Fu soltanto nel gennaio 1741 che "Twelfth Night" venne riproposta sul palcoscenico londinese in 'versione originale'. Da quel momento, però, la commedia divenne sempre più popolare, e nel ruolo di Viola si succedettero un gran numero di attrici, anche molto diverse a livello di doti artistiche, stile recitativo e interpretazione del personaggio. Fu proprio grazie al ritorno sulle scene dei drammi shakespeariani in versione originale, o quasi, che le attrici dell’epoca ebbero l’opportunità di dimostrare le loro doti professionali e cessarono, gradualmente, di essere considerate soltanto 'elementi decorativi' della performance, come accadeva nel teatro della Restaurazione. Benché, soprattutto per quanto riguarda le interpreti del primo periodo, raramente la critica moderna ne abbia riconosciuto l’innovatività, spesso queste donne furono grandi attrici, e almeno tre delle molte interpreti di Viola che si succedettero nel diciottesimo secolo hanno lasciato un segno nella storia teatrale: Hannah Pritchard, a cui va il merito di aver “creato” il ruolo di Viola; la straordinariamente versatile Margaret ('Peg') Woffington, e Dorothy Jordan, che John Hoppner ritrasse nei panni della “Musa Comica”. È sulle differenti versioni del personaggio che queste tre grandi donne offrirono che il lavoro, dopo aver proposto un excursus sulle numerose Viola del Settecento, si focalizza.

Le grandi Viola del Settecento

CAPUTO, NICOLETTA
2017-01-01

Abstract

Fu soltanto nel gennaio 1741 che "Twelfth Night" venne riproposta sul palcoscenico londinese in 'versione originale'. Da quel momento, però, la commedia divenne sempre più popolare, e nel ruolo di Viola si succedettero un gran numero di attrici, anche molto diverse a livello di doti artistiche, stile recitativo e interpretazione del personaggio. Fu proprio grazie al ritorno sulle scene dei drammi shakespeariani in versione originale, o quasi, che le attrici dell’epoca ebbero l’opportunità di dimostrare le loro doti professionali e cessarono, gradualmente, di essere considerate soltanto 'elementi decorativi' della performance, come accadeva nel teatro della Restaurazione. Benché, soprattutto per quanto riguarda le interpreti del primo periodo, raramente la critica moderna ne abbia riconosciuto l’innovatività, spesso queste donne furono grandi attrici, e almeno tre delle molte interpreti di Viola che si succedettero nel diciottesimo secolo hanno lasciato un segno nella storia teatrale: Hannah Pritchard, a cui va il merito di aver “creato” il ruolo di Viola; la straordinariamente versatile Margaret ('Peg') Woffington, e Dorothy Jordan, che John Hoppner ritrasse nei panni della “Musa Comica”. È sulle differenti versioni del personaggio che queste tre grandi donne offrirono che il lavoro, dopo aver proposto un excursus sulle numerose Viola del Settecento, si focalizza.
2017
Caputo, Nicoletta
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