Quando, in diritto, si parla di modello, può volersi intendere, alle volte un modello «teorico», talvolta un modello «normativo». Nella specie, il modello teorico dovrebbe ricavarsi da un’astrazione che dia conto di come l’organizzazione dei servizi pubblici locali dovrebbe essere per rispettare canoni di razionalità in relazione allo scopo tipico. Il modello «normativo», invece, dovrebbe trarsi dalle norme e dai princìpi del sistema. Visto che il titolo del presente contributo sembra sottintendere la possibilità di delineare un presunto modello italiano dalla disamina delle forme di gestione tracciate dal TU sulle società partecipate, come integrato dalla disciplina dei servizi pubblici locali, conviene muovere dal modello normativo. Dall'analisi dell’impianto legislativo non è affatto semplice dirimere il rapporto tra società partecipate, gestione in house e concorrenza. L'autrice si interroga se a fronte del coacervo di norme, al momento incoerenti o comunque incapaci di restituire all'interprete una «visione» univoca, esistano dei principi che possano venirci in aiuto per individuare il modello e se questi principi sono di diritto nazionale o di diritto europeo. La conclusione è che il diritto europeo sembra almeno capace di svolgere una funzione ordinante, rimediando così alle incongruenze del legislatore nazionale e alle prassi interpretative di una giurisprudenza sempre più frammentata e ripiegata sulla propria tecnica settoriale.

Le aporie delle forme di gestione dei servizi pubblici locali nel TU partecipate: organizzazione amministrativa e tutela della concorrenza

Michela Passalacqua
2018-01-01

Abstract

Quando, in diritto, si parla di modello, può volersi intendere, alle volte un modello «teorico», talvolta un modello «normativo». Nella specie, il modello teorico dovrebbe ricavarsi da un’astrazione che dia conto di come l’organizzazione dei servizi pubblici locali dovrebbe essere per rispettare canoni di razionalità in relazione allo scopo tipico. Il modello «normativo», invece, dovrebbe trarsi dalle norme e dai princìpi del sistema. Visto che il titolo del presente contributo sembra sottintendere la possibilità di delineare un presunto modello italiano dalla disamina delle forme di gestione tracciate dal TU sulle società partecipate, come integrato dalla disciplina dei servizi pubblici locali, conviene muovere dal modello normativo. Dall'analisi dell’impianto legislativo non è affatto semplice dirimere il rapporto tra società partecipate, gestione in house e concorrenza. L'autrice si interroga se a fronte del coacervo di norme, al momento incoerenti o comunque incapaci di restituire all'interprete una «visione» univoca, esistano dei principi che possano venirci in aiuto per individuare il modello e se questi principi sono di diritto nazionale o di diritto europeo. La conclusione è che il diritto europeo sembra almeno capace di svolgere una funzione ordinante, rimediando così alle incongruenze del legislatore nazionale e alle prassi interpretative di una giurisprudenza sempre più frammentata e ripiegata sulla propria tecnica settoriale.
2018
Passalacqua, Michela
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/947114
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