Anche a Pisa come nel resto dell’Europa e di Italia la spagnola arriva silenziosa, i primi malati si iniziano a vedere verso la fine di settembre del 1918. Vi sono i primi ricoveri anche se ancora non si prevedono le estreme conseguenze che sarebbero giunte di li a poco. Il 9 settembre il Presidente dell’ospedale di Pisa scrive al Sindaco per avere più acqua potabile per i malati ricoverati presso San Iacopo circa 200 persone tra civili e soldati.Il10 settembre il sindaco del comune di Collesalvetti, scrive alla direzione degli spedali di Pisa per far ricoverare i propri cittadini.Il 12 settembre la direzione dell’ospedale risponde di procrastinare i ricoveri in quanto l’ospedale ha già 220 ricoverati e non ha altri posti liberi da destinare agli abitanti di collesalvetti. 13 settembre si procede ad individuare nelle suore del Santa Chiara, il personale preposto alla cura dei malati ricoverati presso il lazzaretto di S.Croce in Fonteblanda. Tale personale sarà collocato in una abitazione di fronte al Lazzaretto 20 settembre il Prefetto si compiace per il raggiungimento della convenzione tra ospedale di pisa ed altri comuni limitrofi tra cui collesalvetti per estensione dei ricoveri. 22 settembre da una nota della direzione sanitaria si legge che nell’ospedale vi sono stati ricoverati 550 militari, i locali sono al completo, il personale è scarso, pertanto si chiede rinforzi di medici e militari di sanità. Sempre nella stessa data il direttore sanitario scrive anche al presidente del consiglio di amministrazione dell’ospedale sollecitando l’arrivo di nuovo personale, l’attuale pur con turni massacranti non riesce a coprire tutte le necessità. 24 settembre la direzione di sanità militare nega l’invio di 2 medici militari e di 10 militari di sanità perché non previsto dalla convenzione tra ospedale militare di Livorno e amministrazione ospedali civili di Pisa, stipulata in data 28 gennaio 1918. 23 settembre il comune di Montopoli Valdarno chiede attraverso il sindaco aiuto ( posti all’ospedale o al lazzaretto) per ricoverare i propri ammalati di spagnola ( documento da allegare fotocopiato) 25 settembre il direttore dell’ospedale risponde al sindaco del comune di monopoli, invitandolo a chiedere aiuto alla propria provincia di competenza cioè a Firenze. 7 ottobre per la carenza di personale il presidente del consiglio di amministrazione Dr dello Sbarba invia una lettera di richiesta al ministro degli interni on. Orlando. 9 ottobre per l’arrivo del Re in visita a Pisa con alcuni suoi parenti alcuni locali di S. Iacopo , vengono destinati allo scopo. Si scelgono i più luminosi esposti a sud inoltri vi si destina 1 medico. 10 ottobre la direzione dell’ospedale richiede all’istituto sieroterapico di Milano 100 dosi di siero antipneumococcico. 13 ottobre la direzione sanitari rinnova la richiesta di personale militare 15 ottobre il presidente dell’ospedale, visto l’alto numero dei ricoverati chiede al ministro Orlando di utilizzare i locali del S. Caterina. 18 ottobre telegramma della direzione di sanità militare e del corpo d’armata territoriale di Firenze che comunica l’impossibilità di reperire il siero antipneumococcico. 21 ottobre si chiede l’urgente invio di soldati per far fronte ai ricoverati. 22 ottobre si aggiungono letti, barelle presso i locali di S. Giuliano e di S. Caterina per far posto ai nuovi ricoverati 23 ottobre la direzione sanitaria dell’ospedale chiede alla direzione di sanità militare di spostare 400 militari per far posto ai civili. 30 ottobre al 5 novembre ampio carteggio tra direzione militare e direzione ospedale, i toni sono aspri, non viene accolto l’appello di far spostare i militari per dare posto ai civili 12 novembre presidente dell’ospedale scrive al medico militare Dr. Colombini per far cessare rapporto di lavoro presso lazzaretto S. Iacopo. Nei giorni successivi anche Porta nuova ed altri reparti ospedalieri chiudono ed il personale destituito. L’epidemia di spagnola si è conclusa.

