A partire dal XX secolo la nozione di melancolia ha acquisito una fisionomia nuova, allineandosi generalmente con le patologie mentali e gli stati depressivi. A rimanere inalterato, tuttavia, è l’antico legame tra psicopatologia e impulso erotico, nonché la percezione aristotelica della melancolia come peculiarità del genio artistico. Appurato il vincolo tra disturbo mentale, eros e creazione artistica, risulta interessante esplorarne la proiezione nella poesia femminile contemporanea. Infatti, ad accomunare numerose poetesse attive nel secondo Novecento sono le vicende biografiche segnate da traumi psicologici e tendenze autodistruttive, oltre che il carattere introspettivo della produzione poetica e l’accento sulla rappresentazione della corporeità e delle passioni erotiche, malgrado l’incombenza della psicosi. Ci si propone quindi di approfondire lo studio delle testualizzazioni del corpo e dell’erotismo femminile problematico in una selezione di autrici coeve e dal vissuto tragico, tra cui l’italiana Rosselli, la statunitense Plath e l’argentina Pizarnik. Sebbene per tutte il paradigma fondamentale sia un senso di inquietudine derivante dalle reali patologie depressive, nella creazione artistica esso coesiste con un impulso erotico-vitalistico spesso trascurato da una critica eccessivamente legata al biografismo. Al contrario, questo contributo riscontra la presenza di un intreccio dicotomico tra passione e angoscia e quindi capace di prestare tali poetiche a una prospettiva interpretativa nuova e complessa.

"Io che bruciavo di passione". Rappresentazioni dell’eros inquieto nella poesia femminile del secondo novecento

BONASERA, CARMEN
Primo
2018-01-01

Abstract

A partire dal XX secolo la nozione di melancolia ha acquisito una fisionomia nuova, allineandosi generalmente con le patologie mentali e gli stati depressivi. A rimanere inalterato, tuttavia, è l’antico legame tra psicopatologia e impulso erotico, nonché la percezione aristotelica della melancolia come peculiarità del genio artistico. Appurato il vincolo tra disturbo mentale, eros e creazione artistica, risulta interessante esplorarne la proiezione nella poesia femminile contemporanea. Infatti, ad accomunare numerose poetesse attive nel secondo Novecento sono le vicende biografiche segnate da traumi psicologici e tendenze autodistruttive, oltre che il carattere introspettivo della produzione poetica e l’accento sulla rappresentazione della corporeità e delle passioni erotiche, malgrado l’incombenza della psicosi. Ci si propone quindi di approfondire lo studio delle testualizzazioni del corpo e dell’erotismo femminile problematico in una selezione di autrici coeve e dal vissuto tragico, tra cui l’italiana Rosselli, la statunitense Plath e l’argentina Pizarnik. Sebbene per tutte il paradigma fondamentale sia un senso di inquietudine derivante dalle reali patologie depressive, nella creazione artistica esso coesiste con un impulso erotico-vitalistico spesso trascurato da una critica eccessivamente legata al biografismo. Al contrario, questo contributo riscontra la presenza di un intreccio dicotomico tra passione e angoscia e quindi capace di prestare tali poetiche a una prospettiva interpretativa nuova e complessa.
2018
Bonasera, Carmen
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
io che bruciavo di passione.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione finale editoriale
Licenza: Creative commons
Dimensione 259.17 kB
Formato Adobe PDF
259.17 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/935196
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact