Nei primi anni del XIX secolo, all’interno dell’alveo del lago di Porta nella pianura apuo-versiliese, fu rinvenuto un “cippo” marmoreo iscritto, presto perduto e generalmente interpretato come cippo miliario. Malgrado le scarne notizie, il marmo ha continuato a esercitare un peso importante in tutta la letteratura archeologica che dall’Ottocento ai nostri giorni si è occupata di viabilità romana tirrenica; tuttavia, nell’impossibilità di effettuare un riscontro diretto, il documento è stato piegato alle più diverse letture. Il rinvenimento nell’Archivio di Stato di Firenze di un disegno che lo ritrae consente ora di riconoscere la vera natura del blocco di marmo e di ridefinirne il suo valore documentario.

“…qualche schiarimento da alcun pezzo antico che trovisi in avvenire…”. Il marmo di Porta: da cippo miliare a blocco di cava

Fabiani F.
2007-01-01

Abstract

Nei primi anni del XIX secolo, all’interno dell’alveo del lago di Porta nella pianura apuo-versiliese, fu rinvenuto un “cippo” marmoreo iscritto, presto perduto e generalmente interpretato come cippo miliario. Malgrado le scarne notizie, il marmo ha continuato a esercitare un peso importante in tutta la letteratura archeologica che dall’Ottocento ai nostri giorni si è occupata di viabilità romana tirrenica; tuttavia, nell’impossibilità di effettuare un riscontro diretto, il documento è stato piegato alle più diverse letture. Il rinvenimento nell’Archivio di Stato di Firenze di un disegno che lo ritrae consente ora di riconoscere la vera natura del blocco di marmo e di ridefinirne il suo valore documentario.
2007
Fabiani, F.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/937919
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