Con la sua funzione informativa o esplicativa, il monologo del teatro antico sembra voler compensare i limiti strutturali della mimesi drammatica, cui è estranea per statuto la voce narrante. Allo stesso modo, il soliloquio patetico della tragedia attica si può intendere come irrealistico spunto di focalizzazione interna in un modo discorsivo che dovrebbe a rigore risolversi tutto in rappresentazione non focalizzata. Proprio l’anomalia di questi spunti è occasione preziosa per seguire da vicino la progressiva definizione del personaggio teatrale, e l’evoluzione dell’idea di persona ad esso concomitante. Rispetto alla duttilità del monologo moderno, l’attuazione della Selbstäußerung nella tragedia greca ha luogo invariabilmente come appello a un interlocutore ‘virtuale’: la divinità, la natura, una persona assente o defunta, se stessi come persona esterna. Si può dimostrare a mio giudizio che questa articolazione pervicacemente dialogica degli spunti di affermazione emotiva non è solo una necessità del modo drammatico, ma un carattere intrinseco a quella costruzione dell’identità personale cui il teatro greco contribuisce in modo così determinante. Questo fenomeno si può infatti apprezzare al meglio nella prospettiva della psicologia sociale di Lev Vygotskij (1896-1934), che, rovesciando il modello di Piaget, riconduce lo sviluppo della personalità individuale nel bambino all’introiezione dello scambio dialogico. Il dialogismo implicito nel monologo antico si può leggere dunque come un percorso di progressiva definizione dell’io, in cui il soggetto isolato reagisce alla crisi dell’interlocuzione articolando al suo interno una dialettica di contrapposizione/confronto tra sé e il mondo. Culmine di questa dialettica sono le situazioni di deliberazione eroica: qui il monologo non delimita un momento di azione sospesa, ma si pone come azione originaria e pregnante, perché rivela il rapporto di assoluta necessità che sussiste tra definizione/conquista dell’identità e affermazione di una scelta.

Personaggio e persona nel monologo teatrale antico

Alessandro Grilli
Primo
2017-01-01

Abstract

Con la sua funzione informativa o esplicativa, il monologo del teatro antico sembra voler compensare i limiti strutturali della mimesi drammatica, cui è estranea per statuto la voce narrante. Allo stesso modo, il soliloquio patetico della tragedia attica si può intendere come irrealistico spunto di focalizzazione interna in un modo discorsivo che dovrebbe a rigore risolversi tutto in rappresentazione non focalizzata. Proprio l’anomalia di questi spunti è occasione preziosa per seguire da vicino la progressiva definizione del personaggio teatrale, e l’evoluzione dell’idea di persona ad esso concomitante. Rispetto alla duttilità del monologo moderno, l’attuazione della Selbstäußerung nella tragedia greca ha luogo invariabilmente come appello a un interlocutore ‘virtuale’: la divinità, la natura, una persona assente o defunta, se stessi come persona esterna. Si può dimostrare a mio giudizio che questa articolazione pervicacemente dialogica degli spunti di affermazione emotiva non è solo una necessità del modo drammatico, ma un carattere intrinseco a quella costruzione dell’identità personale cui il teatro greco contribuisce in modo così determinante. Questo fenomeno si può infatti apprezzare al meglio nella prospettiva della psicologia sociale di Lev Vygotskij (1896-1934), che, rovesciando il modello di Piaget, riconduce lo sviluppo della personalità individuale nel bambino all’introiezione dello scambio dialogico. Il dialogismo implicito nel monologo antico si può leggere dunque come un percorso di progressiva definizione dell’io, in cui il soggetto isolato reagisce alla crisi dell’interlocuzione articolando al suo interno una dialettica di contrapposizione/confronto tra sé e il mondo. Culmine di questa dialettica sono le situazioni di deliberazione eroica: qui il monologo non delimita un momento di azione sospesa, ma si pone come azione originaria e pregnante, perché rivela il rapporto di assoluta necessità che sussiste tra definizione/conquista dell’identità e affermazione di una scelta.
2017
Grilli, Alessandro
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