Il Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale dell'Università di Firenze, nel¬l'ambito del progetto di interesse naziona¬le "Innovazione degli allevamenti zootec¬nici" finanziato nel 2001 dal Ministero per l'Università e la Ricerca, si è dedicato al-l'individuazione ed alla progettazione di soluzioni costruttive idonee nel caso di al-levamento di suini all'aperto, in forma bra¬da o semibrada, e di bovini da carne in for¬ma estensiva. Come ampiamente docu¬mentato in un primo contributo pubblica¬to su "Genio Rurale — Estimo e Territorio" (n. 9/2003), l'area prescelta per lo svolgi¬mento delle attività sperimenrali è stata quella della regione Toscana. Nel caso dell'allevamento suino, si è quindi fatto riferimento alla razza Cinta Senese, che ha trovato negli ultimi anni un crescente interesse, come dimostra il nu¬mero di allevamenti iscritti al Registro Anagrafico dell'Associazione Nazionale Allevatori, passati in due soli anni (dal febbraio 2002 al febbraio 2004) da 131 a 221. Tale incremento numerico non è stato, nella maggior parte dei casi, accompagna¬to da un adeguato sviluppo delle strutture e delle attrezzature impiegate. Molti proprietari terrieri ed imprendito¬ri si sono trasformati in allevatori, riadat¬tando vecchi edifìci abbandonati, co¬struendo tettoie o strutture con materiale di fortuna, senza tenere in debito conto le esigenze degli animali. I risultati produttivi risentono pertanto in modo decisivo dell'approssimazione manifestata dagli allevatori nell'approccio progettuale. Al termine delle indagini condotte nelle aziende sia tramite questionari sia tramite sopralluoghi mirati, si sono potute eviden¬ziare le principali lacune progettuali ed or-ganizzative, con particolare riferimento al¬la fase più critica del ciclo produttivo, os¬sia quella parto-allattamento. La progettazione e realizzazione successi¬va di semplici strutture ha rappresentato la fase decisiva del progetto, consentendo di dimostrare l'efficacia di alcune soluzioni che sono sicuramente alla portata dell'alle¬vatore. Al termine di una fase sperimentale pre¬liminare, volta alla comparazione delle prestazioni termiche di 5 differenti tipolo¬gie di capannine in condizioni di elevate temperature estive, si è giunti alla scelta di due aziende in cui effettuare l'attività spe¬rimentale principale. A tale scopo la realizzazione degli inter¬venti in due aziende della provincia di Siena ha permesso di dare ampia visibilità alle soluzioni costruttive individuate, con-tribuendo alla diffusione delle informazio¬ni presso altri allevatori e tecnici del setto¬re. Nel caso dei bovini da carne lo studio si è rivolto all'allevamento di razze bianche, quali la Chianina e la Maremmana, parti¬colarmente apprezzate dal consumatore e all'allevamento di razze autoctone, Garfagnina e Pontremolese, allevate quasi esclusivamente al pascolo. Anche in questo caso lo studio ha preso l'avvio da un'indagine condotta negli alle¬vamenti per delineare un quadro della si-tuazione esistente. Di tale indagine non si è riferito nel pri¬mo contributo, per cui i principali aspetti emersi sono riepilogati sinteticamente in questo lavoro. Una fase sperimentale condotta presso un allevamento di vacche Garfagnine ha contribuito a raccogliere preziose informa¬zioni sulle forme di allevamento, sulle esi¬genze degli animali, sulle modalità gestionali

Soluzioni costruttive per l'allevamento estensivo di bovini da carne e di suini

BIBBIANI, CARLO;
2004-01-01

Abstract

Il Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale dell'Università di Firenze, nel¬l'ambito del progetto di interesse naziona¬le "Innovazione degli allevamenti zootec¬nici" finanziato nel 2001 dal Ministero per l'Università e la Ricerca, si è dedicato al-l'individuazione ed alla progettazione di soluzioni costruttive idonee nel caso di al-levamento di suini all'aperto, in forma bra¬da o semibrada, e di bovini da carne in for¬ma estensiva. Come ampiamente docu¬mentato in un primo contributo pubblica¬to su "Genio Rurale — Estimo e Territorio" (n. 9/2003), l'area prescelta per lo svolgi¬mento delle attività sperimenrali è stata quella della regione Toscana. Nel caso dell'allevamento suino, si è quindi fatto riferimento alla razza Cinta Senese, che ha trovato negli ultimi anni un crescente interesse, come dimostra il nu¬mero di allevamenti iscritti al Registro Anagrafico dell'Associazione Nazionale Allevatori, passati in due soli anni (dal febbraio 2002 al febbraio 2004) da 131 a 221. Tale incremento numerico non è stato, nella maggior parte dei casi, accompagna¬to da un adeguato sviluppo delle strutture e delle attrezzature impiegate. Molti proprietari terrieri ed imprendito¬ri si sono trasformati in allevatori, riadat¬tando vecchi edifìci abbandonati, co¬struendo tettoie o strutture con materiale di fortuna, senza tenere in debito conto le esigenze degli animali. I risultati produttivi risentono pertanto in modo decisivo dell'approssimazione manifestata dagli allevatori nell'approccio progettuale. Al termine delle indagini condotte nelle aziende sia tramite questionari sia tramite sopralluoghi mirati, si sono potute eviden¬ziare le principali lacune progettuali ed or-ganizzative, con particolare riferimento al¬la fase più critica del ciclo produttivo, os¬sia quella parto-allattamento. La progettazione e realizzazione successi¬va di semplici strutture ha rappresentato la fase decisiva del progetto, consentendo di dimostrare l'efficacia di alcune soluzioni che sono sicuramente alla portata dell'alle¬vatore. Al termine di una fase sperimentale pre¬liminare, volta alla comparazione delle prestazioni termiche di 5 differenti tipolo¬gie di capannine in condizioni di elevate temperature estive, si è giunti alla scelta di due aziende in cui effettuare l'attività spe¬rimentale principale. A tale scopo la realizzazione degli inter¬venti in due aziende della provincia di Siena ha permesso di dare ampia visibilità alle soluzioni costruttive individuate, con-tribuendo alla diffusione delle informazio¬ni presso altri allevatori e tecnici del setto¬re. Nel caso dei bovini da carne lo studio si è rivolto all'allevamento di razze bianche, quali la Chianina e la Maremmana, parti¬colarmente apprezzate dal consumatore e all'allevamento di razze autoctone, Garfagnina e Pontremolese, allevate quasi esclusivamente al pascolo. Anche in questo caso lo studio ha preso l'avvio da un'indagine condotta negli alle¬vamenti per delineare un quadro della si-tuazione esistente. Di tale indagine non si è riferito nel pri¬mo contributo, per cui i principali aspetti emersi sono riepilogati sinteticamente in questo lavoro. Una fase sperimentale condotta presso un allevamento di vacche Garfagnine ha contribuito a raccogliere preziose informa¬zioni sulle forme di allevamento, sulle esi¬genze degli animali, sulle modalità gestionali
2004
Barbari, Matteo; Bianchi, Martina; Bibbiani, Carlo; Camiciottoli, Stefano; Conti, Leonardo; Gori, Andrea; Masi, Gianni; Monti, Massimo; Pellegrini, Paolo; SORBETTI GUERRI, Francesco
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