La maiolica di Montelupo, pur rappresentando uno degli indicatori cronologici più importanti dell’archeologia mediterranea per i secoli compresi tra la fine del Medioevo e l’Eta’Contemporanea, non è mai stata sottoposta ad una seriazione tipologica o cronotipologica strutturata analiticamente che tenga compiutamente in considerazione l’aspetto morfologico. Gli studi succedutisi dagli anni ’70 ad oggi hanno privilegiato, a cominciare dall’opera di Galeazzo Cora del 1973 fino alla monumentale opera di Fausto Berti (1997-2003), l’aspetto decorativo dei manufatti, costruendo una cronologia basata da un lato sui pezzi datati alla produzione dall’altro su attribuzioni motivate da caratteristiche di ordine stilistico. Partendo dal presupposto che la più feconda definizione di tipo in archeologia è data dall’accostamento di caratteristiche morfologiche e decorative, oltre che tecnologiche, con questo contributo ci si propone di illustrare una tipologia morfologica realizzata su base “quantitativa” prendendo in considerazione un numero consistente di contesti inediti provenienti dai centri urbani della Toscana settentrionale, oltre che sulla base dei materiali editi negli scavi toscani, italiani ed europei.

Per una nuova tipologia della maiolica di Montelupo (XV-XIX sec.)

Antonio Fornaciari
2009-01-01

Abstract

La maiolica di Montelupo, pur rappresentando uno degli indicatori cronologici più importanti dell’archeologia mediterranea per i secoli compresi tra la fine del Medioevo e l’Eta’Contemporanea, non è mai stata sottoposta ad una seriazione tipologica o cronotipologica strutturata analiticamente che tenga compiutamente in considerazione l’aspetto morfologico. Gli studi succedutisi dagli anni ’70 ad oggi hanno privilegiato, a cominciare dall’opera di Galeazzo Cora del 1973 fino alla monumentale opera di Fausto Berti (1997-2003), l’aspetto decorativo dei manufatti, costruendo una cronologia basata da un lato sui pezzi datati alla produzione dall’altro su attribuzioni motivate da caratteristiche di ordine stilistico. Partendo dal presupposto che la più feconda definizione di tipo in archeologia è data dall’accostamento di caratteristiche morfologiche e decorative, oltre che tecnologiche, con questo contributo ci si propone di illustrare una tipologia morfologica realizzata su base “quantitativa” prendendo in considerazione un numero consistente di contesti inediti provenienti dai centri urbani della Toscana settentrionale, oltre che sulla base dei materiali editi negli scavi toscani, italiani ed europei.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/937361
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