Il contributo muove da un’analisi dei lavori dell’Assemblea Nazionale Costituente durante la revisione complessiva del testo costituzionale (estate 1791). Le sedute dell’11, 12 e 27 agosto furono dedicate alle condizioni per l’accesso alla cittadinanza politica. Prestando ascolto a un ampio fronte di critiche, il comitato di revisione propose l’eliminazione del cosiddetto marco d’argento (uno dei vincoli richiesti per essere rappresentante) ma, al contempo, pretese condizioni molto più dure per accedere al secondo grado, quello degli elettori. Si è scritto, erroneamente, che tali modifiche non suscitarono la stessa larga opposizione che aveva contraddistinto il dibattito pubblico sul marco d’argento. L’esame dei lavori in Aula mostra invece che l’opposizione, certo minoritaria, ci fu e che lottò strenuamente contro questa misura. Tale dibattito, futile perché le nuove disposizioni furono spazzate via dagli eventi, è comunque rilevante. Esso permette di entrare nel vivo di posizioni, aspettative, ma anche comportamenti (il tutto si svolge in concomitanza con le prime elezioni per l’Assemblea Legislativa) con gli occhi di chi era ansioso di «chiudere a rivoluzione» e di chi, invece, pensava di rilanciarla: da una parte come dall’altra, richiamando il piano simbolico del droit de cité.
Là «où l'égalité respire»: Pétion de Villeneuve all'Asemblea Nazionale Costituente, 11 agosto 1791
CASSINA, CRISTINA
2017-01-01
Abstract
Il contributo muove da un’analisi dei lavori dell’Assemblea Nazionale Costituente durante la revisione complessiva del testo costituzionale (estate 1791). Le sedute dell’11, 12 e 27 agosto furono dedicate alle condizioni per l’accesso alla cittadinanza politica. Prestando ascolto a un ampio fronte di critiche, il comitato di revisione propose l’eliminazione del cosiddetto marco d’argento (uno dei vincoli richiesti per essere rappresentante) ma, al contempo, pretese condizioni molto più dure per accedere al secondo grado, quello degli elettori. Si è scritto, erroneamente, che tali modifiche non suscitarono la stessa larga opposizione che aveva contraddistinto il dibattito pubblico sul marco d’argento. L’esame dei lavori in Aula mostra invece che l’opposizione, certo minoritaria, ci fu e che lottò strenuamente contro questa misura. Tale dibattito, futile perché le nuove disposizioni furono spazzate via dagli eventi, è comunque rilevante. Esso permette di entrare nel vivo di posizioni, aspettative, ma anche comportamenti (il tutto si svolge in concomitanza con le prime elezioni per l’Assemblea Legislativa) con gli occhi di chi era ansioso di «chiudere a rivoluzione» e di chi, invece, pensava di rilanciarla: da una parte come dall’altra, richiamando il piano simbolico del droit de cité.File | Dimensione | Formato | |
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