L'epidemia di Spagnola del 1918 e i tragici effetti prodotti in Pisa

FORNACIARI, GINO;CULICCHI, ANNA
2009-01-01

Abstract

Anche a Pisa come nel resto dell’Europa e di Italia la spagnola arriva silenziosa, i primi malati si iniziano a vedere verso la fine di settembre del 1918. Vi sono i primi ricoveri anche se ancora non si prevedono le estreme conseguenze che sarebbero giunte di li a poco. Il 9 settembre il Presidente dell’ospedale di Pisa scrive al Sindaco per avere più acqua potabile per i malati ricoverati presso San Iacopo circa 200 persone tra civili e soldati.Il10 settembre il sindaco del comune di Collesalvetti, scrive alla direzione degli spedali di Pisa per far ricoverare i propri cittadini.Il 12 settembre la direzione dell’ospedale risponde di procrastinare i ricoveri in quanto l’ospedale ha già 220 ricoverati e non ha altri posti liberi da destinare agli abitanti di collesalvetti. 13 settembre si procede ad individuare nelle suore del Santa Chiara, il personale preposto alla cura dei malati ricoverati presso il lazzaretto di S.Croce in Fonteblanda. Tale personale sarà collocato in una abitazione di fronte al Lazzaretto 20 settembre il Prefetto si compiace per il raggiungimento della convenzione tra ospedale di pisa ed altri comuni limitrofi tra cui collesalvetti per estensione dei ricoveri. 22 settembre da una nota della direzione sanitaria si legge che nell’ospedale vi sono stati ricoverati 550 militari, i locali sono al completo, il personale è scarso, pertanto si chiede rinforzi di medici e militari di sanità. Sempre nella stessa data il direttore sanitario scrive anche al presidente del consiglio di amministrazione dell’ospedale sollecitando l’arrivo di nuovo personale, l’attuale pur con turni massacranti non riesce a coprire tutte le necessità. 24 settembre la direzione di sanità militare nega l’invio di 2 medici militari e di 10 militari di sanità perché non previsto dalla convenzione tra ospedale militare di Livorno e amministrazione ospedali civili di Pisa, stipulata in data 28 gennaio 1918. 23 settembre il comune di Montopoli Valdarno chiede attraverso il sindaco aiuto ( posti all’ospedale o al lazzaretto) per ricoverare i propri ammalati di spagnola ( documento da allegare fotocopiato) 25 settembre il direttore dell’ospedale risponde al sindaco del comune di monopoli, invitandolo a chiedere aiuto alla propria provincia di competenza cioè a Firenze. 7 ottobre per la carenza di personale il presidente del consiglio di amministrazione Dr dello Sbarba invia una lettera di richiesta al ministro degli interni on. Orlando. 9 ottobre per l’arrivo del Re in visita a Pisa con alcuni suoi parenti alcuni locali di S. Iacopo , vengono destinati allo scopo. Si scelgono i più luminosi esposti a sud inoltri vi si destina 1 medico. 10 ottobre la direzione dell’ospedale richiede all’istituto sieroterapico di Milano 100 dosi di siero antipneumococcico. 13 ottobre la direzione sanitari rinnova la richiesta di personale militare 15 ottobre il presidente dell’ospedale, visto l’alto numero dei ricoverati chiede al ministro Orlando di utilizzare i locali del S. Caterina. 18 ottobre telegramma della direzione di sanità militare e del corpo d’armata territoriale di Firenze che comunica l’impossibilità di reperire il siero antipneumococcico. 21 ottobre si chiede l’urgente invio di soldati per far fronte ai ricoverati. 22 ottobre si aggiungono letti, barelle presso i locali di S. Giuliano e di S. Caterina per far posto ai nuovi ricoverati 23 ottobre la direzione sanitaria dell’ospedale chiede alla direzione di sanità militare di spostare 400 militari per far posto ai civili. 30 ottobre al 5 novembre ampio carteggio tra direzione militare e direzione ospedale, i toni sono aspri, non viene accolto l’appello di far spostare i militari per dare posto ai civili 12 novembre presidente dell’ospedale scrive al medico militare Dr. Colombini per far cessare rapporto di lavoro presso lazzaretto S. Iacopo. Nei giorni successivi anche Porta nuova ed altri reparti ospedalieri chiudono ed il personale destituito. L’epidemia di spagnola si è conclusa.
2009
Fornaciari, Gino; Vaglini, Maurizio; Culicchi, Anna
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