In tutto il mondo, negli anni più recenti, le città sono costrette a fronteggiare un tumultuoso processo di crescita che le sta profondamente trasformando. Gli effetti di questi cambiamenti stanno ponendo ai margini della società più di un quarto della popolazione urbana del pianeta, relegandola in insediamenti di tipo informale. Il fenomeno cresce con una tale velocità che si prospetta possa raddoppiare di dimensione nei prossimi trent’anni, allargandosi dalle regioni metropolitane dei paesi in via di sviluppo alle aree urbane regionali che si vanno formando. Il nostro Paese non ne è immune e, seppure in forma lieve, l’Italia già conta alcuni di questi insediamenti. L’assenza di regole, la deroga alle più elementari misure di igiene pubblica e la scarsità di infrastrutture e servizi di base sono le caratteristiche comuni più ricorrenti di queste aree urbane secondarie. La struttura non pianificata di questi luoghi dimenticati è però spesso ricca di “spazi di mezzo” (space-in-between), ovvero di spazi né propriamente pubblici né privati, che sembrano essere vitali per il funzionamento degli insediamenti, al punto da apparire come uno dei pochi elementi di valore delle comunità informali. La sfida che si prospetta per il futuro immediato di queste aree, nonché per la mitigazione del fenomeno dove esso non è ancora esploso, è la ricerca di soluzioni evolute per l’on-site upgrading, ovvero per il miglioramento delle condizioni fisiche, sociali, economiche ed ambientali degli insediamenti informali, senza che la popolazione insediata venga allontanata, al fine di preservare il labile, ma esistente, equilibrio di reciproco supporto, caratteristico delle comunità più povere. È su questa tipologia di insediamenti che si focalizza l’attenzione del presente contributo, che propone uno studio preliminare finalizzato alla definizione di un approccio quantitativo per il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti degli insediamenti informali e per il loro sviluppo sostenibile.
At the border of the city. A preliminary study to an evidence-based approach to urban settlements
Cutini V.
;
2017-01-01
Abstract
In tutto il mondo, negli anni più recenti, le città sono costrette a fronteggiare un tumultuoso processo di crescita che le sta profondamente trasformando. Gli effetti di questi cambiamenti stanno ponendo ai margini della società più di un quarto della popolazione urbana del pianeta, relegandola in insediamenti di tipo informale. Il fenomeno cresce con una tale velocità che si prospetta possa raddoppiare di dimensione nei prossimi trent’anni, allargandosi dalle regioni metropolitane dei paesi in via di sviluppo alle aree urbane regionali che si vanno formando. Il nostro Paese non ne è immune e, seppure in forma lieve, l’Italia già conta alcuni di questi insediamenti. L’assenza di regole, la deroga alle più elementari misure di igiene pubblica e la scarsità di infrastrutture e servizi di base sono le caratteristiche comuni più ricorrenti di queste aree urbane secondarie. La struttura non pianificata di questi luoghi dimenticati è però spesso ricca di “spazi di mezzo” (space-in-between), ovvero di spazi né propriamente pubblici né privati, che sembrano essere vitali per il funzionamento degli insediamenti, al punto da apparire come uno dei pochi elementi di valore delle comunità informali. La sfida che si prospetta per il futuro immediato di queste aree, nonché per la mitigazione del fenomeno dove esso non è ancora esploso, è la ricerca di soluzioni evolute per l’on-site upgrading, ovvero per il miglioramento delle condizioni fisiche, sociali, economiche ed ambientali degli insediamenti informali, senza che la popolazione insediata venga allontanata, al fine di preservare il labile, ma esistente, equilibrio di reciproco supporto, caratteristico delle comunità più povere. È su questa tipologia di insediamenti che si focalizza l’attenzione del presente contributo, che propone uno studio preliminare finalizzato alla definizione di un approccio quantitativo per il miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti degli insediamenti informali e per il loro sviluppo sostenibile.File | Dimensione | Formato | |
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