Questo inizio di terzo millennio appare flagellato da crisi, emergenze e catastrofi. Conflitti politici e religiosi, default economici, incidenti nucleari, calamità naturali, sfruttamenti, emergenze umanitarie: un insieme complesso di fattori ha contribuito a creare un nuovo disordine mondiale che sta generando impoverimento e disuguaglianze, esasperando paure personali e collettive. Una parte della sperimentazione audiovisiva attuale, muovendosi in punta di piedi sui confini sempre più osmotici che svaporano tra linguaggi audiovisivi anch’essi “globalizzati” dall’avvento del digitale, ci aiuta a comprendere la contemporaneità cercando un’aderenza al reale, sia nell’analisi e riproposizione dei contenuti, che nelle forme ed estetiche di restituzione. Questa produzione prende le distanze dagli impianti produttivi e post-produttivi più visionari riconducibili alla videoarte, e recupera in modo innovativo la pratica e l’etica del cinema del reale, da cui assimila l’attrazione antropologica verso la società, lambendo talvolta i confini del film saggio. Il saggio, appoggiandosi alle teorie del documentario e attraverso la presentazione di alcuni esempi selezionati dalla recentissima produzione internazionale, vuole mostrare come il globalismo audiovisuale attuale, determinato da fenomeni intermediali e da mix di forme e linguaggi che si miscelano fecondamente nella zona franca digitale, stia aprendo la produzione sperimentale a nuovi accessi verso le pratiche del documentario, mostrando una sensibilità alle tematiche sociali, politiche, economiche e ambientali attuali con declinazioni più “realistiche”, che ci restituiscono il mondo con un approccio che si mantiene saldamente etico, rinnovando i codici estetici.
Ritorno al reale. Per una rinascita sperimentale del documentario
Elena Marcheschi
2017-01-01
Abstract
Questo inizio di terzo millennio appare flagellato da crisi, emergenze e catastrofi. Conflitti politici e religiosi, default economici, incidenti nucleari, calamità naturali, sfruttamenti, emergenze umanitarie: un insieme complesso di fattori ha contribuito a creare un nuovo disordine mondiale che sta generando impoverimento e disuguaglianze, esasperando paure personali e collettive. Una parte della sperimentazione audiovisiva attuale, muovendosi in punta di piedi sui confini sempre più osmotici che svaporano tra linguaggi audiovisivi anch’essi “globalizzati” dall’avvento del digitale, ci aiuta a comprendere la contemporaneità cercando un’aderenza al reale, sia nell’analisi e riproposizione dei contenuti, che nelle forme ed estetiche di restituzione. Questa produzione prende le distanze dagli impianti produttivi e post-produttivi più visionari riconducibili alla videoarte, e recupera in modo innovativo la pratica e l’etica del cinema del reale, da cui assimila l’attrazione antropologica verso la società, lambendo talvolta i confini del film saggio. Il saggio, appoggiandosi alle teorie del documentario e attraverso la presentazione di alcuni esempi selezionati dalla recentissima produzione internazionale, vuole mostrare come il globalismo audiovisuale attuale, determinato da fenomeni intermediali e da mix di forme e linguaggi che si miscelano fecondamente nella zona franca digitale, stia aprendo la produzione sperimentale a nuovi accessi verso le pratiche del documentario, mostrando una sensibilità alle tematiche sociali, politiche, economiche e ambientali attuali con declinazioni più “realistiche”, che ci restituiscono il mondo con un approccio che si mantiene saldamente etico, rinnovando i codici estetici.File | Dimensione | Formato | |
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