In seguito all’inclusione della Toscana nell’Impero francese, la città di Volterra dovette cedere la proprietà delle Saline alla Regìa Imperiale del sale e tabacco. In questo modo il comune di Volterra perse una fondamentale risorsa per le finanze comunali, e vennero altresì colpiti i precari equilibri su cui si reggeva l’economia locale, dai quali dipendevano le fortune dei ceti possidenti. Le entrate garantire dalle Saline, infatti, avevano consentito fino a quel momento ai ceti fondiari residenti nel comune di evitare il pagamento delle imposte, poiché la Tassa di Redenzione, introdotta negli anni del regno di Pietro Leopoldo, poteva essere saldata all’Erario con i proventi delle Comunità, e solo nel caso in cui tale gettito non fosse stato sufficiente era richiesta la solidarietà dei contribuenti privati. In tal modo i possidenti volterrani avevano evitato di pagare l’imposta, fidando sulle entrate acquisite dalla città con la vendita del sale. L’espropriazione delle Saline da parte della autorità napoleoniche e l’introduzione di nuove imposte dirette (su tutte l’imposta fondiaria) ed indirette innescarono un processo di impoverimento del ceto fondiario volterrano, aprendo una fase di depressione dell’economia locale dalla quale la città non si sarebbe più ripresa.

Una questione di "primario comunale interesse": il trasferimento delle saline volterrane alla Regìa Imperiale dei Sali e Tabacchi negli anni napoleonici

CINI, MARCO
2005-01-01

Abstract

In seguito all’inclusione della Toscana nell’Impero francese, la città di Volterra dovette cedere la proprietà delle Saline alla Regìa Imperiale del sale e tabacco. In questo modo il comune di Volterra perse una fondamentale risorsa per le finanze comunali, e vennero altresì colpiti i precari equilibri su cui si reggeva l’economia locale, dai quali dipendevano le fortune dei ceti possidenti. Le entrate garantire dalle Saline, infatti, avevano consentito fino a quel momento ai ceti fondiari residenti nel comune di evitare il pagamento delle imposte, poiché la Tassa di Redenzione, introdotta negli anni del regno di Pietro Leopoldo, poteva essere saldata all’Erario con i proventi delle Comunità, e solo nel caso in cui tale gettito non fosse stato sufficiente era richiesta la solidarietà dei contribuenti privati. In tal modo i possidenti volterrani avevano evitato di pagare l’imposta, fidando sulle entrate acquisite dalla città con la vendita del sale. L’espropriazione delle Saline da parte della autorità napoleoniche e l’introduzione di nuove imposte dirette (su tutte l’imposta fondiaria) ed indirette innescarono un processo di impoverimento del ceto fondiario volterrano, aprendo una fase di depressione dell’economia locale dalla quale la città non si sarebbe più ripresa.
2005
Cini, Marco
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