Scopo del lavoro - Il termine placche acrocordonose (PA) è stato utilizzato per la prima volta da Bidaut et al. nel 2003 in duebulldog e in un carlino per indicare l’insieme di numerose formazioni cutanee peduncolate, lunghe e sottili, raggruppate sul col-lo e/o sul tronco dorsale e caratterizzate istologicamente dalla presenza di formazioni polipoidi contigue costituite da fibre collagene e rivestite da un’epidermide da normale a moderatamente iperplastica. La descrizione dei casi fornita da Bidaut et al. rappresenta l’unico riferimento bibliografico. L’obiettivo di questo lavoro è divalutare la prevalenza di queste lesioni in un database di diagnostica istopatologica, determinare se esista una predisposizionedi razza e approfondire gli aspetti clinici e istopatologici nel bulldog inglese. Materiali e metodi - Tra il 2004 e il 2015 sono stati esaminati 25890 casi per diagnostica istopatologica nella specie canina e14446 erano rappresentati da biopsie cutanee. In 36 cani, dei quali erano noti età, sesso, razza, sede anatomica e dimensioni della lesione, è stata diagnosticata una lesione acrocordonosa. La predisposizione di razza allo sviluppo della PA è stata calcolata,mediante il Test del Chi quadrato, comparando il numero di cani con PA con il numero di soggetti che contribuivano alla popolazione del registro. Su 12 casi di PA nel bulldog inglese, sono stati valutati i seguenti parametri: aspetto clinico, caratteristiche istopatologiche, presenza o meno di flogosi. Biopsie di cute sana dal collo di 5 bulldog inglesi che non presentavano lesioni der-matologiche, sono stati utilizzati come campioni di controllo. Risultati - Le PA sono state diagnosticate in 7 diverse razze (bulldog, boxer, carlino, chihuahua, galgo, meticcio, pechinese) conuna maggior frequenza nel bulldog inglese e francese. Le razze predisposte sono risultate essere il bulldog (P<0,01) e il carlino(P<0,05). In 12 dei cani di razza bulldog inglese con PA l’età media alla presentazione era di 45,3 mesi e si trattava di soggetti maschi. Clinicamente le lesioni si caratterizzavano per la presenza di aree singole o multifocali ricoperte di escrescenze confluenti e variabilmente peduncolate. In alcune PA si osservavano alopecia, eritema, iperpigmentazione, scaglie e croste. Le stesse lesioni erano presenti anche nella cute circostante le PA in 11/12 dei cani di razza bulldog inglese studiati, affetti da malattie cutanee di diversa natura. Le sedi coinvolte sono state il collo (4/12), il tronco dorsale (7/12) o entrambe (1/12). In 11/12 casi venivano segnalati problemi cutanei in altre sedi, incluse altre aree del tronco, le estremità e i padiglioni auricolari. All’istopatologia sono state osservate estroflessioni multiple di aspetto filiforme, cupoliforme o piriforme, rivestite da epidermide moderatamente iperplastica e con un core di connettivo lasso con plesso vascolare prominente e aumento della cellularità perivascolare. Tra le cellule infiammatorie erano presenti mastociti, linfociti, plasmacellule e granulociti. In alcune lesioni l’iperplasia epi-dermica era marcata, accompagnata da fenomeni di esocitosi e formazione di pustole. L’esame dei campioni di controllo (cutedi aspetto normale) ha mostrato la presenza di piccole lesioni riconducibili a PA in stadio precoce in 3/5 casi accompagnata daminima o moderata infiltrazione infiammatoria a prevalenza mastocitaria con prominenza vascolare. Conclusioni - Il lavoro conferma la predisposizione allo sviluppo delle PA nelle due razze brachicefale, il bulldog e il carlino,come segnalato nella prima descrizione della malattia. Nei 12 casi descritti si trattava di maschi e un confronto tra i casi descritti e altri casi presenti nel database ha fatto emergere come le PA insorgano più frequentemente nei maschi (femmine con o senza queste lesioni erano presenti nell’archivio). Nella maggior parte dei casi (11/12) venivano segnalati problemi cutanei anchein altre sedi, suggerendo che le PA possano rappresentare un modello di reazione clinica e istopatologica osservabile nella cutedorsale di cani di razza bulldog, inglese e francese, e carlino. La presenza di piccole lesioni acrocordonose e minimo infiltratoinfiammatorio in cani clinicamente sani e arruolati come campioni di controllo merita ulteriori approfondimenti.
Placche acrocordonose nei cani di razza bulldog inglese: studio di epidemiologia descrittiva e aspetti clinici e istopatologici.
