Il saggio studia e pubblica per la prima volta in Appendice tutti gli atti del processo istruito tra il 1338 e il 1342 presso il tribunale della Mercanzia fiorentina relativo al furto di un codice dantesco appartenuto a Giovanni Villani, riconosciuto dal cronista nella bottega del cartolaio fiorentino Andrea Orselli e rivendicato con il sostegno di vari testimoni, fra cui il commentatore dantesco Andrea Lancia. Di grande interesse per la primissima circolazione e fortuna della Commedia a Firenze a cavallo tra il terzo e il quarto decennio del XIV secolo, le testimonianze archivistiche sul ‘Dante’ di Villani sono qui esaminate nel contesto più ampio dei rapporti storico- biografici tra il cronista e il poeta, nel contesto specifico dell’iter processuale e nel contesto filologico della tradizione manoscritta fiorentina della Commedia nel primo ventennio dopo la morte di Dante, ai cui albori si colloca questo antichissimo deperditus del poema dantesco. Infine questo studio fa il punto anche sullo scaffale dantesco della biblioteca del Villani, indagando le modalità di lettura e di interpretazione delle opere di Dante da parte del cronista, attraverso un esame specifico della sua biografia dantesca e della Nuova Cronica.
Giovanni Villani, Dante e un antichissimo codice fiorentino della "Commedia"
Gabriella Albanese
;Paolo Pontari
;
2018-01-01
Abstract
Il saggio studia e pubblica per la prima volta in Appendice tutti gli atti del processo istruito tra il 1338 e il 1342 presso il tribunale della Mercanzia fiorentina relativo al furto di un codice dantesco appartenuto a Giovanni Villani, riconosciuto dal cronista nella bottega del cartolaio fiorentino Andrea Orselli e rivendicato con il sostegno di vari testimoni, fra cui il commentatore dantesco Andrea Lancia. Di grande interesse per la primissima circolazione e fortuna della Commedia a Firenze a cavallo tra il terzo e il quarto decennio del XIV secolo, le testimonianze archivistiche sul ‘Dante’ di Villani sono qui esaminate nel contesto più ampio dei rapporti storico- biografici tra il cronista e il poeta, nel contesto specifico dell’iter processuale e nel contesto filologico della tradizione manoscritta fiorentina della Commedia nel primo ventennio dopo la morte di Dante, ai cui albori si colloca questo antichissimo deperditus del poema dantesco. Infine questo studio fa il punto anche sullo scaffale dantesco della biblioteca del Villani, indagando le modalità di lettura e di interpretazione delle opere di Dante da parte del cronista, attraverso un esame specifico della sua biografia dantesca e della Nuova Cronica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.