cini, Marco; Conti, Giuseppe
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