L'autore esamina la complessiva riforma del mercato del lavoro attuata con il D.lgs. 276/2003 attraverso la lente di ingrandimento fornita dalla emersione di un'area, peraltro convenzionale mobile, di svantaggio sociale. Lo studio - che passa in rassegna una serie di istituti nuovi o rimaneggiati dalla riforma - mette in luce come gli strumenti apparentemente promozionali messi in campo dal legislatore, finiscano per relegare lo svantaggio sociale in un'area di intervento di tipo ablativo, difficilmente coniugabile con il principio di eguaglianza sostanziale. Ed anche la moltiplicazione dei modelli contrattuali finisce per accentuare un'idea di workfare di tipo meramente "quantitativo", risultando, secondo l'autore, tutt'altro che un modello di inclusione per gli svantaggiati.
La nozione di lavoratore svantaggiato. Analisi della categoria “svantaggio sociale” nella disciplina del mercato del lavoro
NICCOLAI, ALBERTO
2005-01-01
Abstract
L'autore esamina la complessiva riforma del mercato del lavoro attuata con il D.lgs. 276/2003 attraverso la lente di ingrandimento fornita dalla emersione di un'area, peraltro convenzionale mobile, di svantaggio sociale. Lo studio - che passa in rassegna una serie di istituti nuovi o rimaneggiati dalla riforma - mette in luce come gli strumenti apparentemente promozionali messi in campo dal legislatore, finiscano per relegare lo svantaggio sociale in un'area di intervento di tipo ablativo, difficilmente coniugabile con il principio di eguaglianza sostanziale. Ed anche la moltiplicazione dei modelli contrattuali finisce per accentuare un'idea di workfare di tipo meramente "quantitativo", risultando, secondo l'autore, tutt'altro che un modello di inclusione per gli svantaggiati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
