Introduzione: Le protesi modulari da resezione hanno un ruolo consolidato nel trattamento delle patologie oncologiche che in-teressano il sistema muscolo-scheletrico. Negli ultimi anni, l’au-mento del numero di interventi di impianto di mezzi di sintesi, po-sizionati per fratture, e di protesi, impiegate per fratture o artrosi, ha determinato l’aumento degli interventi di revisione protesica per varie cause: rottura dei mezzi di sintesi, pseudoartrosi, mobi-lizzazione asettica o settica delle componenti protesiche, rottura meccanica delle componenti protesiche, fratture periprotesiche o lussazioni inveterate. Abbiamo analizzato le revisioni protesiche con l’utilizzo di un sistema modulare di megaprotesi in pazienti affetti da patologie non oncologiche o come salvataggio di pregressi interventi ricostruttivi. Materiali e Metodi: Da marzo 2002 a dicembre 2014 presso il nostro Istituto sono stati trattati 88 pazienti, 32 maschi e 56 femmine, di età media di 61 anni (18-93), affetti da patologie non oncologiche di varia natura: esiti frattura (36 pazienti), revisione di protesi totale d’anca (31 pazienti), revisione di protesi totale di ginocchio (13 pazienti), frattura su trapianto osteoarticolare (6 pazienti), revisione di protesi d’anca e di ginocchio omolaterali (1 paziente), revisione protesi da resezione HMRS (1 paziente). Per quanto riguarda il tipo di protesi utilizzata, femore prossimale in 42 casi (di cui 2 protesi composite), femore distale in 25, tibia prossimale in 5, femore totale in 5, 3 protesi composite di tibia prossimale, 7 protesi artrodesizzanti ed un femore distale associato a protesi composita di tibia prossimale. In 16 pazienti sono state utilizzate protesi rivestite in argento a seguito di una precedente infezione o per ridurne il rischio. Risultati: Le complicanze sono state suddivise per sede ed elencate secondo la classificazione del 2011 di Henderson et all. Ad un follow-up medio di 50 mesi (1-152) sono state risocontrate 22 complicanze post-chirurgiche, pari al 25%. In 3 pazienti la lussazione (Type 1) di femore prossimale è stata ridotta incruentemente; 1 frattura periprotesica (Type 3) di tibia prossimale è stata trattata con apparecchio gessato pelvi-podalico; 1 frattu-ra diafisaria (Type 3) femore prossimale è stata sintetizzata con placca e viti; 1 distacco del tendine rotuleo (Type 1) è stato trat-tato con tutore di ginocchio.16 pazienti sono stati sottoposti a revisione dell’impianto che in 2 casi è esitata in amputazione. Nelle protesi di femore prossi-male si sono riscontrati 3 casi di infezione (Type 4), 3 lussazioni (Type 1), 1 rottura della testina in ceramica (Type 3), 1 rottura di componente protesica (Type 3), 1 mobilizzazione asettica dello stelo (Type 2) e 1 frattura periprotesica (Type 3). Nelle protesi di femore distale 2 casi di infezione (Type 4) e 1 frattura periprotesi-ca (Type 3). Nelle protesi di tibia prossimale si è rilevata 1 frattura periprotesica (Type 3) e 1 caso di infezione (Type 4). Nella protesi composita di tibia prossimale si è avuta l’usura del polietilene e la dislocazione della vite (Type 3). Discussione: L’analisi statistica ha evidenziato una sopravvi-venza dell’impianto del 76% a 5 anni e del 54% a 10 anni. La sopravvivenza dell’impianto diviso per sede (P = 0,2982) è del 67% a 5 anni e 59 % a 10 nel femore prossimale, del 77% a 5 e 10 anni nel femore distale, del 73% a 5 e 10 anni nella tibia prossimale composita e del 100% a 5 e 10 anni nel femore totale e nell’artrodesi di ginocchio. Conclusioni: I risultati ottenuti nel trattamento di patologie non oncologiche “estreme”, mediante l’utilizzo delle megaprote-si modulari da resezione, permettono di confermare la validità meccanica e funzionale di tali impianti quale valida alternativa ai sistemi tradizionali ed, in casi particolari, unica opzione chirurgi-ca per una “limb salvage surgery”. L’incidenza di complicanze nell’utilizzo delle megaprotesi per patologie non oncologiche è paragonabile a quella degli interventi di revisione protesica tradizionale.