Abramo FPrimo
;MIragliotta VUltimo
2017-01-01
Abstract
Scopo del lavoro - Il termine placche acrocordonose (PA) è stato utilizzato per la prima volta da Bidaut et al. nel 2003 in duebulldog e in un carlino per indicare l’insieme di numerose formazioni cutanee peduncolate, lunghe e sottili, raggruppate sul col-lo e/o sul tronco dorsale e caratterizzate istologicamente dalla presenza di formazioni polipoidi contigue costituite da fibre collagene e rivestite da un’epidermide da normale a moderatamente iperplastica. La descrizione dei casi fornita da Bidaut et al. rappresenta l’unico riferimento bibliografico. L’obiettivo di questo lavoro è divalutare la prevalenza di queste lesioni in un database di diagnostica istopatologica, determinare se esista una predisposizionedi razza e approfondire gli aspetti clinici e istopatologici nel bulldog inglese. Materiali e metodi - Tra il 2004 e il 2015 sono stati esaminati 25890 casi per diagnostica istopatologica nella specie canina e14446 erano rappresentati da biopsie cutanee. In 36 cani, dei quali erano noti età, sesso, razza, sede anatomica e dimensioni della lesione, è stata diagnosticata una lesione acrocordonosa. La predisposizione di razza allo sviluppo della PA è stata calcolata,mediante il Test del Chi quadrato, comparando il numero di cani con PA con il numero di soggetti che contribuivano alla popolazione del registro. Su 12 casi di PA nel bulldog inglese, sono stati valutati i seguenti parametri: aspetto clinico, caratteristiche istopatologiche, presenza o meno di flogosi. Biopsie di cute sana dal collo di 5 bulldog inglesi che non presentavano lesioni der-matologiche, sono stati utilizzati come campioni di controllo. Risultati - Le PA sono state diagnosticate in 7 diverse razze (bulldog, boxer, carlino, chihuahua, galgo, meticcio, pechinese) conuna maggior frequenza nel bulldog inglese e francese. Le razze predisposte sono risultate essere il bulldog (P<0,01) e il carlino(P<0,05). In 12 dei cani di razza bulldog inglese con PA l’età media alla presentazione era di 45,3 mesi e si trattava di soggetti maschi. Clinicamente le lesioni si caratterizzavano per la presenza di aree singole o multifocali ricoperte di escrescenze confluenti e variabilmente peduncolate. In alcune PA si osservavano alopecia, eritema, iperpigmentazione, scaglie e croste. Le stesse lesioni erano presenti anche nella cute circostante le PA in 11/12 dei cani di razza bulldog inglese studiati, affetti da malattie cutanee di diversa natura. Le sedi coinvolte sono state il collo (4/12), il tronco dorsale (7/12) o entrambe (1/12). In 11/12 casi venivano segnalati problemi cutanei in altre sedi, incluse altre aree del tronco, le estremità e i padiglioni auricolari. All’istopatologia sono state osservate estroflessioni multiple di aspetto filiforme, cupoliforme o piriforme, rivestite da epidermide moderatamente iperplastica e con un core di connettivo lasso con plesso vascolare prominente e aumento della cellularità perivascolare. Tra le cellule infiammatorie erano presenti mastociti, linfociti, plasmacellule e granulociti. In alcune lesioni l’iperplasia epi-dermica era marcata, accompagnata da fenomeni di esocitosi e formazione di pustole. L’esame dei campioni di controllo (cutedi aspetto normale) ha mostrato la presenza di piccole lesioni riconducibili a PA in stadio precoce in 3/5 casi accompagnata daminima o moderata infiltrazione infiammatoria a prevalenza mastocitaria con prominenza vascolare. Conclusioni - Il lavoro conferma la predisposizione allo sviluppo delle PA nelle due razze brachicefale, il bulldog e il carlino,come segnalato nella prima descrizione della malattia. Nei 12 casi descritti si trattava di maschi e un confronto tra i casi descritti e altri casi presenti nel database ha fatto emergere come le PA insorgano più frequentemente nei maschi (femmine con o senza queste lesioni erano presenti nell’archivio). Nella maggior parte dei casi (11/12) venivano segnalati problemi cutanei anchein altre sedi, suggerendo che le PA possano rappresentare un modello di reazione clinica e istopatologica osservabile nella cutedorsale di cani di razza bulldog, inglese e francese, e carlino. La presenza di piccole lesioni acrocordonose e minimo infiltratoinfiammatorio in cani clinicamente sani e arruolati come campioni di controllo merita ulteriori approfondimenti.File | Dimensione | Formato | |
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