Un excursus, necessariamente sommario, attraverso le diverse declinazioni del concetto di “metamorfosi” nella civiltà occidentale, dall’epoca greco-romana in avanti, per giungere velocemente ai secoli XIX e XX, ne colloca le principali manifestazioni nell’ambito del “fantastico” letterario. La tendenza che emerge inequivocabilmente nel passaggio dall’episteme classico al medioevo e alla modernità punta tuttavia verso un sempre maggiore smarrimento dell’identità individuale, un impulso entropico di indifferenziazione e, in termini freudiani, “di morte”. Nel XX secolo, in particolare, è la narrativa fantascientifica ad essersi fatto carico, a livello di diffusione popolare, di dare voce e forma all’ansia che tutto ciò ingenera nell’uomo moderno. Esempi tratti da alcuni degli esponenti più significativi della narrativa fantascienfica anglosassone più avvertita, consapevole e sofisticata del ‘900 – fra questi, Edmund Hamilton, Richard Matheson, Michael Swanwick – lo dimostrano senza possibilità di dubbio. Avvicinandosi la svolta del millennio, tuttavia, il processo di scissione identitaria sembra poter trovare uno sbocco diverso, come ad esempio Pat Cadigan – una delle scrittrici più significative delle ultime generazioni – sembra proporre in "Mindplayers" del 1988, in uno scenario di fusione che riflette la trasformazione delle tecnologie, e della natura stessa, della comunicazione interindividuale con l’emergere delle tecnologie digitali e della “realtà virtuale”. Venuta meno, forse definitivamente, la percezione di un “io” unitariamente coeso nella sua natura più profonda, si apre – cautamente ¬– la prospettiva di una nuova forma di “libera” navigazione in un universo pan-metamorfico tutto da esplorare.
Metamorphosis, Science Fiction and the Dissolution of the Self
GIACCHERINI, ENRICO
2005-01-01
Abstract
Un excursus, necessariamente sommario, attraverso le diverse declinazioni del concetto di “metamorfosi” nella civiltà occidentale, dall’epoca greco-romana in avanti, per giungere velocemente ai secoli XIX e XX, ne colloca le principali manifestazioni nell’ambito del “fantastico” letterario. La tendenza che emerge inequivocabilmente nel passaggio dall’episteme classico al medioevo e alla modernità punta tuttavia verso un sempre maggiore smarrimento dell’identità individuale, un impulso entropico di indifferenziazione e, in termini freudiani, “di morte”. Nel XX secolo, in particolare, è la narrativa fantascientifica ad essersi fatto carico, a livello di diffusione popolare, di dare voce e forma all’ansia che tutto ciò ingenera nell’uomo moderno. Esempi tratti da alcuni degli esponenti più significativi della narrativa fantascienfica anglosassone più avvertita, consapevole e sofisticata del ‘900 – fra questi, Edmund Hamilton, Richard Matheson, Michael Swanwick – lo dimostrano senza possibilità di dubbio. Avvicinandosi la svolta del millennio, tuttavia, il processo di scissione identitaria sembra poter trovare uno sbocco diverso, come ad esempio Pat Cadigan – una delle scrittrici più significative delle ultime generazioni – sembra proporre in "Mindplayers" del 1988, in uno scenario di fusione che riflette la trasformazione delle tecnologie, e della natura stessa, della comunicazione interindividuale con l’emergere delle tecnologie digitali e della “realtà virtuale”. Venuta meno, forse definitivamente, la percezione di un “io” unitariamente coeso nella sua natura più profonda, si apre – cautamente ¬– la prospettiva di una nuova forma di “libera” navigazione in un universo pan-metamorfico tutto da esplorare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.