Introduzione: Il trattamento delle metastasi ossee è sovente palliativo, mirando al controllo del dolore e alla stabilizzazione o prevenzione di fratture patologiche; tuttavia, in casi selezionati può esser eseguita una resezione completa con finalità curative. Obiettivo del nostro lavoro è stato valutare la sopravvivenza delle megaprotesi utilizzate per ricostruzione dopo resezione di metastasi ossea Materiali e Metodi: Tra gennaio 2001 a marzo 2015 abbiamo impiantato 169 Megasystem-C® (Waldemar LINK® GmbH & Co. KG, Amburgo, Germania) dopo resezione di metastasi ossea. I pazienti, 95 femmine e 74 maschi, sono stati operati a un’età media di 61 (12-87) anni per resezione prossimale di femore in 135 (79.9%) casi, distale di femore in 24 (14.2%), prossimale di tibia in 6 (3.6%), totale di femore in 3 (1.8%) e intercalare di femore in 1 (0.6%). Sono state principalmente trattate metastasi da carcinoma mammario (30.8%), renale (17.8%) e polmonare (14.2%). Risultati: A un follow-up medio di 21 (1-150) mesi, abbiamo riscontrato un tasso di salvataggio dell’arto del 99.4%, e un tasso di sopravvivenza libera da fallimento dell’impianto del 96.1% a 1 anno, 92.8% a 2 anni, e 86.8% a 5 e 10 anni. Abbiamo denotato 9 (5.3%) casi di lussazione di megaprotesi di femore prossimale, 3 dei quali necessitanti di riduzione chirurgica; 2 (1.2%) casi di mobilizzazione asettica dello stelo protesico; 2 (1.2%) casi d’infezione periprotesica, uno dei quali necessitante una revisione in 2 tempi. Discussione: A oggi, pochi studi in letteratura hanno valutato la sopravvivenza di megaprotesi nel trattamento di metastasi ossee. I nostri dati evidenziano come in questo specifico contesto il tasso di complicanze è nettamente inferiore a quanto atteso in chirurgia ortopedica oncologica generale. In particolar modo, riteniamo che il basso tasso d’infezione denotato, quasi sovrapponibile a quello atteso in procedure primarie, sia da addebitarsi a puntuali gestioni dei tessuti molli (in particolar modo in ricostruzioni prossimali di tibia) e a una profilassi antibiotica prolungata. Conclusioni: L’utilizzo delle protesi modulari è una valida strategia ricostruttiva dopo resezione di metastasi ossee in pazienti selezionati. Il tasso di complicanze a breve termine è eccezionalmente basso; studi successivi dovranno confermare ciò a più lungo termine.
Sopravvivenza delle megaprotesi nel trattamento delle metastasi osee
Federico Sacchetti;Rodolfo Capanna
2017-01-01
Abstract
Introduzione: Il trattamento delle metastasi ossee è sovente palliativo, mirando al controllo del dolore e alla stabilizzazione o prevenzione di fratture patologiche; tuttavia, in casi selezionati può esser eseguita una resezione completa con finalità curative. Obiettivo del nostro lavoro è stato valutare la sopravvivenza delle megaprotesi utilizzate per ricostruzione dopo resezione di metastasi ossea Materiali e Metodi: Tra gennaio 2001 a marzo 2015 abbiamo impiantato 169 Megasystem-C® (Waldemar LINK® GmbH & Co. KG, Amburgo, Germania) dopo resezione di metastasi ossea. I pazienti, 95 femmine e 74 maschi, sono stati operati a un’età media di 61 (12-87) anni per resezione prossimale di femore in 135 (79.9%) casi, distale di femore in 24 (14.2%), prossimale di tibia in 6 (3.6%), totale di femore in 3 (1.8%) e intercalare di femore in 1 (0.6%). Sono state principalmente trattate metastasi da carcinoma mammario (30.8%), renale (17.8%) e polmonare (14.2%). Risultati: A un follow-up medio di 21 (1-150) mesi, abbiamo riscontrato un tasso di salvataggio dell’arto del 99.4%, e un tasso di sopravvivenza libera da fallimento dell’impianto del 96.1% a 1 anno, 92.8% a 2 anni, e 86.8% a 5 e 10 anni. Abbiamo denotato 9 (5.3%) casi di lussazione di megaprotesi di femore prossimale, 3 dei quali necessitanti di riduzione chirurgica; 2 (1.2%) casi di mobilizzazione asettica dello stelo protesico; 2 (1.2%) casi d’infezione periprotesica, uno dei quali necessitante una revisione in 2 tempi. Discussione: A oggi, pochi studi in letteratura hanno valutato la sopravvivenza di megaprotesi nel trattamento di metastasi ossee. I nostri dati evidenziano come in questo specifico contesto il tasso di complicanze è nettamente inferiore a quanto atteso in chirurgia ortopedica oncologica generale. In particolar modo, riteniamo che il basso tasso d’infezione denotato, quasi sovrapponibile a quello atteso in procedure primarie, sia da addebitarsi a puntuali gestioni dei tessuti molli (in particolar modo in ricostruzioni prossimali di tibia) e a una profilassi antibiotica prolungata. Conclusioni: L’utilizzo delle protesi modulari è una valida strategia ricostruttiva dopo resezione di metastasi ossee in pazienti selezionati. Il tasso di complicanze a breve termine è eccezionalmente basso; studi successivi dovranno confermare ciò a più lungo termine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.