La recente riscoperta dei prodotti naturali ha determinato negli ultimi anni un incremento del numero di aziende agricole che hanno indirizzato la loro produzione verso le piante medicinali ed aromatiche. Ricerche condotte in passato hanno evidenziato come i principali fitofagi delle lamiacee aromatiche, sia coltivate che spontanee, sono i Cicadellidi tiflocibini. L’obiettivo della presente ricerca è stato l’individuazione e lo studio delle principali specie di tali fitomizi in alcune aree toscane. I campionamenti sono stati condotti nel biennio 2003-2004 in un’azienda biologica in provincia di Pisa e in orti e giardini delle province di Pisa e Lucca. Sono state considerate le seguenti essenze: melissa (Melissa officinalis L.), origano (Origanum vulgare L.), nepitella (Calamintha nepeta Savi), issopo (Hyssopus officinalis L.), salvia (Salvia officinalis L.) e rosmarino (Rosmarinus officinalis L.). Su queste sono state reperite numerose tiflocibine, la cui presenza è risultata costantemente associata a depigmentazioni delle aree fogliari e, talvolta, ad estesi disseccamenti. Eupteryx decemnotata Rey è stata rinvenuta nel corso dell’intero anno, risultando la specie più diffusa. In particolare, nel periodo primaverile-estivo è stata raccolta sulla totalità delle essenze indagate, in tutti gli stadi di sviluppo, mentre in quello invernale su salvia, prevalentemente come uovo, e su rosmarino come adulto. Altre tiflocibine che svolgono il loro ciclo sulle lamiacee aromatiche considerate sono E. stachydearum (su salvia, melissa e in inverno nepitella), E. rostrata (su salvia), E. zelleri (su nepitella, origano e melissa), E. melissae (in inverno su salvia) e Emelyanoviana mollicula (su salvia e issopo). Concludendo alle lamiacee aromatiche risultano infeudate popolazioni miste di tiflocibine appartenenti prevalentemente al genere Eupteryx. Queste, per quanto mostrino talvolta delle preferenze, possono essere considerate polifaghe nell’ambito delle lamiacee studiate. Su queste, risultano presenti in tutti gli stadi di sviluppo nel corso dell’intero anno, con un rallentamento di attività in inverno, superato sulle specie perennanti.

Le cicaline (Cicadomorpha Typhlocybinae) delle lamiacee aromatiche in Toscana

CONTI, BARBARA
2005-01-01

Abstract

La recente riscoperta dei prodotti naturali ha determinato negli ultimi anni un incremento del numero di aziende agricole che hanno indirizzato la loro produzione verso le piante medicinali ed aromatiche. Ricerche condotte in passato hanno evidenziato come i principali fitofagi delle lamiacee aromatiche, sia coltivate che spontanee, sono i Cicadellidi tiflocibini. L’obiettivo della presente ricerca è stato l’individuazione e lo studio delle principali specie di tali fitomizi in alcune aree toscane. I campionamenti sono stati condotti nel biennio 2003-2004 in un’azienda biologica in provincia di Pisa e in orti e giardini delle province di Pisa e Lucca. Sono state considerate le seguenti essenze: melissa (Melissa officinalis L.), origano (Origanum vulgare L.), nepitella (Calamintha nepeta Savi), issopo (Hyssopus officinalis L.), salvia (Salvia officinalis L.) e rosmarino (Rosmarinus officinalis L.). Su queste sono state reperite numerose tiflocibine, la cui presenza è risultata costantemente associata a depigmentazioni delle aree fogliari e, talvolta, ad estesi disseccamenti. Eupteryx decemnotata Rey è stata rinvenuta nel corso dell’intero anno, risultando la specie più diffusa. In particolare, nel periodo primaverile-estivo è stata raccolta sulla totalità delle essenze indagate, in tutti gli stadi di sviluppo, mentre in quello invernale su salvia, prevalentemente come uovo, e su rosmarino come adulto. Altre tiflocibine che svolgono il loro ciclo sulle lamiacee aromatiche considerate sono E. stachydearum (su salvia, melissa e in inverno nepitella), E. rostrata (su salvia), E. zelleri (su nepitella, origano e melissa), E. melissae (in inverno su salvia) e Emelyanoviana mollicula (su salvia e issopo). Concludendo alle lamiacee aromatiche risultano infeudate popolazioni miste di tiflocibine appartenenti prevalentemente al genere Eupteryx. Queste, per quanto mostrino talvolta delle preferenze, possono essere considerate polifaghe nell’ambito delle lamiacee studiate. Su queste, risultano presenti in tutti gli stadi di sviluppo nel corso dell’intero anno, con un rallentamento di attività in inverno, superato sulle specie perennanti.
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