L'edizione critica è il punto d’arrivo di ogni attività editoriale un’«ipotesi di lavoro», la più razionale ed economica sistemazione dei dati disponibili: essa, per ciò stesso, non può che essere un punto di partenza per successive verifiche e integrazioni. Ma anche in un contesto di consapevole provvisorietà, occorre ribadire anche una teleologia dell’edizione, l’esigenza di accedere alla pluralità della tradizione per approdare – mediante una "reductio ad unum" – a un testo di arrivo che può e deve fungere da riferimento anche per i non addetti ai lavori. Tra i compiti istituzionali del filologo vedrei appunto quello di approntare, al netto di introduzioni e apparati testuali o eruditi, un testo immediatamente fruibile, cui si possa ricorrere per commenti, antologie, traduzioni ecc. Ciò evidenzia la distanza dall’orizzonte delle edizioni digitali, che si presentano spesso come dossier, come archivio in cui il mezzo elettronico esime dalla scelta finale, e si possono far convivere più versioni d’autore o più redazioni ritenute importanti, col risultato di promuovere una sorta di ‘edizione liquida’ che delega all’utente decisioni cruciali riguardo – per fare l’esempio più comune – varianti adiafore d’autore o di copia. Questa tavola rotonda mette a confronto diverse esperienze di lavoro per fare il punto su una tematica di grande rilevanza per gli studi letterari e in costante evoluzione nel contesto digitale
L'edizione perfetta. Tra studio e lettura
Michelangelo Zaccarello;
2016-01-01
Abstract
L'edizione critica è il punto d’arrivo di ogni attività editoriale un’«ipotesi di lavoro», la più razionale ed economica sistemazione dei dati disponibili: essa, per ciò stesso, non può che essere un punto di partenza per successive verifiche e integrazioni. Ma anche in un contesto di consapevole provvisorietà, occorre ribadire anche una teleologia dell’edizione, l’esigenza di accedere alla pluralità della tradizione per approdare – mediante una "reductio ad unum" – a un testo di arrivo che può e deve fungere da riferimento anche per i non addetti ai lavori. Tra i compiti istituzionali del filologo vedrei appunto quello di approntare, al netto di introduzioni e apparati testuali o eruditi, un testo immediatamente fruibile, cui si possa ricorrere per commenti, antologie, traduzioni ecc. Ciò evidenzia la distanza dall’orizzonte delle edizioni digitali, che si presentano spesso come dossier, come archivio in cui il mezzo elettronico esime dalla scelta finale, e si possono far convivere più versioni d’autore o più redazioni ritenute importanti, col risultato di promuovere una sorta di ‘edizione liquida’ che delega all’utente decisioni cruciali riguardo – per fare l’esempio più comune – varianti adiafore d’autore o di copia. Questa tavola rotonda mette a confronto diverse esperienze di lavoro per fare il punto su una tematica di grande rilevanza per gli studi letterari e in costante evoluzione nel contesto digitaleFile | Dimensione | Formato | |
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