Il capitolo illustra e discute i principali risultati di una ricerca nazionale sui cambiamenti del lavoro sociale seguiti alla diffusione dei nuovi orientamenti delle politiche di welfare dagli anni ’90 in poi. Mentre i contenuti e i processi delle riforme del welfare sono stati oggetto di ripetuta attenzione e i cambiamenti delle organizzazioni del welfare sono ormai noti nella loro configurazione generale, resta ancora da fare piena luce sui rapporti tra mutamenti delle politiche di welfare, trasformazioni dei servizi sociali e cambiamenti del lavoro sociale. Al proposito, la tesi degli «effetti corrosivi» sul lavoro sociale (Healy, 2009) - pur confermata autorevolmente e con riferimento a molteplici contesti nazionali - rischia di essere costruita su interpretazioni eccessivamente meccanicistiche dei rapporti tra politiche, organizzazioni e lavoro sociale (Guidi, 2011). Per contribuire al dibattito il capitolo richiama alcuni caratteri fondamentali delle riforme del sistema di welfare attingendo prioritariamente agli studi di matrice neo-istituzionalista e prova a rappresentare meglio i rapporti tra politiche, organizzazioni e lavoro sociale sulla base dell’approccio bottom-up all’‘implementazione’ delle politiche pubbliche e della riflessione socio-cognitivista sulle organizzazioni. Presentiamo quindi i risultati di una rassegna critica sistematica della letteratura europea dal 1992 al 2014. Nella seconda parte del capitolo, dopo averne esposto le ipotesi e i metodi, illustreremo i risultati di due attività di ricerca sul campo, una (quantitativa) finalizzata alla definizione dei profili professionali degli assistenti sociali nei diversi modelli regionali di welfare in Italia, l’altra (qualitativa) sull’autorappresentazione, la percezione di sé e le più diffuse immagini delle professioni sociali in Toscana.
Far fronte. Social worker e cambiamenti del welfare
Riccardo Guidi
Primo
;Elisa MatutiniSecondo
2017-01-01
Abstract
Il capitolo illustra e discute i principali risultati di una ricerca nazionale sui cambiamenti del lavoro sociale seguiti alla diffusione dei nuovi orientamenti delle politiche di welfare dagli anni ’90 in poi. Mentre i contenuti e i processi delle riforme del welfare sono stati oggetto di ripetuta attenzione e i cambiamenti delle organizzazioni del welfare sono ormai noti nella loro configurazione generale, resta ancora da fare piena luce sui rapporti tra mutamenti delle politiche di welfare, trasformazioni dei servizi sociali e cambiamenti del lavoro sociale. Al proposito, la tesi degli «effetti corrosivi» sul lavoro sociale (Healy, 2009) - pur confermata autorevolmente e con riferimento a molteplici contesti nazionali - rischia di essere costruita su interpretazioni eccessivamente meccanicistiche dei rapporti tra politiche, organizzazioni e lavoro sociale (Guidi, 2011). Per contribuire al dibattito il capitolo richiama alcuni caratteri fondamentali delle riforme del sistema di welfare attingendo prioritariamente agli studi di matrice neo-istituzionalista e prova a rappresentare meglio i rapporti tra politiche, organizzazioni e lavoro sociale sulla base dell’approccio bottom-up all’‘implementazione’ delle politiche pubbliche e della riflessione socio-cognitivista sulle organizzazioni. Presentiamo quindi i risultati di una rassegna critica sistematica della letteratura europea dal 1992 al 2014. Nella seconda parte del capitolo, dopo averne esposto le ipotesi e i metodi, illustreremo i risultati di due attività di ricerca sul campo, una (quantitativa) finalizzata alla definizione dei profili professionali degli assistenti sociali nei diversi modelli regionali di welfare in Italia, l’altra (qualitativa) sull’autorappresentazione, la percezione di sé e le più diffuse immagini delle professioni sociali in Toscana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.