Le protesi modulari da resezione per patologie non oncologiche: esperienza a medio termine dell' Ortopedia oncologica di Firenze

R. Capanna;
2015-01-01

Abstract

Introduzione: Le protesi modulari da resezione hanno un ruolo consolidato nel trattamento delle patologie oncologiche che in-teressano il sistema muscolo-scheletrico. Negli ultimi anni, l’au-mento del numero di interventi di impianto di mezzi di sintesi, po-sizionati per fratture, e di protesi, impiegate per fratture o artrosi, ha determinato l’aumento degli interventi di revisione protesica per varie cause: rottura dei mezzi di sintesi, pseudoartrosi, mobi-lizzazione asettica o settica delle componenti protesiche, rottura meccanica delle componenti protesiche, fratture periprotesiche o lussazioni inveterate. Abbiamo analizzato le revisioni protesiche con l’utilizzo di un sistema modulare di megaprotesi in pazienti affetti da patologie non oncologiche o come salvataggio di pregressi interventi ricostruttivi. Materiali e Metodi: Da marzo 2002 a dicembre 2014 presso il nostro Istituto sono stati trattati 88 pazienti, 32 maschi e 56 femmine, di età media di 61 anni (18-93), affetti da patologie non oncologiche di varia natura: esiti frattura (36 pazienti), revisione di protesi totale d’anca (31 pazienti), revisione di protesi totale di ginocchio (13 pazienti), frattura su trapianto osteoarticolare (6 pazienti), revisione di protesi d’anca e di ginocchio omolaterali (1 paziente), revisione protesi da resezione HMRS (1 paziente). Per quanto riguarda il tipo di protesi utilizzata, femore prossimale in 42 casi (di cui 2 protesi composite), femore distale in 25, tibia prossimale in 5, femore totale in 5, 3 protesi composite di tibia prossimale, 7 protesi artrodesizzanti ed un femore distale associato a protesi composita di tibia prossimale. In 16 pazienti sono state utilizzate protesi rivestite in argento a seguito di una precedente infezione o per ridurne il rischio. Risultati: Le complicanze sono state suddivise per sede ed elencate secondo la classificazione del 2011 di Henderson et all. Ad un follow-up medio di 50 mesi (1-152) sono state risocontrate 22 complicanze post-chirurgiche, pari al 25%. In 3 pazienti la lussazione (Type 1) di femore prossimale è stata ridotta incruentemente; 1 frattura periprotesica (Type 3) di tibia prossimale è stata trattata con apparecchio gessato pelvi-podalico; 1 frattu-ra diafisaria (Type 3) femore prossimale è stata sintetizzata con placca e viti; 1 distacco del tendine rotuleo (Type 1) è stato trat-tato con tutore di ginocchio.16 pazienti sono stati sottoposti a revisione dell’impianto che in 2 casi è esitata in amputazione. Nelle protesi di femore prossi-male si sono riscontrati 3 casi di infezione (Type 4), 3 lussazioni (Type 1), 1 rottura della testina in ceramica (Type 3), 1 rottura di componente protesica (Type 3), 1 mobilizzazione asettica dello stelo (Type 2) e 1 frattura periprotesica (Type 3). Nelle protesi di femore distale 2 casi di infezione (Type 4) e 1 frattura periprotesi-ca (Type 3). Nelle protesi di tibia prossimale si è rilevata 1 frattura periprotesica (Type 3) e 1 caso di infezione (Type 4). Nella protesi composita di tibia prossimale si è avuta l’usura del polietilene e la dislocazione della vite (Type 3). Discussione: L’analisi statistica ha evidenziato una sopravvi-venza dell’impianto del 76% a 5 anni e del 54% a 10 anni. La sopravvivenza dell’impianto diviso per sede (P = 0,2982) è del 67% a 5 anni e 59 % a 10 nel femore prossimale, del 77% a 5 e 10 anni nel femore distale, del 73% a 5 e 10 anni nella tibia prossimale composita e del 100% a 5 e 10 anni nel femore totale e nell’artrodesi di ginocchio. Conclusioni: I risultati ottenuti nel trattamento di patologie non oncologiche “estreme”, mediante l’utilizzo delle megaprote-si modulari da resezione, permettono di confermare la validità meccanica e funzionale di tali impianti quale valida alternativa ai sistemi tradizionali ed, in casi particolari, unica opzione chirurgi-ca per una “limb salvage surgery”. L’incidenza di complicanze nell’utilizzo delle megaprotesi per patologie non oncologiche è paragonabile a quella degli interventi di revisione protesica tradizionale.
2015
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