A fronte dei fenomeni di degrado che investono in modo sempre più frequente il patrimonio storico architettonico, derivanti non solo dall'azione distruttiva del tempo ma anche dai disastri meteorologici e dall'inquinamento, sembra ineludibile porsi l’interrogativo su quali siano i migliori approcci per poterne garantire più efficacemente la conservazione. Si evidenzia che lo stato di grave esposizione spesso riscontrabile nell'edificato storico nei contesti territoriali e urbani connotati da considerevoli condizioni di rischio, la vulnerabilità alle azioni del degrado e alle minacce ambientali e antropiche, deriva, spesso, da un uso non efficiente ed efficace delle risorse tecniche e organizzative. È il prodotto di un processo di conservazione evidentemente connotato, esso stesso, dalla condizione di fragilità. La fragilità del patrimonio, dei territori di contesto, riflette, effettivamente, quella dei processi con i quali questi sono gestiti e curati. Appare evidente, pertanto, la necessità di determinare modalità utili a trasferire la conservazione del patrimonio storico dal piano dell’auspicabile a quello dell’ordinario attraverso l’implementazione di un processo di conservazione connotato dal carattere della “antifragilità” da erogare costantemente nel tempo che abbia come fine il mantenimento in sicurezza degli edifici e dei loro contesti in relazione ai molteplici, e talvolta interrelati, fattori di rischio che connotano ciascuno specifico ambito urbano e territoriale. Il paper propone una riflessione di carattere metodologico sulle modalità di ottimizzazione del processo conservativo in contesti connotati da fragilità. Sono analizzate le caratteristiche di un processo organizzativo “antifragile” per la conservazione: un approccio analitico, dove ciascuna politica di intervento è individuata attraverso la costruzione di possibili scenari di system failure. Il sistema delle azioni necessarie alla conservazione programmata del singolo edificio in relazione al proprio contesto connotato da fragilità è determinato scongiurando gli eventi avversi grazie ad una programmazione che contempla la valutazione delle condizioni di degrado e di rischio e loro possibili interrelazioni.
Antifragilità del processo conservativo versus fragilità del patrimonio architettonico
DI SIVO, Michele
2018-01-01
Abstract
A fronte dei fenomeni di degrado che investono in modo sempre più frequente il patrimonio storico architettonico, derivanti non solo dall'azione distruttiva del tempo ma anche dai disastri meteorologici e dall'inquinamento, sembra ineludibile porsi l’interrogativo su quali siano i migliori approcci per poterne garantire più efficacemente la conservazione. Si evidenzia che lo stato di grave esposizione spesso riscontrabile nell'edificato storico nei contesti territoriali e urbani connotati da considerevoli condizioni di rischio, la vulnerabilità alle azioni del degrado e alle minacce ambientali e antropiche, deriva, spesso, da un uso non efficiente ed efficace delle risorse tecniche e organizzative. È il prodotto di un processo di conservazione evidentemente connotato, esso stesso, dalla condizione di fragilità. La fragilità del patrimonio, dei territori di contesto, riflette, effettivamente, quella dei processi con i quali questi sono gestiti e curati. Appare evidente, pertanto, la necessità di determinare modalità utili a trasferire la conservazione del patrimonio storico dal piano dell’auspicabile a quello dell’ordinario attraverso l’implementazione di un processo di conservazione connotato dal carattere della “antifragilità” da erogare costantemente nel tempo che abbia come fine il mantenimento in sicurezza degli edifici e dei loro contesti in relazione ai molteplici, e talvolta interrelati, fattori di rischio che connotano ciascuno specifico ambito urbano e territoriale. Il paper propone una riflessione di carattere metodologico sulle modalità di ottimizzazione del processo conservativo in contesti connotati da fragilità. Sono analizzate le caratteristiche di un processo organizzativo “antifragile” per la conservazione: un approccio analitico, dove ciascuna politica di intervento è individuata attraverso la costruzione di possibili scenari di system failure. Il sistema delle azioni necessarie alla conservazione programmata del singolo edificio in relazione al proprio contesto connotato da fragilità è determinato scongiurando gli eventi avversi grazie ad una programmazione che contempla la valutazione delle condizioni di degrado e di rischio e loro possibili interrelazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.