Introduzione: Le resezioni oncologiche o le revisioni protesiche a livello del femore prossimale portano, in molti casi, ad un’importante perdita di sostanza ossea. In questi casi la ricostruzione può essere effettuata utilizzando protesi modulari o protesi composite con innesti ossei. Materiali e Metodi: Nel presente lavoro è stata condotta la re-visione retrospettiva di una serie di 29 pazienti (M/F: 16/13; età media: 33 anni, range 4-77), sottoposti a ricostruzione del femore prossimale con protesi composita dopo resezione oncologica tra il 1996 e il 2015. In 21 pazienti la ricostruzione prevedeva l’utilizzo di protesi da revisione a stelo lungo (14) o megaprotesi e innesto osseo sospeso (7); lo stelo era cementato alla diafisi femorale in 10 casi e non cementato in 10 casi, in 1 caso è stata effettuata una ricostruzione del femore totale. Nei restanti 8 pazienti (gruppo 2) è stata impiantata una protesi convenzionale cementata nell’innesto e sintesi con placca. In tutti i pazienti, le strutture tendinee sono state suturate alle inserzioni del trapianto. Risultati: Con un follow-up medio di 76 mesi (range 1-237), la sopravvivenza dell’impianto composito è risultata del 85,9% a 5 anni e del 75,2% a 10 anni. Il fallimento si è registrato in 3 casi (10,2%)in media a 55 mesi (range 31-88): in 2 casi per mobilizzazione con riassorbimento dell’innesto osseo (entrambi nel gruppo 1), e in 1 caso per frattura (gruppo 2). Due pazienti hanno subito l’impianto di una megaprotesi modulare, l’altro di una nuova protesi composita. Il riassorbimento del trapianto è risultato essere una frequente complicanza tardiva (7), che però non ha influenzato la stabilità dell’impianto in nessun caso. La valutazione funzionale a distanza minima di 1 anno ha mostrato un MSTS score medio di 24 punti (range 13-29). Discussione: La ricostruzione del femore prossimale con una protesi composita rappresenta un’alternativa che consente di ristabilire il bone stock e permettere la reinserzione tendinea dei muscoli abduttori e dell’ileopsoas. Le indicazioni sono limitate ai casi con sacrificio delle entesi glutee in pazienti che non devono fare radioterapia e dove si ricerca un’ottimale ripresa funzionale. Conclusioni: In caso di resezioni ampie del femore prossima-le, la ricostruzione con protesi composita appare una procedura efficace: il rischio di complicanze appare accettabile, e i risultati a distanza sono soddisfacenti, nonostante il possibile riassorbimento parziale dell’innesto osseo.

Ricostruzione del femore prossimale con protesi composita dopo resezione oncologica: revisione di 29 casi

R. Capanna
2016-01-01

Abstract

Introduzione: Le resezioni oncologiche o le revisioni protesiche a livello del femore prossimale portano, in molti casi, ad un’importante perdita di sostanza ossea. In questi casi la ricostruzione può essere effettuata utilizzando protesi modulari o protesi composite con innesti ossei. Materiali e Metodi: Nel presente lavoro è stata condotta la re-visione retrospettiva di una serie di 29 pazienti (M/F: 16/13; età media: 33 anni, range 4-77), sottoposti a ricostruzione del femore prossimale con protesi composita dopo resezione oncologica tra il 1996 e il 2015. In 21 pazienti la ricostruzione prevedeva l’utilizzo di protesi da revisione a stelo lungo (14) o megaprotesi e innesto osseo sospeso (7); lo stelo era cementato alla diafisi femorale in 10 casi e non cementato in 10 casi, in 1 caso è stata effettuata una ricostruzione del femore totale. Nei restanti 8 pazienti (gruppo 2) è stata impiantata una protesi convenzionale cementata nell’innesto e sintesi con placca. In tutti i pazienti, le strutture tendinee sono state suturate alle inserzioni del trapianto. Risultati: Con un follow-up medio di 76 mesi (range 1-237), la sopravvivenza dell’impianto composito è risultata del 85,9% a 5 anni e del 75,2% a 10 anni. Il fallimento si è registrato in 3 casi (10,2%)in media a 55 mesi (range 31-88): in 2 casi per mobilizzazione con riassorbimento dell’innesto osseo (entrambi nel gruppo 1), e in 1 caso per frattura (gruppo 2). Due pazienti hanno subito l’impianto di una megaprotesi modulare, l’altro di una nuova protesi composita. Il riassorbimento del trapianto è risultato essere una frequente complicanza tardiva (7), che però non ha influenzato la stabilità dell’impianto in nessun caso. La valutazione funzionale a distanza minima di 1 anno ha mostrato un MSTS score medio di 24 punti (range 13-29). Discussione: La ricostruzione del femore prossimale con una protesi composita rappresenta un’alternativa che consente di ristabilire il bone stock e permettere la reinserzione tendinea dei muscoli abduttori e dell’ileopsoas. Le indicazioni sono limitate ai casi con sacrificio delle entesi glutee in pazienti che non devono fare radioterapia e dove si ricerca un’ottimale ripresa funzionale. Conclusioni: In caso di resezioni ampie del femore prossima-le, la ricostruzione con protesi composita appare una procedura efficace: il rischio di complicanze appare accettabile, e i risultati a distanza sono soddisfacenti, nonostante il possibile riassorbimento parziale dell’innesto osseo.
2016
https://www.giot.it/wp-content/uploads/2016/10/Atti-Siot_2016_DEF.pdf
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/960453
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