Introduzione. Lo studio in oggetto esplora se la flessibilità nell’uso della Fusione Cognitiva (FC) sia un moderatore della relazione tra autostima e depressione. In accordo con il modello ACT (Acceptance and Commitment Therapy), appartenente agli approcci cognitivo-comportamentali di terza generazione, si ipotizza che la relazione tra autostima e depressione sia più forte in soggetti con alta FC piuttosto che in quelli con bassa FC. Metodo. Hanno partecipato allo studio 100 soggetti (74% maschi) con una età media di 23 anni (SD = 8.2, range = 18-58), reclutati fra gli studenti dell’Area Medica dell’Università di Pisa e i loro familiari. I partecipanti hanno compilato un pacchetto di questionari contente, oltre a dati sociodemografici, alcune scale tra cui il Cognitive Fusion Questionnaire per indagare la FC, la Rosenberg Self- Esteem Scale per misurare i livelli di autostima e la Beck Depression Inventory per indagare la sintomatologia depressiva. Risultati. I risultati derivanti dalle Analisi di Regressione effettuate indicano che il contributo dell’interazione tra autostima e FC nello spiegare i livelli di depressione è statisticamente significativo, suggerendo quindi che l’effetto dell’autostima sulla depressione dipenda dai livelli di FC. Ulteriori Analisi di Regressione condotte separatamente tra i soggetti con alta FC e bassa FC mostrano in entrambi i gruppi una associazione negativa, statisticamente significativa, tra depressione ed autostima ma tale relazione risulta più forte fra i soggetti con alta FC. Conclusioni. I risultati supportano l’ipotesi che la FC sia un moderatore della relazione tra autostima e depressione, suggerendo, in altre parole, che un uso flessibile della FC attenua gli effetti negativi di una bassa autostima sullo stato dell’umore.

La relazione tra autostima e depressione, è moderata dalla fusione cognitiva?

Carmen Berrocal
2017-01-01

Abstract

Introduzione. Lo studio in oggetto esplora se la flessibilità nell’uso della Fusione Cognitiva (FC) sia un moderatore della relazione tra autostima e depressione. In accordo con il modello ACT (Acceptance and Commitment Therapy), appartenente agli approcci cognitivo-comportamentali di terza generazione, si ipotizza che la relazione tra autostima e depressione sia più forte in soggetti con alta FC piuttosto che in quelli con bassa FC. Metodo. Hanno partecipato allo studio 100 soggetti (74% maschi) con una età media di 23 anni (SD = 8.2, range = 18-58), reclutati fra gli studenti dell’Area Medica dell’Università di Pisa e i loro familiari. I partecipanti hanno compilato un pacchetto di questionari contente, oltre a dati sociodemografici, alcune scale tra cui il Cognitive Fusion Questionnaire per indagare la FC, la Rosenberg Self- Esteem Scale per misurare i livelli di autostima e la Beck Depression Inventory per indagare la sintomatologia depressiva. Risultati. I risultati derivanti dalle Analisi di Regressione effettuate indicano che il contributo dell’interazione tra autostima e FC nello spiegare i livelli di depressione è statisticamente significativo, suggerendo quindi che l’effetto dell’autostima sulla depressione dipenda dai livelli di FC. Ulteriori Analisi di Regressione condotte separatamente tra i soggetti con alta FC e bassa FC mostrano in entrambi i gruppi una associazione negativa, statisticamente significativa, tra depressione ed autostima ma tale relazione risulta più forte fra i soggetti con alta FC. Conclusioni. I risultati supportano l’ipotesi che la FC sia un moderatore della relazione tra autostima e depressione, suggerendo, in altre parole, che un uso flessibile della FC attenua gli effetti negativi di una bassa autostima sullo stato dell’umore.
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