Le istanze di partecipazione civica, di inclusione sociale e di sviluppo sostenibile, espresse dai cittadini che si attivano per il benessere della comunità, sono al centro, costituendone la linfa vitale, della “rivoluzione carsica” che caratterizza la nascita, sempre più frequente e diffusa, dei cosiddetti circuiti monetari alternativi. Si tratta di sistemi fondati su strumenti di pagamento complementari — che si aggiungono, integrandola, alla valuta ufficiale — concepiti per l’acquisto di beni e servizi all’interno di ambiti geografici generalmente circoscritti. In queste esperienze (nel mondo se ne contano più di cinquemila esempi), spesso limitate quanto a dimensione territoriale di riferimento, la moneta è concepita come un fatto sociale di cui il cittadino si riappropria, in un’ottica di reciprocità, per il perseguimento e la cura del bene comune, ovvero dell’interesse generale, che supera il mero “vantaggio” ottenuto dallo scambio di mercato. La novità e la differenza di cui si compone il concetto di “alternativa” dalle stesse proposto, pertanto, non sta solo nella distinzione rispetto alla moneta emessa dalla Banca centrale, avente corso legale — e dunque efficacia liberatoria, secondo l’articolo 1277 del codice civile — ma anche e soprattutto nelle finalità e nei principi che con tali strumenti si intendono affermare.

Le monete alternative nel modello dell’amministrazione condivisa

CELATI, BENEDETTA
2017-01-01

Abstract

Le istanze di partecipazione civica, di inclusione sociale e di sviluppo sostenibile, espresse dai cittadini che si attivano per il benessere della comunità, sono al centro, costituendone la linfa vitale, della “rivoluzione carsica” che caratterizza la nascita, sempre più frequente e diffusa, dei cosiddetti circuiti monetari alternativi. Si tratta di sistemi fondati su strumenti di pagamento complementari — che si aggiungono, integrandola, alla valuta ufficiale — concepiti per l’acquisto di beni e servizi all’interno di ambiti geografici generalmente circoscritti. In queste esperienze (nel mondo se ne contano più di cinquemila esempi), spesso limitate quanto a dimensione territoriale di riferimento, la moneta è concepita come un fatto sociale di cui il cittadino si riappropria, in un’ottica di reciprocità, per il perseguimento e la cura del bene comune, ovvero dell’interesse generale, che supera il mero “vantaggio” ottenuto dallo scambio di mercato. La novità e la differenza di cui si compone il concetto di “alternativa” dalle stesse proposto, pertanto, non sta solo nella distinzione rispetto alla moneta emessa dalla Banca centrale, avente corso legale — e dunque efficacia liberatoria, secondo l’articolo 1277 del codice civile — ma anche e soprattutto nelle finalità e nei principi che con tali strumenti si intendono affermare.
2017
Celati, Benedetta
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