Il commento a Cass., n. 23824/2004 esprime una posizione critica rispetto al criterio utilizzato dalla decisione – sulla linea dell’orientamento prevalente nella giurisprudenza della S.C. - al fine dell’individuazione dei presupposti su cui fondare l’applicazione del rimedio previsto dall’art. 1359 c.c.. La considerazione dell’interesse di ciascun contraente all’avverarsi o meno dell’evento dedotto a condizione viene fatta – secondo tale impostazione – con esclusivo riferimento al momento della costituzione del rapporto negoziale. Una diversa lettura dell’art. 1359, già proposta da una parte della dottrina, porta invece a valutare la sussistenza dell’interesse contrario all’avveramento della condizione non in modo statico, ma nel suo concreto atteggiarsi durante il protrarsi della condizione di pendenza. Questa diversa impostazione si fonda su un’operazione di collegamento tra la disposizione dell’art. 1359 ed il principio espresso dal precedente art. 1358, la cui concreta operatività postula una considerazione della concreta situazione nel suo evolversi. La diversa interpretazione prospettata avrebbe consentito, in particolare, di affermare l’applicabilità della c.d. finzione di avveramento al caso sottoposto all’esame della Corte. Viene, inoltre, affrontato il tema dell’applicabilità della finzione di avveramento alla condizione potestativa e all’elemento potestativo della condizione mista.

Sui presupposti di applicabilità della finzione di avveramento della condizione

CHERUBINI, MARIA CARLA
2005-01-01

Abstract

Il commento a Cass., n. 23824/2004 esprime una posizione critica rispetto al criterio utilizzato dalla decisione – sulla linea dell’orientamento prevalente nella giurisprudenza della S.C. - al fine dell’individuazione dei presupposti su cui fondare l’applicazione del rimedio previsto dall’art. 1359 c.c.. La considerazione dell’interesse di ciascun contraente all’avverarsi o meno dell’evento dedotto a condizione viene fatta – secondo tale impostazione – con esclusivo riferimento al momento della costituzione del rapporto negoziale. Una diversa lettura dell’art. 1359, già proposta da una parte della dottrina, porta invece a valutare la sussistenza dell’interesse contrario all’avveramento della condizione non in modo statico, ma nel suo concreto atteggiarsi durante il protrarsi della condizione di pendenza. Questa diversa impostazione si fonda su un’operazione di collegamento tra la disposizione dell’art. 1359 ed il principio espresso dal precedente art. 1358, la cui concreta operatività postula una considerazione della concreta situazione nel suo evolversi. La diversa interpretazione prospettata avrebbe consentito, in particolare, di affermare l’applicabilità della c.d. finzione di avveramento al caso sottoposto all’esame della Corte. Viene, inoltre, affrontato il tema dell’applicabilità della finzione di avveramento alla condizione potestativa e all’elemento potestativo della condizione mista.
2005
Cherubini, MARIA CARLA
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